Novembre di Pascoli: analisi

Testo e analisi dettagliata della poesia "Novembre" e delle particolarità dello stile di Giovanni Pascoli (2 pagine formato doc)

Appunto di caterinacagalli92

NOVEMBRE PASCOLI: ANALISI

Analisi della poesia Novembre di Giovanni Pascoli.

Gémmea l’aria, il sole così chiaro
Che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore.

Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
Di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.

Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile.

E’ l’estate,

fredda, dei morti.

L'approfondimento su vita e opere di Giovanni Pascoli

NOVEMBRE PASCOLI: ANALISI DEL TESTO

Nella poesia Novembre, la comunicazione è quella di immagini che portano a un’illusione, quella della primavera, che rappresenta la metafora delle illusioni della vita.
Nei primi versi, il paesaggio luminoso è percepito con sensazioni gradevoli che spingono a ricercare altri segnali della bella stagione.

Nei versi successivi c’è il passaggio alla realtà: rami spogli, cielo senza uccelli, terreno gelido, silenzio. Infine la presa di coscienza dell’illusione: nonostante la giornata luminosa e serena, siamo nel mese di novembre che richiama la commemorazione dei morti.
Nella poesia i versi hanno due lunghezze: undici e cinque sillabe (endecasillabi e quinari). I versi più brevi hanno lo scopo di spezzare il ritmo, in modo da fermare l’attenzione con una musicalità diversa.
Leggendo la poesia, si avverte un ritmo, una sonorità che si ripete, una musicalità del testo che lo caratterizzano immediatamente come diverso dalla prosa. Il poeta presenta le sue immagini con parole scelte e raggruppate in modo particolare: il suono evoca suggestioni riferibili ai contenuti trasmessi. A questo concorrono elementi diversi: il verso, la rima, la strofa.
I versi sono raggruppati in tre strofe (quartine formate da tre endecasillabi e un quinario) e sono tra loro in rima incrociata secondo lo schema ABAB. Endecasillabi e quinari si ripetono allo stesso modo e con lo stesso tipo di rima.
Per la sonorità, anche la scelta delle parole e della punteggiatura è importante: la presenza di vocali aperte nel primo verso serve a dare un’idea di ariosità e luminosità, la congiunzione e ripetuta tre volte rende più ravvicinato il ritmo e sottolinea la forza del paesaggio dall’illusione alla realtà, le numerose virgole servono invece a determinare pause che invitano alla riflessione.

Novembre di Pascoli: analisi del testo

NOVEMBRE PASCOLI: ANALISI BREVE

Nei primi versi si presenta l’immagine di una improvvisa primavera, o meglio, di una sensazione di primavera: l’aggettivo gemmea significa “brillare come una gemma”, non è una parola del linguaggio comune, ma ci comunica con efficacia l’idea di purezza e splendore della primavera; l’espressione prunalbo (biancospino) è costruita rovesciando la normale sintassi, così il verbo che indica la sensazione viene isolato in modo da farlo risaltare maggiormente; la sensazione stessa è rappresentata con la sinestesia, l’associazione di termini che dovrebbero riguardare sfere sensoriali diverse: l’odorino del prunalbo, appartenente all’olfatto, si sente nel cuore, perché in realtà è un’illusione.
Anche nella strofa successiva la costruzione sintattica della frase è particolare: secco è il pruno, le stecchite piante di nere trame segnano il sereno, cavo al piè sonante sembra il terreno. In questi versi ci troviamo in presenza di parole particolari scelte con cura dal poeta per comunicare immagini: l’aggettivo stecchite, unito all’espressione nere trame, dà una idea reale di freddezza.
Il linguaggio poetico si trova anche negli ultimi versi: l’aggettivo fragile riferito al verbo “cadere” anziché alle foglie stesse è un’ipallage e l’accostamento di odi…cader fragile è una sinestesia. In questo caso si mette in risalto l’illusione e la fragilità della vita.