Canto XI del Purgatorio: tema

Canto XI Purgatorio: tema che analizza il canto 11 del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri (2 pagine formato doc)

Appunto di giogi

CANTO XI PURGATORIO

Tema. Canto XI del Purgatorio: Il dialogo tra Oderisi e Dante affronta il tema della gloria terrena.

Dante ne delimita con nettezza il significato ma ne avverte  tuttavia il fascino e l'attrattiva. Commenta l'episodio facendo riferimento ai versi che in modo più incisivo toccano questa problematica. 
In tutto il Purgatorio Dante si immedesima con i pellegrini e con il loro percorso di purificazione: nel canto XI l’autore si trova di fronte alle anime dei superbi, che avanzano lentamente portando dei macigni sulle spalle. Il contrappasso è evidente: come in vita ebbero lo sguardo diritto e altezzoso, così ora sono costretti a guardare tutto dal basso.

CANTO XI PURGATORIO ANALISI

Il tema centrale del canto è evidente nel dialogo di Dante con Oderisi da Gubbio, miniatore del XIII secolo.
L’incontro si apre con il riconoscimento di Oderisi, “l’onor d’Agobbio e l’onor di quell’arte ch’alluminar chiamata è in Parisi”.
L’anima evidenzia subito il suo stato di pentimento, rifiutando con umiltà le lodi del poeta, poiché in Terra c’è chi lo ha già superato, cioè il miniatore Franco Bolognese.

Canto XI Purgatorio: parafrasi

CANTO 11 PURGATORIO FIGURE RETORICHE

Oderisi dà quindi a Dante una lezione di umiltà, ma non si limita a raccontare la sua esperienza personale di peccatore, offuscato dall’orgoglio per la propria arte, e allarga la sua analisi alla vanità della gloria terrena in generale.
Nei vv.91/93 viene espresso il tema centrale del canto: “Oh vana gloria de l’umane posse!
Com’ poco verde in su la cima dura,
se non è giunta de l’etati grosse!”;
la metafora delle foglie verdi che durano poco sulla cima degli alberi esprime la pochezza della gloria terrena, a meno che non sopraggiungano età di decadenza, in cui le glorie passate rimangono insuperabili.
Oderisi esemplifica poi questa dura sentenza con dei nomi molto noti: a Cimabue è subentrato il suo discepolo Giotto; Guido Guinizzelli è stato superato da Guido Cavalcanti, e addirittura è
“forse nato
Chi l’uno e l’altro caccerà dal nido”.
E’ evidente che in questi versi Oderisi allude a Dante: quindi, dopo aver sentenziato la caducità della gloria terrena, il poeta fa un vero e proprio atto di superbia?