Capisaldi della filosofia di Hegel

Note estremamente sintetiche sui fondamenti del pensiero Hegeliano: realtà e spirito infinito; la legge che governa la realtà e la dialettica (1 pagine formato doc)

Appunto di tonyruoppolo
Capisaldi della filosofia di Hegel


I capisaldi della filosofia di Hegel sono fondamentalmente due:


- La realtà e lo Spirito infinito

- La legge che governa la realtà è la dialettica



L'asserto basilare è che la realtà non è sostanza ma Soggetto, o meglio Pensiero, Spirito. Tutto parte dalla "rivoluzione copernicana" di Kant e dalla filosofia di Fichte e di Schelling.
La realtà è quindi movimento, attività e con quest'ammissione Hegel supera la concezione dell'Io di Fichte, che non arriverà mai a compimento e perciò verrà detto da Hegel "cattivo Infinito di Fichte".

Fichte non cerca un rimedio per sanare la scissione tra Io e non-Io
e questa frattura viene in parte superata da Schelling.
Ma l'Assoluto di Schelling appare a Hegel come dissolvimento di tutto ciò che è determinato e differenziato. "La filosofia di Schelling è ingenua e fatua" -dice Hegel. Per Hegel lo Spirito si auto-genera generando nello stesso momento la propria determinazione e superandola pienamente. Lo Spirito, come attività, produce contenuti determinati ma negativi allo stesso momento. L'Infinito di Hegel è il positivo che si realizza mediante la negazione di quella negazione che è propria di ogni Infinito, è il toglimento e il superamento sempre realizzantesi del finito.

L'Infinito si fa attraverso il finito, inoltre nega se stesso determinandosi, quindi lo Spirito si fa attraverso la negazione della negazione. Lo Spirito Infinito di Hegel è come un circolo in cui inizio e fine coincidono in maniera dinamica. È come un movimento a spirale in cui il particolare è sempre posto ma dinamicamente risolto nell'Universale. Il reale è sempre risolto nel razionale. Si comprende come Hegel superi Schelling, infatti, lo Spirito non è un unum atque idem (uno e sempre uguale a se stesso) ma è un unum atque idem che si plasma in figure sempre diverse, cioè un'uguaglianza che sempre si ricostruisce.