Seconda rivoluzione industriale: filosofia

Quadro del pensiero filosofico durante la Seconda rivoluzione industriale: riassunto (3 pagine formato doc)

Appunto di pimpy2

SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: FILOSOFIA

L'età della Seconda rivoluzione industriale. Tra il 1873 e il 1896 l'economia industriale capitalistica attraversa un lungo periodo di crisi: si tratta della cosiddetta "Grande Depressione".

C'è una nuova organizzazione della produzione e del mercato: la concentrazione industriale e finanziaria con la creazione di grandi monopoli e oligopoli; l'assunzione di un nuovo ruolo dello Stato nell'economia, con l'adozione di politiche protezionistiche.

La ristrutturazione del sistema capitalistico e la società di massa. Si ha una razionalizzazione sia a livello della produzione e dei mercati (con l'accordo fra potere economico monopolistico e potere politico), sia a livello delle strutture produttive. Sul piano sociale possiamo parlare dell'emergere della società di massa.

Grandi fenomeni sociali di massa sono, tra Ottocento e Novecento, la crescita demografica, l'urbanizzazione, le migrazioni intercontinentali. Assistiamo anche ad una nuova dislocazione e ridefinizione delle classi sociale: assottigliamento delle popolazioni contadine; nuova forma di borghesia imprenditoriale; ampliamento dei ceti medi.

Tutto su Guglielmo Marconi

SOCIALISMO

Una nuova opinione pubblica e i partiti politici. Nella società civile si ha la crescita della scolarizzazione, lo sviluppo dei mezzi di comunicazione tradizionali (epoca del liberty), la diffusione della fotografia, l'apparire della radio con Guglielmo Marconi, del cinematografo e del fonografo, la diffusione del telegrafo e del telefono. Dinanzi al complesso di tali fenomeni, il modello di rappresentanza politica elaborato dalla borghesia liberale ottocentesca si rivela inadeguato: il partito tradizionale era nato in una situazione di suffragio elettorale ristretto. Uno dei grandi eventi è il sorgere del partito moderno di massa caratterizzato da un'ottica di intervento nazionale, da un consenso su larga scala. Con l'emergere del moderno partito politico le masse entrano come protagoniste nella vita non è dunque solo la forma organizzativa, ma l'intero modello liberale dell'economia, della società e della politica che entra in una profonda crisi: "falsificato" in uno dei suoi dogmi fondamentali, la separazione fra stato ed economia; attaccato da movimenti negatori dell'individualismo, come il nazionalismo, e dai partiti socialisti.

Seconda rivoluzione industriale: riassunto

POSITIVISMO E RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

La crisi del positivismo. La formula "crisi del positivismo" usata sovente per caratterizzare la cultura europea tra Ottocento e Novecento, può essere utile come orientamento, ma occorre verificarne la pertinenza nelle articolazioni della vita culturale: nella letteratura e nell'arte, con la reazione antinaturalistica espressa dal simbolismo, dal decadentismo e poi dalle avanguardie artistiche europee; nel dibattito politico e ideologico, che deve affrontare la crisi del modello istituzionale e teorico liberale; nelle discipline scientifiche, investite da un'ampia revisione epistemologica e metodologica; nella filosofia, che dal rapporto con le scienze è sollecitata in questa fase a ridefinire il proprio ruolo e la propria funzione. L'idea di un progresso unilaterale e cumulativo dell'evoluzione di Spencer inizia a subire una critica radicale sia da Nietzsche, sia nel campo delle scienze sociali e storiche, che contestano la fondatezza di una concezione filosofica della storia.