Paesaggio nei Promessi sposi: tema svolto

Tema sul paesaggio nei Promessi sposi. Traccia del tema: Definisci la funzione del paesaggio nei Promessi Sposi dimostrando come si articola tra lo spazio fisico e lo spazio psicologico

Paesaggio nei Promessi sposi: tema svolto
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Paesaggio nei Promessi sposi

Il lago di Como è lo scenario all'interno del quale si svolge il romanzo
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Definisci la funzione del paesaggio nei Promessi Sposi dimostrando come si articola fra spazio fisico e spazio psicologico.

Il paesaggio nei Promessi Sposi svolge una duplice funzione: oltre a quella solita di localizzazione dei fatti del romanzo, in quest'opera esso serve anche a sottolineare e specificare gli stati d'animo, i sentimenti e il carattere dei vari personaggi.

Il romanzo si apre con una presentazione molto efficace dell'ambiente in cui si svolgono i fatti, l'abilità del Manzoni è grande anche in questo caso, infatti, le descrizioni sono così vive che sembra quasi di trovarsi in quei luoghi, di poterli toccare!

Nel II capitolo lo scrittore ci immerge subito nella vita dei suoi personaggi, descrivendoci le vie del paese e le case dove essi vivono.Proprio in questo capitolo l'ambiente comincia ad entrare a far parte dello spazio psicologico del romanzo: ne è un esempio la descrizione della passeggiata di don Abbondio che cerca di evitare i sassi che incontra sul suo cammino, da queste poche parole ci è già possibile capire il carattere del personaggio.

Proseguendo nella lettura Manzoni ci preannuncia quello che sarà uno dei temi principali della seconda parte del romanzo, la peste: notevole è la descrizione del paesaggio che accompagna fra Cristoforo dal convento di Pescarenico alla casa di Lucia.

Uno dei passi più noti del romanzo è "l'addio monti": Lucia, allontanandosi dal suo paese su una barca, ripensa al paesaggio che sta abbandonando e, data la grande malinconia della protagonista, anche l'ambiente sembra malinconico, triste e nostalgico, sottolineando così lo stato d'animo di Lucia.

Le descrizioni del "palazzotto di don Rodrigo" e del "castellaccio dell'Innominato" sono assolutamente indispensabili al profilo psicologico dei due personaggi: al primo si giunge attraversando un "mucchio di casupole" all'interno delle quali si possono intravedere attaccati al muro schioppi, tromboni, zappe, rastrelli, cappelli di paglia, reticelle e fiaschetti da polvere, che paragonati a moschetti, sciabole e partigiane del castellaccio sono un po' ridicoli. Il comico paragone tra le due residenze continua ancora: infatti, il palazzotto, che si trova sulla cima di un poggio, si raggiunge tramite una viuzza a chiocciola, mentre al castellaccio sito a cavallo di una valle angusta e uggiosa si arriva percorrendo una terribile strada tutta a gomiti e a giravolte.

Infine da notare è la descrizione che il Manzoni fa della natura durante il viaggio di Renzo da Milano a Bergamo, sul suo percorso egli si addentra in un bosco, locus horridus della letteratura di tutti i tempi; il bosco è come una metafora della situazione in cui si trova Renzo: è, infatti, il labirinto del suo carattere.

I caratteri predominanti del bosco sono la paura, la confusione, l'abbandono, e questi sono anche i sentimenti che Renzo prova in questo momento.

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