Malattie dell'esofago e sintomi

appunti di anatomia patologica sulle malattie dell'esofago: atresie, diverticoli, ernie iatali, varici esofagee, esofagite, esofago di Barrett e il carcinoma esofago (4 pagine formato docx)

Appunto di federicoparolini88

MALATTIE DELL'ESOFAGO E SINTOMI

Stenosi acquisite.

Possono essere dovute a:
•    Cicatrici provocate da traumi esofagei o da interventi chirurgiche
•    Flogosi cronica, con fibrosi e retrazione cicatriziale

Atresie. Assenza del lume di un tratto dell’esofago. Congenite, associate alle fistole esofago-tracheali o esofago-bronchiali. Possono essere presenti sia in caso di esofago canalizzato sia in caso di esofago atresico; in quest’ultimo caso il cibo non va a finire nello stomaco, ma va a finire nei bronchi, e questa condizione è mortale (asfissia).
 
Diverticoli. Estroflessioni della parete di un organo cavo; possono interessare tutta la parete del viscere (sierosa, sottosierosa, muscolare, sottomucosa e mucosa), oppure solo mucosa e sottomucosa.
In particolare nell’esofago si ritrovano:
•    Diverticoli da trazione: si hanno perché a ridosso dell’esofago si sviluppa un processo infiammatorio che esita in cicatrice, e tira verso di sé (ritrazione cicatriziale) la parete dell’esofago. La situazione più frequente è una linfadenite mediastinica (comune tubercolare), che poi esita in retrazione cicatriziale: interessa 1/3 medio dell’esofago, a lv della biforcazione tracheale. È interessata tutta la parete dell’esofago.
•    Diverticolo di Zenkel (diverticolo da pulsione): nel territorio di passaggio tra faringe ed esofago; è dovuto a una mancata coordinazione tra mm esofagea e faringea; ne risulta un punto di smagliatura della parete muscolare, e si estroflettono solo la mucosa e la sottomucosa (una muscolare vera e propria manca).

Diverticolite: sintomi e cure


PATOLOGIE ESOFAGEE

Ernie iatali. Ernia = dislocazione di un viscere dalla sua sede a una diversa tramite un orifizio.
Ci sono due tipi di ernia iatale:
•    Da scivolamento: si ha stiramento dell’esofago verso l’alto, e quindi il cardias e una parte del fondo gastrico attraversano lo iato esofageo, dislocandosi nella cavità toracica. L’esofago può “strozzare” una piccola parte dello stomaco. Si avranno problemi legati alla continenza del cardias; il problema maggiore sarà il rigurgito.
•    Da rotolamento o paraesofagea: una parte dello stomaco “rotola” in cavità toracica. In questo caso ci sarà del cibo che ristagna in quel territorio che rotola nel torace; inoltre quella parte subisce una pressione dovuta agli atti respiratori, determinandosi una congestione fino al sanguinamento e addirittura la perforazione.

Varici esofagee. Si osservano in soggetti affetti da ipertensione portale (di solito per cirrosi epatica): il sangue che deve passare dal fegato viene dirottato per circoli collaterali preesistenti; si formano comunicazioni tra il sist. portale e il sist. delle vene cave. In particolare le vene coronarie gastriche sono in rapporto con un plesso sottomucoso esofageo; questo plesso a sua volta è in rapporto con la v. azigos e la v. cava superiore; in tal modo si realizza un collegamento tra sist. portale e sist. delle vv. cave; in caso di ipertensione portale si verificano enormi dilatazioni a decorso tortuoso. Si osservano in ca. 2/3 dei casi di cirrosi epatica. Sono dislocate soprattutto nel 1/3 distale dell’esofago, ma anche nel territorio più craniale dello stomaco (fondo gastrico, cardias). Sono facilmente visibili all’esame endoscopico, ma anche all’rx con pasto baritato, perché sporgono nel lume ed occupano spazio. Invece su un cadavere o su un pezzo operatorio non si vedono, perché si svuotano e non sono quindi più evidenti; si deve ricorrere ad un artifizio, cioè si stende l’esofago su un piano rigido, e poi si esercita una pressione tangenziale sulla parete esofagea in senso cranio-caudale; così si sposta il sangue residuo verso la porzione distale dell’esofago, e se ci sono varici si gonfiano, poi (se c’è stata rottura) si vede un punto d’uscita per il sangue. In vivo se c’è rottura si ha emorragia massiva, tale da provocare la morte in ca. 1/2 dei casi dei cirrotici. In alcuni casi l’emorragia si arresta spontaneamente, però la recidiva è piuttosto comune, e di solito è fatale.

Esofago: anatomia, fisiologia e patologia


DISTURBI ESOFAGO: ESOFAGITE

Esofagite. Infiammazione dell’esofago, che può essere provocata da varie circostanze; la più comune è la MRGE, cioè incontinenza a lv della giunzione esofago-gastrica, che fa sì che parte del contenuto gastrico torni in esofago (reflusso, diverso da rigurgito).
Altre circostanti importanti sono:
•    Intubazione gastrica: se il sondino rimane in posizione molto tempo, comprimendo continuamente sulla parete esofagea, provoca ulcera da decubito.
•    Uremia: provoca flogosi in vari distretti, tra cui l’esofago.
•    Radiazioni ionizzanti, chemioterapia: possono provocare atrofia della parete esofagea, e quindi maggiore fragilità e tendenza ad infiammarsi.
•    Ingestione di sostanze corrosive o irritanti (accidentalmente o a scopo suicida).
Le alterazioni dipendono dall’agente causale, dalla durata dello stimolo e dalla gravità dell’aggressione. Quindi si distinguono vari gradi:
•    Lieve: l’unico reperto patologico è una lieve iperemia, cioè all’osservazione si ha una mucosa arrossata; al prelievo istologico si notano capillari congesti.
•    Moderata: erosioni superficiali (che possono anche essere confluenti) fino alle ulcerazioni (diff. tra erosione e ulcerazione…).
•    Grave: istologicamente si ha il passaggio di granulociti eosinofili, provenienti dal sangue, attraverso l’epitelio di rivestimento della mucosa esofagea (esocitosi eosinofila); questo è un evento comune, si osserva per es. nelle dermatiti. Un altro reperto è il tentativo cronico di riparazione da parte dell’epitelio, con lo strato basale dell’epitelio pavimentoso che va incontro a iperplasia, ispessendosi. Infine si ha l’allungamento delle papille della tonaca propria, che peraltro diventano più numerose; si determina così ispessimento della parete. Nelle forme più gravi si trovano anche granulociti neutrofili.
Le possibili complicanze sono:
•    Sanguinamento, se ci sono erosioni e ulcerazioni
•    Fibrosi, che può portare alla stenosi dell’esofago
•    Esofago di Barrett (predispone all’ulcera peptica e al cancro esofageo).

L'esofago: strutture, diverticoli e lesioni vascolari


MALATTIE ESOFAGO DI BARRETT

Esofago di Barrett. Complicanza del RGE di lunga durata. Colpisce maggiormente i maschi (4:1) e gli individui di razza bianca. Si tratta di una metaplasia a cellule cilindriche di tipo gastrico o intestinale, a carico dell’ep. pavimentoso stratificato nell’esofago distale. Metaplasia vuol dire trasformazione di un tessuto in un altro tessuto; si osserva non solo negli epiteli, ma anche negli epiteli stromali (es. ossa sesamoidi, trasformazione di tessuto connettivo in tessuto osseo).