Classicismo Fidiaco; Scopas; Prassitele

Esame dei caratteri del classicismo Fidiaco e delle caratteristiche della scultura di Scopas e di Prassitele (2 pagine formato doc)

Appunto di lysida
Classicismo Fidiaco… Classicismo Fidiaco… Per la prima volta, con Fidia, un artista, assume la figura di “maestro”, crea una scuola e determina una corrente di gusto che si trasmette ai posteri non solo come esperienza tecnica ma come cultura formale.
Da Fidia, infatti discende il classicismo fidiaco (* per classicismo si intende un movimento culturale che tende a rendere attuale il mondo classico.). Le opere di Fidia diventarono per i suoi seguaci dei modelli da imitare sviluppando e talvolta esagerando i caratteri secondari del suo stile. Il classicismo fidiano, ha spesso il carattere ripetitivo e peggiorativo della “maniera” con la netta coscienza comunque, che l'esempio del maestro non è raggiungibile, in un ideologia di storia come regresso da un “epoca aurea”, eco del mito esiodeo che vedeva appunto l'involuzione dell'uomo dall'età d'oro di Saturno.
Non credendo di poter eguagliare il maestro, si riprendono e si sviluppano caratteri particolari, spesso i più superficiali, portandoli spesso all'eccesso. Nel caso di Fidia, carattare come la fluidità dei ritmi lineari, la scioltezza del movimento. La Menade di Callimaco.. Esempio di classicismo fidiamo è la Menade di Callimaco: le figure sono assorbite dal vortice dei veli aritmicamente agitati intorno al corpo le pieghe con i loro solchi, formano onde ritmiche di luce vibrante il liberismo non si limita a definire i contorni ma si trasforma in luminismo vorticoso. Callimaco è attratto dal Panneggio e si limita alla parte superficiali, perdendo la struttura portante del corpo fidiamo. Alla serena proporzione apollinea (aggettivo riferito alla scultura di Fidia per sottolinearne la serena compostezza e la serena limpidezza concettuale) succede l'eccitazione fremente della ritmica dionisiaca (movimento vorticoso delle figure e dei veli delle Menadi). Scopa… Attivo nella Grecia della prima metà del IV secolo, richiama ai più forti motivi costruttivi di Fidia ma anche ai canoni quadrati e al rigore formale policleteo. Non vi è più l'identità suprema di umano, naturale e divino di Fidia, ma un sentimento aspro, un insofferenza della condizione umana. L'Olimpo è lontano, la natura non più amica. Dopo l'euforia del trionfo sulla minaccia persiana, appare la crisi della democrazia ateniese e il travaglio interno del popolo greco nelle guerre peloponnesiache. Mentre in Fidia la scultura si identificava con lo spazio, Scopa lo conquista di forza. Nella Menade di Scopa il busto è violentemente proiettato in avanti dall'opposto sbandare delle anche; la testa all'indietro, e le braccia, perdute accentuavano sicuramente la torsione del busto, sottolineata dalla veste scomposta. Non vi è l'Inerzia della Menade di Callimaco, la figura si avvita su se stessa. La statua di Pothos, risente del Sauròctonos di Prassitele ma con una più accentuata deviazione dell'asse di equilibrio, un accenno di movimento nell'incrocio delle gambe, un chiaroscuro più contra