Schopenhauer e il tentativo di superare l’idealismo

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Appunto di saretta382
SCHOPENHAUER (1788 - 1860) SCHOPENHAUER Tutto il suo discorso ha il tentativo di superare l'idealismo.
S. ha definito i 3 idealisti “3 impostori, 3 ciarlatani, 3 sofisti”. Queste accuse derivano dal fatto che l'idealismo ha nascosto la realtà, la dialettica ed il resto sono un'illusione filosofica per celare agli uomini la realtà. S. critica l'affermazione “tutto ciò che è reale è razionale”, perché per lui nella realtà ci sono molti aspetti irrazionali che H. non aveva considerato. Questi, per S. sono la prova tangibile che la ragione non può spiegare tutto, inoltre è critico nei confronti di H. perché ha reso la filosofia serva dello stato prussiano, e l' ha messa al servizio della politica e H.
è un sicario della verità. Ha avuto successo H. perché si è messo al servizio dei potenti. Ci vuole una filosofia non remunerata. In questo contento l'unica cosa giusta è che la filosofia torni a K. superare l'idealismo e recuperare gli elementi più importanti della filosofia kantiana. Parlando di K. non possiamo non parlare del rapporto fenomeno/noumeno, per S. il tentativo dei filosofi kantiani di superare questo dualismo è errato, questo dualismo va mantenuto, non superato, perché le grandi filosofie si basano su questo tipo di dualismo e qui riprende Platone (essere/divenire). Dobbiamo riprendere questo dualismo, partire da una realtà che sembra in un modo, ma che è diversa. Il fenomeno è una realtà soggettiva. K. e Platone sono per S. i grandi maestri della filosofia occidentale, preceduti dalle filosofie orientali. S. aveva conoscenza delle filosofie orientali che si basano sulla differenza tra la realtà come la percepiamo e come è realmente. La realtà è un velo che nasconde la vera realtà; nel Buddhismo si parla di velo di Maia, ossia, un aspetto della realtà che ci nasconde l'essenza della metafisica. Comincia ad essere evidente una matrice kantiana ed anche un allontanamento; K. dava al fenomeno una valutazione positiva, la conoscenza fenomenica era valida. Per S. il fenomeno è ciò che ci nasconde la vera struttura metafisica del reale, da un lato il discorso è kantiano (per il rapporto fenomeno/noumeno), ma dall'altro c'è un superamento perché c'è una valutazione diversa del fenomeno e c'è un atteggiamento diverso nei suoi confronti. Per S. il fenomeno va superato, non è il punto d'arrivo come per K. il mondo ci appare come fenomeno, cioè come rappresentazione, abbiamo una visione soggettiva; queste strutture conoscitive sono le forme di cui parlava K. Mentre K. distingueva spazio e tempo, S. riduce le categorie alla sola categoria di causa che, per lui, è la fondamentale; per la sensibilità c'è come per K. spazio e tempo. Attraverso queste categorie conosciamo la realtà. Al di là della conoscenza fenomenica supponiamo la cosa in se che però non può essere conosciuta attraverso la conoscenza fenomenica. K. si era fermato qui dicendo che la cosa in sé non è conoscibile, S. non accetta questa rinuncia, vuole superare il