Giallo, rosso, blu: analisi e spiegazione dell'opera di Kandinsky

Giallo, rosso, blu: analisi e spiegazione dell'opera del pittore russo Kandinsky, che rappresenta uno dei pionieri dell'astrattismo nell'arte

Giallo, rosso, blu: analisi e spiegazione dell'opera di Kandinsky
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GIALLO, ROSSO, BLU DI KANDINSKY

L'opera Giallo, rosso, blu è un quadro astratto del 1913 realizzato dal pittore russo Kandinsky. Grazie alle sue opere è considerato uno dei pionieri dell'astrazione e Giallo, rosso, blu rappresenta uno dei suoi lavori più importanti. L'opera è una sintesi di forme geometriche di colore giallo, rosso e blu, disposte in modo da creare un'armonia visiva. Kandinsky sosteneva che i colori avessero un potere evocativo ed emotivo e che l'arte astratta potesse esprimere concetti astratti, come la spiritualità o l'eternità.

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GIALLO, BLU, ROSSO: ANALISI

Il colore rosso per esempio può determinare l’effetto della sofferenza dolorosa, per la sua somiglianza al sangue.

Il giallo invece, per semplice associazione col limone, comunica una impressione di acido. Alcuni colori possono avere una apparenza ruvida, pungente, mentre altri vengono sentiti come qualcosa di vellutato così di dar voglia di accarezzarli. Ma ognuno di essi corrisponde a delle forme che si distinguono nello spazio in modo preciso le une dalle altre. Ogni forma a sua volta, come il colore, ha una precisa corrispondenza.
Uno dei temi principali della trattazione di Kandinsky riguarda il contrasto cromatico tra i colori primari rosso, giallo e blu.

Se osserviamo la composizione del dipinto, notiamo che essa è scandita in due parti contrapposte: la zona gialla a sinistra, dove prevalgono i colori chiari e le forme acute, e la parte destra, dove domina il cerchio blu, circondato a sua volta da linee curve e forme tonde dai colori scuri e profondi.

La zona rossa al centro ha una funzione di raccordo e di mediazione tra le due polarità dell'immagine. Kandinsky parte dai colori, anzi, dall’accostamento dei colori con i suoni musicali. Nello Spirituale nell’arte fa corrispondere il giallo alla tromba, l’azzurro al flauto, al violoncello e all’organo, il rosso alle fanfare e il viola suona come un corno inglese. Dopo aver collegato ciascun colore ad un suono, un profumo, un’emozione precisa, l’artista afferma che proprio grazie alle sue risonanze interiori, a seconda della sua diversità, ogni colore produce un effetto particolare sull’anima. Ritorna l'accordo e la simbologia dei tra i colori primari e le figure geometriche, enunciata nello Spirituale nell'arte: Kandinsky inscrive, infatti, il blu (la profondità) in un cerchio perfetto a destra, ponendo agglomerazioni di forme più libere nella parte mediana della superficie della tela, da dove emerge un rosso indistinto, mentre il giallo (l’acutezza) domina nella parte sinistra.

Nella parte sinistra prevale l'elaborazione grafica di rette parallele e curve che danno vita, fra i toni del giallo,ad un profilo umano stilizzato;a destra prevale la variazione del colore dal rosso al blu che attraverso scacchiere di poligoni e forme contorte,definisce l'ingrandimento di un pensiero umano e di quella mente tanto complicata quanto affascinante. Tutto è nel quadro:la ragione è ciò che è l'uomo, poiché esso è l'insieme,è il giallo e il blu, il volto e il pensiero.

L'opera d'arte è il risultato di un'esperienza emotiva e psicologica,grazie alla quale l'artista interpreta soggettivamente la realtà.

Ogni opera d'arte è figlia del suo tempo - dice Kandinsky - noi non possiamo avere la sensibilità dei Greci: se tentassimo di applicare i loro principi riprodurremo solo una copia priva dell'anima. inevitabile che l'arte dunque coinvolga la società in cui si sviluppa, diventandone testimone e specchio. Kandinsky vive gli anni delle prime formulazioni atomiche (Thomson e Rutherford), inoltre, nel campo della medicina, il Novecento costituisce il secolo in cui le nuove tecniche scientifiche allargano il campo della ricerca: i raggi x, la radioattività, in campo psicoanalitico, le pubblicazioni di Freud sulla psiche. L'atomo era sempre stato per Kandinsky una "palla piena e solida", non un insieme di particelle sostanzialmente vuoto. La disintegrazione dell'atomo equivaleva per me alla disintegrazione di tutto il mondo. All'improvviso crollarono i muri più spessi. Tutto divenne incerto, vacillante e molle. 

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