Shoah: tesina sullo sterminio degli ebrei

Shoah: tesina svolta sullo sterminio degli ebrei avvenuto durante la Seconda guerra mondiale ad opera dei nazisti del Terzo Reich

Shoah: tesina sullo sterminio degli ebrei
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Shoah: tesina sullo sterminio degli ebrei

Shoah: tesina sullo sterminio degli ebrei
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Il termine shoah - sinonimo di Olocausto - indica lo sterminio degli ebrei avvenuto durante la Seconda guerra mondiale e rappresenta l’apice raggiunto dalla violenza nazista. La “soluzione finale della questione ebraica” può essere considerata come l’estremo orrore della storia umana.

L’ideologia nazista si basava sull’affermazione della presunta superiorità genetica della razza ariana. Hitler considerava l'infezione ebraica come una delle minacce più gravi alla purezza della razza ariana. In base a queste idee e concezioni, il popolo ebraico veniva considerato come un popolo inferiore, che quindi avrebbe dovuto essere eliminato.

Razzismo contro gli ebrei

Il razzismo nei confronti degli ebrei nascondeva in realtà motivazioni di natura economica. Hitler indicò i cittadini di cultura e religione ebraica come i responsabili delle ripetute crisi economiche che continuavano ad affliggere la Germania. L’eliminazione degli ebrei avrebbe favorito in particolare due categorie: quella dei grandi industriali, che avevano bisogno dei prestiti delle banche e quella dei molti proprietari terrieri che, a causa della crisi, avevano ipotecato i loro beni e si erano indebitati con gli istituti bancari. La propaganda contro il “nemico interno” si rivelò un modo per unire ideologicamente la società al regime nazista, e permise di trovare un capro espiatorio colpevole di tutti i mali.

Propaganda antiebraica

La propaganda antiebraica si concretizzò in forme di persecuzione sempre più violente ai danni dei cittadini ebrei, che furono privati dei loro diritti e emarginati dalla vita del paese. Infatti con le “leggi di Norimberga” del settembre 1935 gli ebrei furono esclusi dal diritto di voto e dagli impieghi pubblici, dall’esercizio di professioni liberali, dal commercio, dalle banche e dall’editoria. Furono inoltre proibiti i matrimoni “misti” tra ebrei e tedeschi e si dichiararono nulli quelli già celebrati. In pratica gli ebrei vennero privati di ogni diritto di cittadinanza. Dal 1938 si diffuse la pratica della “arianizzazionedei beni ebraici, cioè il sequestro dei patrimoni appartenenti a ebrei.

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, conosciuta come la “notte dei cristalli”, si svolse in Germania la più dura e violenta manifestazione di antisemitismo che l’Europa avesse mai visto; le violenze antisemite provocarono più di 90 morti e 20 000 ebrei furono arrestati e molti di loro vennero avviati nei campi di concentramento, chiamati lager.

Campi di concentramento

I campi di concentramento fecero la loro comparsa quasi contemporaneamente alla presa del potere da parte dei nazisti. I primi lager furono installati già nel 1933 per rinchiudervi i dissidenti politici. A partire dal 1936, quando la gestione dei campi passò alle SS, la concentrazione degli ebrei nei campi fu organizzata in modo più sistematico e “scientifico”. Il primo campo di Dachau fu ampliato e ad esso se ne aggiunsero numerosi altri, come quelli di Buchenwald (in Germania dal 1937) e di Auschwitz (in Polonia dal maggio 1940).

Sul cancello di quest’ultimo campeggiava la scritta Arbeit macht frei (il lavoro rende liberi).

Nei campi di concentramento e di lavoro i prigionieri erano suddivisi in categorie, individuate da un contrassegno visibile che indicava un preciso gradino della struttura gerarchica: alla base della piramide stavano gli ebrei (stella o triangolo giallo), poi gli zingari e gli omosessuali (triangolo rosa), i cosiddetti “asociali” (triangolo nero), gli avversari politici (triangolo rosso), i sacerdoti e i testimoni di Geova (triangolo viola), infine in cima alla piramide stavano i criminali comuni (triangolo verde) che avevano il compito di mantenere la disciplina fra i prigionieri. Alle SS spettavano le esecuzioni esemplari.

Secondo calcoli approssimativi, durante l’intero arco del regime nazista furono deportati nei lager da otto a dieci milioni di individui, sia di nazionalità tedesca, sia deportati dai paesi occupati dalla Germania. Denutrizione, malattie dovuta alla totale mancanza di igiene e di riscaldamento nelle baracche, lavoro protratto fino ai limiti fisiologici, umiliazione continua e brutale dei prigionieri: era questo lo scenario che connotava i lager nazisti.

Malgrado le persecuzioni, le discriminazioni giuridiche e l’istituzione dei campi di concentramento, né Hitler né gli altri capi nazisti chiarirono in quale modo essi volevano risolvere la “questione ebraica”. Il regime nazista intendeva rendere così difficile la vita agli ebrei da indurli a emigrare.

Soluzione finale del problema ebraico

Solo dopo lo scoppio della guerra furono avviate le procedure per una soluzione radicale del problema: si trattava della “soluzione finale”, attraverso la quale venne ordinato lo sterminio sistematico di tutti gli ebrei. Hitler diede corpo all’idea dello sterminio fisico, di cui inizialmente si incaricarono i “gruppi operativi” delle SS, che nell’inverno 1941-42 fucilarono 700.000 ebrei. Non si sa quando Hitler abbia dato l’ordine preciso, ma è plausibile ritenere che egli avesse approvato i piani elaborati da Adolf Eichmann, alto funzionario della polizia tedesca, per conto delle SS.

Veri e propri campi di sterminio furono allestiti dall’estate del 1942: essi servivano solo esclusivamente all’uccisione in serie attraverso le camere a gas e i forni crematori. In questo senso è possibile distinguere da una parte i campi di concentramento e di lavoro, dall’altra i campi di sterminio.

I campi di sterminio furono tutti allestiti in territorio polacco. Ad Auschwitz i treni blindati trasportavano il loro carico umano che, dopo un estenuante viaggio, veniva interamente assassinato nelle camere a gas.

Si calcola che la “soluzione finale” abbia provocato la morte di cinque-sei milioni di ebrei. Per i pochi superstiti fu impossibile dimenticare la terribile esperienza del lager. In questi uomini la prostrazione fisica, il senso di umiliazione, lo stupore per la fine di un incubo e in alcuni casi il senso di colpa per essere sopravvissuti, prevalsero sulla gioia per la liberazione.

Shoah storia

Nonostante la storia del XX secolo conobbe numerose esplosioni di odio etnico e nazionalistico, la Shoah conserva una sua singolarità storica e resta un evento unico per l’enormità delle cifre, per la sistematicità della strage, per il silenzio delle popolazioni civili di fronte a ciò che si stava compiendo.

Lo sterminio degli ebrei è stato messo in atto nel cuore dell’Europa dove, almeno in apparenza, principi come la tolleranza, la libertà politica, il valore di ogni singola vita sembravano divenuti patrimonio comune e condiviso. Nel lager di Fossoli, vicino Bolzano passò Primo Levi che fu successivamente deportato ad Auschwitz. La testimonianza di Primo Levi sulla vita nel campo di Auschwitz è raccolta nel volume Se questo è un uomo.

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