Estetismo e mito del superuomo in D'Annunzio

Estetismo e mito del superuomo nella poetica dello scrittore italiano Gabriele d'Annunzio. Spiegazione e significato del concetto di superuomo

Estetismo e mito del superuomo in D'Annunzio
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MITO DEL SUPERUOMO

Gabriele d'Annunzio
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La capacità passionale ed impressionistica della tecnica utilizzata dal famoso poeta italiano Gabriele D’Annunzio prese le forme, in un preciso momento della sua esistenza, di un più elegante e ricercato, ma anche più ingegnoso, estetismo. L’estetismo può essere così definito come la venerazione del fascino, dello splendore e della raffinatezza esteriore.

Gabriele D’Annunzio produsse, in questo suo periodo collegato all’estetismo, alcune raccolte di liriche che si possono considerare come delle preparazioni di infrequente perfezione e bravura tecnica, ma allo stesso tempo anche stilistica, che però si mostrano effettivamente sottratti di concreta capacità di arte poetica, ed elaborò ulteriormente il suo primo romanzo dal titolo Il piacere, in cui si possono rintracciare manifestazioni e linguaggio di tipo estetizzante e decadente relativamente all’esistenza e all’arte.

Aumentando ed ampliando continuamente le proprie esperienze culturali, il poeta italiano produsse successivamente una rilevante e notevole raccolta ed insieme di poesie, in cui l’ideale estetizzante e decadente assume conformazioni e strutture alquanto indeterminate e imprecise, orientate ad una nuova modulazione di debolezza passionale.      

Proprio in quello stesso momento, Gabriele D’Annunzio compose inoltre altri romanzi nei quali si può evidenziare una nuova e diversa modulazione spirituale e emotiva. In particolar modo nell’opera letteraria dal titolo Giovanni Episcopo e nell’Innocente si manifesta alquanto manifesta l’influenza del romanzo mentale di derivazione da alcuni importanti autori russi come ad esempio Tolstoj.

Ed è particolarmente meritevole sottolineare il fatto che la nuova emozione e caratteristica di solidarietà che si scopre all’interno del poetamsi può manifestare all’interno della personalità di qualche suo personaggio presente nei suoi romanzi e nella vicenda narrata; però bisogna comunque specificare che rimane tuttavia continuamente superiore, nel letterato, la capacità passionale ed impressionistica.

Nell’opera sua importante denominata il Trionfo della morte, all’interno della quale  la capacità del romanziere italiano si è modificata ed è divenuta molto più matura ed articolata, si possono così considerare alcuni segnali e annunci, che preannunciano la sua nuova elaborazione e rappresentazione del superuomo. Proprio D’Annunzio riuscì a confermare che esso rappresenta la premessa ed introduzione all’interno del suo romanzo. 

All’interno delle Novelle di San Pantaleone lo scrittore stesso manifesta e comunica a questo punto una recente percezione di agitazione, preoccupazione e di malinconia passionale, che rappresenta l’impronta più considerevole ed importante della sua nuova capacità creativa di tipo estetizzante e decadente.

IL MITO DEL SUPERUOMO IN D'ANNUNZIO

Il momento fondamentale e principale del pensiero e della concezione di Gabriele D’Annunzio è da considerare all’interno dell’elaborazione del superuomo, che il poeta italiano risveglia dalle conoscenze del filosofo tedesco Nietzsche, e la cui importanza si percepisce sia all’interno dell’ambiente del pensiero politico come ad esempio ricordiamo la devozione alla violenza, al patriottismo e all’imperialismo, sia all’interno della rappresentazione più nota dell’attività letteraria come ad esempio la celebrazione della vita e dell’arte.

      

Tratteggiando e rappresentando la concezione del mito del superuomo attraverso spunti individuali, Gabriele D’Annunzio immagina la figura di un soggetto, di un uomo particolare, singolare, diverso dal comune, che riesce a dare ascolto solamente alle sue inclinazioni.  

In questo nuovo intervallo del suo progresso artistico e culturale, Gabriele D’Annunzio produsse alcuni considerevoli ed importanti componimenti narrativi nei quali viene annunciata la cultura nota del mito del superuomo. Tra le opere letterarie che ricordiamo avvicinarsi al mito del superuomo che si accosta alla teoria del filosofo tedesco sopra menzionato ricordiamo senza ombra di dubbio Le vergini delle rocce e l’opera Il fuoco.   

Inoltre egli concepì differenti opere teatrali nelle quali egli inchioda continuamente i propri ideali politici e morali e le proprie teorie. All’interno dell’opera denominata Francesca da Rimini è da analizzare una più caratteristica illuminazione letteraria, che si realizza nel sapore estetizzante di una purificata raffinatezza ed eleganza verbale. 

In un periodo di così energica partecipazione creativa, lo scrittore italiano produsse i suoi primi tre libri delle Laudi che rappresentano il suo più maturo capolavoro poetico. In modo particolare nelle liriche di Alcyone si percepisce la forza e la veemenza di una potente ed aggressiva capacità di tipo naturalistico e passionale che si svincola poeticamente in una composizione affascinante composta da  ritmi e da rappresentazioni.

Nel libro denominato Maia, la venatura dell’arte poetica si libera solamente a momenti, rimanendo ingannata da ineliminabili resti di tipo estetizzante; al contrario in molte poesie di Elettra domina ed eccelle una intensità stilistico ed oratorio.

Gabriele D’Annunzio compose una considerevole opera teatrale denominata La figlia di Iorio, anch’essa vivacizzata da una naturale e semplice capacità creativa lirica come ad esempio possiamo ricordare essenzialmente un’opera caratterizzata da una particolare rievocazione e celebrazione di tipo mitico, quasi straordinaria e leggendaria dell’esistenza originaria di pastori e la percezione e sensazione particolarmente affascinante della natura, dell’ambiente e  dei paesaggi da lui descritti.

L'audiolezione su Il piacere di d'Annunzio

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