Fenomenologia dello spirito: La religione artistica

La religione artistica: riassunto del capitolo VII, paragrafo B, della Fenomenologia dello Spirito di Hegel (5 pagine formato doc)

Appunto di focca

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO: LA RELIGIONE ARTISTICA

La religione artistica.

Dialettica della Religione in Hegel. La religione di Hegel supera il deismo astratto e anche l'idealismo morale di Kant e Fichte, per cui la religione era un postulato della ragione, un prolungamento della vita morale.
Nello scritto che interpreta il pensiero hegeliano la religione è definita come "autocoscienza dello spirito assoluto, rappresentata dallo spirito finito".
Per Hegel la religione esprime lo spirito attraverso l'elemento della rappresentazione. La religione esprime così la coscienza che un popolo prende di sé nella storia.
Per Hegel la religione è una intuizione dell'universo, che è espressione del genio di una comunità; vuole dunque recuperare la portata storica della religione.

Quella del paganesimo antico si inserisce tra la religione della natura dei popoli orientali ed il cristianesimo, formando quella che Hegel definisce religione artistica.
Quindi la religione è il momento di autocoscienza dello spirito, che precede il sapere assoluto vero e proprio; arte e religione costituiscono una rappresentazione anticipata della filosofia. Essa è superiore alla fede e viene arricchita dall'apporto della rappresentazione religiosa.

La Fenomenologia dello spirito: le tappe

Nella prima parte della Fenomenologia si è trattato di coscienza, autocoscienza e ragione ma di una coscienza individuale; con lo spirito l'oggetto è diventata la stessa sostanza spirituale, che deve prendere coscienza di sé. La religione costituisce per Hegel un passaggio fondamentale della coscienza dello spirito, che cerca di esprimere se stesso; lo spirito ora giunto a sapere di se cerca una espressione adeguata alla propria essenza.
Perchè allora questa realizzazione, o conciliazione, non si realizza se non con il cristianesimo? Perchè nelle altre religioni c'è ancora una differenza tra l'oggetto rappresentato, che è lo "spirito del mondo (effettuale)" e l'essenza vera e propria, che è invece "lo spirito infinito".
Cioè ogni religione, legata ad un popolo storico, esprime una sua rappresentazione dello spirito che è limitata al proprio modo di concepire il mondo.
Nella religione disvelata, poichè dio muore e resuscita nella comunità, si rappresenta "lo spirito che si sa (autocoscienza) ed è presente a se stesso". Dunque il cristianesimo per Hegel è quel momento storico in cui lo spirito del mondo (finito, effettuale) sarà conciliato con lo spirito infinito (assoluto).

La fenomenologia dello spirito di Hegel: riassunto

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO: RIASSUNTO

Religione nella Fenomenologia. Nella Fenomenologia l'arte è trattata come parte della religione, la quale precede il sapere assoluto, e corrisponde appunto con la civiltà greca; solo più tardi Hegel effettua la separazione dello spirito assoluto in arte, religione e filosofia. Si tratta del capitolo VII, par. B della Fenomenologia dello Spirito, ed è compresa tra la religione naturale e quella disvelata.
Hegel parte dalla critica a Schelling, che è il primo ad introdurre una vera e propria filosofia del tragico secondo Szondi; Hegel lo contesta in quanto il conflitto necessità-libertà di cui parla Schelling non si risolve nell'immediato, ma tramite l'annullamento che porta alla riconciliazione finale.
Questo capitolo è importante perché tratta della tragedia, che in tale opera è situata da Hegel all'apice della Religione artistica, ossia quella dei greci.

Cos'è la fenomenologia?

SPIRITO PER HEGEL

La dialettica generale della Religione è una rivelazione progressiva dello spirito a se stesso.
Il divenire della Religione riproduce il movimento generale della coscienza nella Fenomenologia.
Il primo passo è la Religione Naturale, in cui per la prima volta lo Spirito prende forma: è questo dunque il momento della coscienza, in cui "lo spirito si sa immediatamente".
Siamo nel caso di un dio-sostanza, non del dio-soggetto.
Per questo si passa alla Religione Artistica, in cui lo spirito supera l'immediatezza naturale, si separa da se e diventa un opera, o meglio si vede in un'opera. È questo lo spirito antico, della civiltà greca e corrisponde al momento dell'autocoscienza.
Il terzo momento (ragione) concilia i due precedenti: agli dèi greci che rappresentano lo spirito come opera oggettiva, si sostituisce il dio cristiano, vero uomo e vero dio. È la Religione Disvelata.
La storia della religione è dunque dominata dalla dialettica tra spirito assoluto e finito, tra noumeno e fenomeno: lo spirito finito, fenomenico, non è altro che quello assoluto nel proprio divenire consapevole di se.

La Fenomenologia dello spirito: coscienza, autocoscienza e ragione