Arthur Schopenauer

Arthur Schopenauer e la sua filosofia. (3 pagg. formato word) (0 pagine formato doc)

Appunto di digio82
Schopenhauer Schopenhauer La sua filosofia è influenzata da diverse grandi correnti filosofiche: l'illuminismo, il romanticismo, l'idealismo e la spiritualità indiana più due altri grandi autori come Platone e Kant.
Schopenhauer è uno dei maggiori teorici del pessimismo e a lui vanno alcuni meriti: E' stato il primo filosofo Occidentale a tentare il recupero d'alcuni elementi del pensiero filosofico Orientale, Ne ha tratto numerose espressioni e immagini suggestive impiegate nei suoi scritti. E' stato un estimatore della filosofia Orientale e il responsabile del suo successo in Occidente. Il punto di partenza della filosofia di Schopenhauer è la distinzione kantiana fra fenomeno e cosa in sé, anche se tale distinzione ha poco in comune con quella di Kant.
Per Kant il fenomeno è l'unica realtà accessibile alla mente umana e il noumeno è un concetto-limite che serve per ricordarci i limiti della mente umana, mentre che per Schopenhauer, il fenomeno è parvenza, illusione (Velo di Maya) mentre il noumeno è la realtà che si cela dietro al mondo fenomenico. Il fenomeno di cui parla Schopenhauer, è una rappresentazione interna alla coscienza e non esterna, secondo la quale egli è convinto di poter esprimere l'essenza della filosofia di Kant con l'assioma “il mondo è la mia rappresentazione”. La rappresentazione ha due aspetti inseparabili: il soggetto rappresentante e l'oggetto rappresentato ed entrambi esistono all'interno di essa allo stesso livello e dipendenti l'uno dall'altro. Schopenhauer ritiene che la nostra mente sia dotata di forme a priori, della cui scoperta ne riconosce il merito a Kant, pur ammettendo soltanto tre delle dodici forme a priori kantiane: spazio, tempo e causalità. Quest'ultima è l'unica categoria che riconosce, in quanto tutte le altre sono riconducibili ad essa (Kant ne ha indicate 12). Egli paragona le forme a priori a dei vetri sfaccettati attraverso i quali la visione della vita ne risulta deformata, traendo la conclusione che la vita è un “sogno”, dato che è costituita da qualcosa (rappresentazione) di illusorio e ingannevole. Al di là del sogno e del velo di Maya esiste la realtà vera sulla quale l'uomo non può fare a meno di interrogarsi (animale metafisico). Ma come è possibile lacerare il velo di Maya e raggiungere la verità che ci è nascosta dal mondo della rappresentazione che ci circonda? Schopenhauer dice che noi uomini non siamo solo conoscenza e rappresentazione, poiché non siamo solo una rappresentazione, ma anche un corpo, non ci percepiamo solo come esseri “dal di fuori” ma viviamo delle esperienze anche interiori godendo o soffrendo. Proprio grazie a questa esperienza interiore che siamo capaci di vedere oltre il velo del fenomeno, e di afferrare la verità. Analizzandoci come siamo interiormente, Schopenhauer si rende conto che l'essenza profonda del nostro io (oppure la cosa in sé) è la volontà di vivere. Noi siamo vita e volontà di vivere, e il nostro corpo non è che l