Poesie d'amore di Alda Merini: testo e analisi delle più celebri

Analisi di alcune poesie d'amore di Alda Merini: Sogno d'amore, E' più facile ancora, I due amanti e Nel cerchio di un pensiero

Poesie d'amore di Alda Merini: testo e analisi delle più celebri
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Poesie d'amore di Alda Merini

Poesie d'amore di Alda Merini
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Alda Merini è la più famosa poetessa italiana. Chiamata anche "poetessa maledetta" è nata a Milano il 21 marzo 1931 e morta il 1 novembre 2009. Ha esordito come autrice a soli 15 anni, e nel 1947 si è innamorata dello scrittore Giorgio Manganelli, iniziando con lui una relazione impossibile. Nello stesso anno viene internata per un mese all'ospedale psichiatrico di Villa Turno. La vita di Alda Merini verrà raccontata nel film Folle d’amore Alda Merini che verrà trasmesso il 14 marzo su Rai 1. A interpretare la poetessa milanese sarà Laura Morante. 

Di seguito troverai il testo e l'analisi di quattro poesie d'amore di Alda Merini:

  • Sogno d'amore;
  • E più facile ancora;
  • Nel cerchio di un pensiero;
  • I due amanti.
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Sogno d'amore

Se dovessi inventarmi il sogno
del mio amore per te
penserei a un saluto
di baci focosi
alla veduta di un orizzonte spaccato
e a un cane
che si lecca le ferite
sotto il tavolo.
Non vedo niente però
nel nostro amore
che sia l'assoluto di un abbraccio gioioso.

Analisi

In questa poesia Alda Merini esprime, attraverso due immagini prese da episodi di vita quotidiana, il suo amore troncato da qualcuno e che quindi lei non riesce più ad amar. Dagli ultimi versi si capisce che lei sa che questo amore, poiché è finito e irrealizzabile, non potrà mai essere felice.
Il componimento è costituito da 11 versi a schema libero collegati paratatticamente uniti con degli enjambement che accentuano il ritmo veloce e ossessivo che riesce ad esprimere al meglio lo stato emotivo di sofferenza dell’autrice e che da una certa musicalità al componimento.
Ciò è fatto anche grazie all’utilizzo di due metafore:

  • il saluto di baci focosi alla veduta di un orizzonte spaccato;
  • un cane che si lecca le ferite sotto il tavolo.

L’orizzonte spaccato rende benissimo l’idea del futuro incerto che le da quell’amore, mentre la metafora del cane che si lecca le ferite sta ad indicare le offese e le umiliazioni subite per la persona amata e che adesso ella cura nella solitudine. La poesia è poi divisa da un punto e la frase successiva indica il distacco da quell’amore che non è mai riuscito a renderla gioiosa. L’autrice riprende probabilmente il titolo della poesia da un’opera omonima del compositore e pianista Liszt che ha un ritmo veloce e ossessiva simile a quello della poesia. Alda Merini riprende anche da altri autori, ad esempio da Catullo sia per la sofferenza amorosa sia per i baci focosi (verso 4).
Il tema della sofferenza amorosa e dell’erotismo sono assai ricorrenti nelle poesie di Alda Merini come testimoniano altre sue opere.

E più facile ancora

E più facile ancora mi sarebbe

scendere a te per le più buie scale,

quelle del desiderio che mi assalta

come lupo infecondo nella notte.

So che tu coglieresti dei miei frutti

con le mani sapienti del perdono...

E so anche che mi ami di un amore

casto, infinito, regno di tristezza...

Ma io il pianto per te l'ho levigato

giorno per giorno come luce piena

e lo rimando tacita ai miei occhi

che, se ti guardo, vivono di stelle.

Analisi

In questa poesia Alda Merini esprime la difficoltà di un amore, che forse non è pienamente ricambiato. Come in altre poesie, giudica l'amore carnale negativamente, vedendolo come l'“extrema ratio” che renderebbe “più facile ancora” la conquista dell'amore. Ma c'è anche la speranza di una corrispondenza, resa dal verbo “so” al verso 7, che però forse è solo un modo per autoconvincersi.

Il componimento consta di 12 versi collegati da enjambent, ricche di similitudini e metafore. Già nella prima strofa si paragona il desiderio a un lupo, sottolineando quanto può essere animale l'uomo, e di conseguenza incapace di controllare i propri istinti. Ma è il verbo “sarebbe” che cambia tutto, perchè la poetessa, che parla in prima persona nella poesia, non viene condizionata da questi atteggiamenti, che vengono definiti “bui” da lei stessa, e quindi estranei al vero amore, che deve essere chiaro e sincero. Molto significativa è anche l'ultima similitudine, che paragona la bellezza dell'uomo amato a quella delle stelle. L'ultima strofa è all'insegna del tema della luminosità, espresso da termini come “giorno”, “luce” e “stelle”, che si contrappone al tema del resto della poesia, il buio e la tristezza, dando così un barlume di speranza all'evolversi della relazione.

La poesia riflette il classico tema dell'amore di Alda Merini e il tema della sofferenza provocata dall'amore.

Nel cerchio di un pensiero

Nel cerchio di un pensiero

a volte mi riposo sognando

e lì sta il tuo peccato

perché mi entri nel corpo

e il corpo si appassiona

gridando di un'estasi che non è sua

altri giovani amanti diciamo

che sono presenti

nei tuoi baci nelle mie disattenzioni

infatti su di me hanno camminato

le ombre dei morti

di coloro che sono inceneriti

in un letto

e non hanno mai avuto niente.

Analisi

Nella poesia “Nel cerchio di un pensiero” Alda Merini esprime quanto sia difficile conquistare l'anima di una donna. Attraverso immagini molto forti, la poetessa spiega come l'amore carnale sia una cosa completamente diversa dall'amore in quanto tale, che consiste nella scoperta e nella meraviglia di fronte ai sentimenti e alle emozioni dell'altro. Il componimento, costituito da 14 versi a schema libero, presenta alcuni enjambement, soprattutto nella seconda metà del componimento, in particolar modo laddove l'autrice inserisce metafore a sfondo macabro (v. 11-12), che ribadiscono il messaggio della poesia.

L'amore carnale, “condannato” dall'autrice in quanto fine solo a sé stesso, viene evidenziato come un peccato al verso 3, che illude il corpo, attraverso “un'estasi che non è sua” (verso 6). La metafora dei giovani amanti (versi 7-9) indica, forse più di tutte le altre parole di questa poesia, quello che vuole dire l'autrice: per conquistare una donna bisogna essere speciali, unici, e non assumere gli atteggiamenti di tutti gli altri, che consistono sempre e solo nell'illusione dei sensi.

La poesia rientra nel classico tema affrontato da Alda Merini, l'amore.

I due amanti

Ribaciami amore è

solo ieri

che mi hai sfiorato la lingua

con il verbo del tuo violino,

acino d'uva il tuo fallo

che posi sul grembo migliore.

Rimani e ascolta

l'ultimo respiro di vita

che si libera dai miei capelli.

Analisi

La poesia appartiene al gruppo di poesie erotiche di Alda Merini: in questa l’autrice ricorda il giorno precedente e descrive la scena di sesso avvenuta con l’amante che se ne sta per andare e che lei implora di restare. È composta da nove versi e è divisa in due strofe dal punto del verso 6; non sono presenti rime, infatti è a schema libero come la maggior parte delle sue poesie e sono presenti molti enjambement. Inoltre la paratassi prevale sull’ipotassi e il lessico usato è tipico del linguaggio quotidiano.

Nella poesia sono presenti varie figure che accomunano parti del corpo dell’amante a oggetti di vita quotidiana: ad esempio il suo pene, probabilmente a causa della sua dolcezza viene paragonato ad un acino d’uva ed il verbo del suo violino può indicare o le parole dolci che egli le diceva o i baci passionali tra i due. Gli ultimi tre versi, invece stanno ad indicare che dal rapporto tra i due nascerà un bambino e lei chiede all’amante di restare per sentire il respiro di suo figlio. In questa poesia i temi presenti sono principalmente due:

  • il tema dell’erotismo, nella parte centrale,
  • il tema della maternità alla fine.

Questi due temi sono riscontrabili anche in altre poesie di Alda Merini poiché hanno sempre avuto importanza nella sua poetica.

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