Simbolismo

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Appunto di ariangioletto
Il termine espressionismo nacque come alternativa alla definizione di impressionismo.
Le differenze tra i due movimenti sono sostanziali e profonde. L’impressionismo rimase sempre legato alla realtà esteriore.
L’artista impressionista limitava la sua sfera di azione all’interazione che c’è tra la luce e l’occhio.
L’impressionismo è stato sempre connotato da un atteggiamento positivo nei confronti della vita, era alla ricerca del bello, i soggetti erano scelti con l’intento di illustrare la gioia di vivere. Totalmente opposto è
l’atteggiamento dell’espressionismo.
La sua matrice di fondo rimane sempre profondamente drammatica.
Quando l’artista espressionista vuol guardare dentro di sé, o dentro gli altri, trova sempre toni foschi e cupi. Al suo interno trova l’angoscia, dentro gli altri trova l’ipocrisia borghese. E per rappresentare tutto ciò,
l’artista espressionista non esita a ricorre ad immagini «brutte» e sgradevoli. Il termine "espressionismo"
indica quelle opere che intendono "esprimere" fortemente il sentimento individuale dell'artista, piuttosto che rappresentare oggettivamente la realtà, deformando coscientemente quest'ultima affinchè risulti
evidente che ciò che noi vediamo nella tela non è la riproduzione di un oggetto così come appare, ma come lo "sente" l'autore che proietta in esso la propria vita interiore. Storicamente il termine "espressionismo" trova la sua applicazione più esatta soltanto per quegli artisti che, a partire dagli inizi del '900, sostengono l'assoluta priorità dell'espressione del sentimento individuale sull'imitazione della natura.