La felicità per Epicuro e Aristotele

Presentazione in PowerPoint con immagini sul tema della felicità per Epicuro e Aristotele: confronto tra le ideologie dei due filosofi, il ruolo della ricerca filosofica, il pensiero antico, Democrito, i sofisti, Socrate, Platone, il giusto mezzo, Aristotele e l'Etica Nicomachea, Epicuro e la felicità: aponia e atarassia, la libertà e la scrittura consolatoria e Camus (12 pagine formato pps)

Appunto di ilambra

FELICITA' PER EPICURO E ARISTOTELE

La felicità.

La ricerca filosofica si occupa della felicità umana?
Per gli antichi GRECI scopo della filosofia era rendere l’uomo FELICE educarlo a conoscere se stesso e la propria natura e a individuare le possibilità d’espressione delle sue virtù e capacità.
La FILOSOFIA è ricerca della verità e insieme trasformazione spirituale del soggetto che ricerca.
Per i MODERNI, la filosofia è una forma di conoscenza che, come tale (=oggettiva e impersonale), non rende né felici né infelici così anche nell’etica moderna si perde il tema della felicità e lo si sostituisce con quelli del “dovere” e della “giustizia”.
OGGI: riscoperta filosofica del tema –affascinante e imbarazzante- della felicità

Epicuro e la felicità: riassunto

LA FELICITA' NELLA FILOSOFIA ANTICA

Il PENSIERO ANTICO si interroga sulla natura della FELICITA
la felicità consiste nella giustizia?
la felicità consiste nel godimento dei piaceri o nella serenità dell’animo?
la felicità è un’attività pratica o consiste nella contemplazione della Verità?
si può educare alla felicità?
si può essere felici da soli o è necessario partecipare alla vita pubblica?
La poesia greca è sensibile al tema della felicità :
OMERO, ESIODO gli dei sono garanti del rapporto felicità/virtù e puniscono con l’infelicità l’ingiusto; importanza del comportamento giusto nei confronti degli altri uomini
I LIRICI, come ALCEO e MIMNERMO, legano felicità al piacere pienezza dell’attimo, oblio dei dolori, gioia dell’eros etc
Con l’affermazione della filosofia si arricchisce la riflessione sulla felicità:
DEMOCRITO fonda la felicità sulla coscienza individuale, sulla buona disposizione dell’anima, sulla moderazione e sul controllo dei desideri, sull’imperturbabilità e sul cosmopolitismo del saggio
I SOFISTI ponendo ”l’uomo a misura di tutte le cose” indicano il primato della dignità dell’individuo e il suo diritto a realizzarsi pienamente attraverso la soddisfazione dei propri desideri

Tema su Epicuro

FELICITA' PER SOCRATE

Per SOCRATE la felicità consiste in una vita di costante indagine: il superamento delle false certezze e il riconoscimento dei propri limiti/ignoranza permettono il passaggio a una condizione superioredimensione della RICERCA, costitutiva dell’uomo
PLATONE, convinto che verità=sfera del divino trascendente, ritiene che la felicità sia la contemplazione della verità immutabile delle idee
ARISTOTELE (Etica nicomachea, libro I)
FELICITA’= realizzazione della propria natura
l’UOMO è RAZIONALE per natura
FELICITA è:
buona amministrazione di sé e delle proprie passioni uso moderato della volontà e senso del limite
stato della persona unità mente+corpo
più che emozione, è realizzazione delle potenzialità dell’individuo che per esprimersi devono trovare GIUSTO MEZZO tra passioni/ragione
equilibrio mente/corpo = pratica della ragione uomo = “mente che vuole e volontà che pensa”
ognuno raggiunge la SUA felicità quando la SUA mente/volontà raggiunge piena espressione
felicità non fatto privato/egoistico, MA costruzione di giusto mezzo tra la propria mente/corpo tra le tante menti e tanti corpi equilibrio=felicità

Vita e opere di Aristotele: riassunto

FELICITA' PER ARISTOTELE

ARISTOTELE (Etica nicomachea)
Osservazioni:
1- Aristotele riporta al centro della riflessione etica l’uomo in tutta la sua concretezza, evidenzia i caratteri della natura umana (biologia) e ritiene che l’etica non possa prescindere da qs
Il bene non sta in immutabili e distanti idee (Platone), né nei desideri mutabili degli uomini (sofisti), ma nella struttura naturale e stabile dell’uomo che ha capacità/funzioni specifiche (=virtù intellettuali e morali)
quindi: l’etica presuppone l’antropologia
“Il supremo valore morale e il massimo bene consistono nella felicità e questa è insieme il sommo piacere”
2 – l’uomo è “animale politico”: il bene di ogni singolo è connesso al bene collettivo, non c’è bene individuale contrapposto a quello politico
l’etica non è una scienza perché si occupa di situazioni particolari e concrete (anche se si differenzia dalle tecniche in quanto il suo oggetto è l’agire “fine a se stesso”) è saggezza pratica
la felicità richiede condizioni esterne: solo nell’ambito di una certa società (ben governata) si danno quella libertà/prosperità necessarie all’esercizio della virtù
quindi: l’etica è necessariamente anche politica

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