Confesso che ho vissuto

Scheda libro di "Confesso che ho vissuto" di Pablo Neruda (3 pagine formato docx)

Appunto di davideperri
Neruda è sempre stato  molto interessato alla natura; in giovane età, rimane colpito da particolari paesaggi e da bellezze naturali che gli rimangono impresse nella mente per molto tempo.
Neruda dimostra questa sua passione in modo particolare nella prima parte del libro, ad esempio quando si reca nella casa di Bajo Imperial che il padre ha ricevuto in prestito  per le vacanze ed osserva  rapito un fatto talmente semplice quanto, per lui, impressionante: le onde dell’Oceano.


Il poeta ritiene che il mare e i suoi moti turbolenti siano tanto affascinanti  quanto sconcertanti, soprattutto dopo la richiesta del padre di fare il bagno all’interno di quelle acque sconosciute che potrebbero portarlo contro le montagne sovrastanti l’Oceano.
Un altro episodio che lo lega alla natura riguarda gli animali, in particolare i cavalli, splendide creature, “Arroganti, Smisurati e Statuari”; così li descrive Neruda; afferma inoltre che  mai più avrà l’occasione di rivedere esseri tanto maestosi, forse in Cina intagliati nelle rocce della dinastia Ming, ma la più bella delle sculture non potrà mai rimpiazzare l’effetto che rendono questi animali dal vivo, soprattutto davanti agli occhi di un  bambino di cinque anni.


Un analoga vicenda, si riscontra quando Neruda è ospitato nella casa delle tre vedove, dove osserva per la prima volta e ne rimane affascinato, la mietitura delle spighe di grano, dell’avena e soprattutto l’allestimento di banchetti che vengono organizzati tra i compaesani per ravvivare lo spirito del paese.
Analizza tre frasi appartenenti alle 
1) “La folla umana è stata per me la lezione della vita”
2) “Io le dedico quanto scrivo e quanto ho”
3) “sarebbe diventato uno dei più cari compagni della mia generazione”


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