Purgatorio Canto 1: riassunto e analisi

Riassunto, figure retoriche e analisi del primo canto del Purgatorio di Dante (2 pagine formato docx)

Appunto di alessandraj10

PURGATORIO CANTO 1: RIASSUNTO E ANALISI

Purgatorio Canto 1. 1-12: i primi dodici versi costituiscono una protasi, ossia una breve anticipazione del contenuto.

Dante definisce tutto il suo itinerario: il mare crudele della prima cantica, la montagna da risalire nella seconda e il cielo della terza. Viene annunciata anche la differenza stilistica e tematica tra Inferno e Purgatorio, infatti le vele abbassate erano segno di immobilità e di impotenza del marinaio a governare la barca, quindi la condizione delle anime era immutabile per sempre; ora, invece, Dante recupera il dinamismo, le anime si muovono verso il compimento e la progressiva purificazione e contemporaneamente la poesia di Dante potrà elevarsi, ossia alzare le vele, per correr miglior acque, quindi per trattare una nuova materia, che è rischiarita dalla luce di Dio, dalla Sua grazia. In questa metafora l’ingegno di Dante è paragonato a una navicella, con una dichiarazione di modestia, e Beatrice costituisce l’ammiraglio, ossia colei che guida tutta la flotta pur non essendo su ogni nave: infatti guida Dante per tutto il viaggio, pur non essendogli accanto per tutto il tempo.

CANTO 1 PURGATORIO: ANALISI

In questa introduzione svolge un ruolo importante la memoria, divisa in tecnica, che fa ricordare le cose ed è quella con cui Dante ricorda il viaggio nell’Inferno, e in interiore, quella che gli uomini compiono al loro interno e con cui Dante ricorda il viaggio del proprio animo alla vista delle punizioni infernali e con cui ricorda la sofferenza provata nel vedere i peccatori.

Prosegue con un elemento classico dei proemi epici, un’invocazione alle Muse, simbolo di tutte le forme della poesia, e con queste riprende il concetto di memoria, poiché sono figlie di Apollo e della dea Memoria. In particolare invoca Calliope, ricordando la vittoria che questa riportò sulle nove figlie di Pierio, re di Macedonia, che avevano sfidato le Muse in una gara di canto. Sconfitte da Calliope, loro, che erano state le mortali con la voce più bella, vennero trasformate in Piche, gli uccelli dalla voce stridula e monotona. A Calliope, musa dell’epica, chiede che la poesia risorga, poiché si era abbassata per parlare di un argomento basso come il peccato e Dante era dovuto ricorrere a un linguaggio basso, comprensibile a tutte le persone, perché tutti dovevano comprendere le conseguenze del peccato. Inoltre Dante aveva su di sé l’angoscia della morte fisica, per cui la poesia era morta. Questa cantica, invece, richiede un linguaggio più elevato.
13-27: presenta ora l’atmosfera del Purgatorio dove vi è un’aria limpida e non la puzza infernale, da dove si vedono il cielo e le stelle e gli aggettivi dolce, sereno e puro sono in contrapposizione alla selva aspra, dura e forte. Dante aveva cominciato l’inferno presentando se stesso, qui invece è come se la presenza umana dovesse passare al 2° posto rispetto alla presentazione del luogo. Parla dello Zaffiro, che aveva la capacità di far uscire dal peccato le anime, di placare la collera di Dio e di lavare gli occhi dalle impurità del peccato. Il periodo migliore per purificarsi è la costellazione dell’Ariete, perché Dio aveva creato il mondo, era nato Gesù e vi era la rinascita della natura, simbolo di rinascita per tutti gli uomini.

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CANTO 1 PURGATORIO: FIGURE RETORICHE

La congiunzione di Venere con la costellazione dei Pesci nel 1300 avvenne tra marzo e aprile, perciò l’immagine che ci fornisce Dante è una precisa indicazione cronologica. Venere è simbolo dell’amore come carità e amicizia, che è ciò che devono recuperare le anime, è simbolo della natura che rinasce, così come devono rinascere gli uomini, liberi dal peccato, e Dante scrive nel Convivio che si può paragonare alla retorica per la chiarezza dell’aspetto, infatti è visibile e viene chiamata Vespero al mattino e Lucifero alla sera e si può vedere sempre come la retorica nella filosofia. Con il concetto di retorica torna anche la memoria, perché la mattina il retore parla e la sera, chi ha ascoltato, deve ricordare il discorso e meditare in privato. Per osservare Venere Dante era rivolto a est, poi girandosi dalla parte destra è di fronte al sud. In questo modo, rivolto verso il Polo Sud può vedere le quattro stelle che rappresentano le quattro virtù cardinali di prudenza, giustizia, fortezza e temperanza. I primi uomini, Adamo ed Eva, non conoscevano il peccato perché vedevano le stelle, ma dopo la loro cacciata l’uomo aveva perso questo influsso ed era soggetto a quello del peccato, infatti dall’emisfero settentrionale le stelle non sono visibili, e poiché Dante riteneva che tutte le creature umane vivessero nell’emisfero settentrionale ne segue che tutti gli esseri viventi erano soggetti al peccato.

Parafrasi del Purgatorio Canto 1