La vita nuova di Dante: riassunto e analisi

La vita nuova di Dante Alighieri: sintesi, analisi del testo, significato, ambientazione e linguaggio dell’autobiografia in prosimetro del poeta.

La vita nuova di Dante: riassunto e analisi
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La vita nova di Dante Alighieri

La vita nuova: riassunto e analisi
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Dante Alighieri nacque nel 1265 a Firenze da un famiglia della piccola nobiltà. Frequentò circoli letterari dove conobbe Brunetto Latini, che divenne suo maestro. Fece parte dei Guelfi bianchi. Nel 1302 fu accusato di baratteria e mandato in esilio, scrisse molte opere: il “Convivio”, il “De vulgari Eloquentia” e il “De monarchia” ed infine la “Commedia” definita da Boccaccio “Divina” poiché all’insegna di Dio. Morì a Ravenna e non tornò neanche prima di morire a Firenze, anche se gli era stata offerta la possibilità di tornare perché non ritenuto più colpevole, decidendo di restare fedele alle sue idee anche se la città era sempre stata da lui amata.

La vita nuova: riassunto

Dante comincia il racconto del suo amore per Beatrice dal giorno in cui gli apparve per la prima volta all’età di nove anni; nove anni più tardi Beatrice rivolge a Dante il suo primo saluto. Successivamente si ritira per meditare sulla sua amata, addormentandosi e così gli appare in sogno Amore, che dopo aver fatto mangiare a Beatrice il cuore del poeta, piangendo si allontana verso il cielo insieme alla donna. Per avere una spiegazione della visione Dante invia ad alcuni trovatori del suo tempo il sonetto “A ciascun’alma presa e gentil core”.

Tra le numerose risposte che ne riceve una di Guido Cavalcanti, che segna l’inizio di un’affettuosa amicizia tra i due poeti. Dante nasconde il suo amore per Beatrice, fingendo che il suo interesse era rivolto ad un’altra donna (donna-schermo), per la quale scrive alcune rime. Compone un’opera che elenca le sessanta più belle donne fiorentine e al nono posto compare Beatrice. 

Dopo la partenza da Firenze della donna-schermo, Amore appare al poeta sotto le spoglie di un pellegrino e gli indica il nome di un’altra donna da usare come schermo del suo amore. Questo atteggiamento espone Dante alla maldicenza della gente, tanto che Beatrice arriva a togliergli il saluto. Afflitto per esser stato privato del saluto dell’amata Dante si ritira in una sua camera, dove Amore gli appare in sogno e lo invita a comporre un testo per confermare a Beatrice la sua fedeltà. In seguito Dante, condotto da un suo amico, incontra Beatrice ad un matrimonio. Alla vista di Beatrice, Dante, non riesce a nascondere l’amore per la donna, per questo le donne e la stessa Beatrice cominciano a prendersi gioco di lui. Dante, umiliato, si ritira nelle sue camere dove compone un sonetto. 

Nel frattempo muore il padre di Beatrice e il poeta chiede ad alcune donne cosa accadde e poi compone dei sonetti. Poco tempo dopo la morte di Beatrice Dante si ammala e dopo nove giorni, indirizzato da Amore, descrive in un sonetto a Guido Cavalcanti un’apparizione di Beatrice preceduta da Giovanna-Primavera, la donna amata dal suo primo amico.

Successivamente Dante descrive i benefici effetti prodotti dall’apparizione e dal saluto di Beatrice sugli uomini in generale e su di lui in particolare, in dei sonetti. Dopo aver illustrato ciò che lega Beatrice al numero nove e aver ricordato la lettera sulla condizione di Firenze da lui scritta, Dante riprende il filo del racconto della morte della sua amata. Più tardi durante il primo anniversario della morte di lei, Dante si accorge con stupore che ha cominciato a dimenticare Beatrice. Un giorno, però, gli ritornò in mente la donna com’era quando la incontrò per la prima volta, ritornando cosi a pensare a lei. Infine il poeta ha una visione, in seguito alla quale si ripropone di non parlare più di Beatrice fino a quando non potrà "dicer di lei quello che mai non fue detto d’alcuna".

Vita nova: analisi

Significato. Vita Nova: intesa come rinnovamento vitale.

Ambientazione. Sappiamo che Dante scrive l’opera tra il 1292 e il 1293, dopo la morte di Beatrice, ed è ambienta nella corrotta Firenze di quel tempo.

Linguaggio. Dante in quest’opera fonde stili molto diversi tra loro, è il primo autore ad usare il prosimetro. Lo stile che prevale è quello legato al movimento stilnovistico, dove alla base c’è un amore spirituale verso la donna-angelo. E’ un’opera basata sul simbolismo, infatti, ricorre spesso il numero 9, multiplo di 3 che sta a simboleggiare la teologia. L’opera è scritta in volgare con la presenza di molti latinismi; Dante ha come fonte “Le confessioni" di Sant’Antonio. Quest’opera è rivolta ad un pubblico borghese e colto.

Vita nova di Dante: approfondimenti

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