Canto 3 Inferno: commento e riassunto

Riassunto generale e commento al terzo canto dell'Inferno di Dante (1 pagine formato doc)

Appunto di peppep

CANTO 3 INFERNO: COMMENTO

Commento al canto III. Riguardo al canto III dell'inferno, si possono mettere in evidenza alcune particolari osservazioni: in primo luogo, partendo dall'inizio del canto, si nota che non esiste un'introduzione come per esempio nel canto I, ma Dante decide di porre il lettore di fronte ad una realtà, infatti i primi nove versi del canto sono la scritta che Dante legge quando anch'egli si trova di fronte ad una realtà: la porta dell'inferno.

Questo particolare inizio che manca d'introduzione è detto ex abrupto, cioè di colpo.
Una seconda osservazione riguarda la prima sensazione provata da Dante; una sensazione uditiva, infatti, egli si trova in un luogo abbastanza buio e non riesce a vedere bene ciò che lo circonda, ma sente distintamente i lamenti delle anime.

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CANTO 3 INFERNO RIASSUNTO

Una terza osservazione si riferisce invece agli Ignavi, cioè i peccatori che Dante incontra in questo canto.

Alcuni critici come Tommaso, D'Ovidio, Sapegno hanno giudicato questo canto come se fosse stato scritto da un poeta che possedeva ancora un'arte immatura, notando un'incongruenza nella pena degli Ingavi, infatti, essi criticavano che queste anime potessero seguire un'insegna che si muoveva velocemente e al contempo avere dei vermi ai piedi che succhiavano il sangue delle anime stesse. Inoltre loro notarono che le varie situazioni in cui si trova Dante in questo canto, sono legate da passaggi abbastanza stentati, che renderebbero il canto poco unitario.
In contrasto con questi critici prese posizione Momigliano che giudicò questo canto uno dei più belli.

Canto 3 Inferno: commento

CANTO 3 INFERNO COMMENTO BREVE

Anche Giacalone prese in parte le difese di Dante andando contro le osservazioni dei precedenti critici e, riguardo il movimento dell'insegna, disse che probabilmente questa potesse girare su se stessa, infatti, Dante non dice che le anime corrono, quindi, probabilmente, queste potrebbero semplicemente seguire l'insegna con la testa. Riguardo i passaggi stentati, Giacalone osserva che Dante si rivolge spesso al maestro, utilizza quindi Virgilio quasi come un espediente per costruire un legame tra una situazione e l'altra, e questo lo si ritrova spesso nel purgatorio (a questo punto però l'arte di Dante è più avanzata rispetto all'arte che aveva Dante quando scrisse l'Inferno). Questo rivolgersi al maestro indica la reazione psicologica di Dante di fronte alle cose che vede, chiede comunque spiegazioni e chiarezze. Inoltre nel suo complesso il III canto non può essere definito né il canto di Celestino V, né il canto degli Ignavi, né il canto di Caronte, ma il canto in cui Dante puntualmente annota ciò che vede e le sue reazioni a questo.