Analisi del testo sulla Maga Alcina

Analisi del testo sulla Maga Alcina, raccontata da Ariosto nel suo poema epico, l'Orlando Furioso. Chi è, commento e spiegazione

Analisi del testo sulla Maga Alcina
getty-images

MAGA ALCINA

La maga Alcina in una rappresentazione teatrale
Fonte: getty-images

Nel VII capitolo dell’Orlando Furioso Ludovico Ariosto presenta la figura della Maga Alcina.

Il poema epico viene iniziato nel 1505 e ultimato nel 1532 e narra le vicende di famosi paladini, fondendo elementi tipici dei cicli carolingio e bretone.

Il capitolo si apre con la presentazione del paladino pagano Ruggero che arriva su una sperduta isola Orientale di proprietà di tre fate sorelle. Due di loro hanno un animo malvagio (Morgana ed Alcina), mentre l’ultima, Logistilla, è buona e virtuosa.

Ruggero vuol raggiungere la fata buona, cercando di non subire la fine di Astolfo, trasformato in vegetale come tutti gli ex amanti della maga.

Durante il viaggio verso il regno di Logistilla, Ruggero viene fermato da personaggi mostruosi. Dopo una serie di disavventure, il cavaliere vede davanti a sé le mura della città di Alcina, allegoria di vizi e passioni.

La corte appare come un luogo molto simile a quello in cui viveva Ariosto presso la corte estense. Il palazzo è sfarzoso, bello et ornato (v.12), escellente (v.10), che vince ogn’altro di ricchezza (v.11). La corte della maga Alcina avea la più pacevol gente che fosse al mondo e di più gentilezza (v.13).

Lo spirito bellicoso di Ruggero, davanti alla visione della corte, inizia a propendere per il vizio.

Alla porta della città trova la bellissima maga Alcina. Ariosto la descrive come di fiorita etade (v.15), tra tutti i cortigiani la più bella si come è bello il sol più d’ogne stella (v.10). Di persona era tanto ben formata quanto m’ finger san pittori industri (v.12), con occhi che sembrano duo chiari soli (v.13) e denti che rimandano a perle elette (v.15).

Alcina viene descritta poi come un angelo che non si ponno celar sotto alcun velo (v.22). Davanti alla sua bellezza, Ruggero accusa Astolfo: Astolfo [..] per i suoi comportamenti ingrati e rei, e sia degna di questa e di più pena (18-20). Ruggero è così ammaliato dalla bellezza raggiante della donna da confondere la realtà: non riesce più a scorgere la natura malvagia dell’amata, di cui Astolfo gli aveva parlato, mettendolo in guardia.

All’interno della reggia di Alcina, dopo un banchetto la maga propone un gioco: che ne l’orecchio l’un l’altro domande come più piace lor, qualche secreto (v.26-27). Il gioco termina con una notte d’amore tra Ruggero e Alcina.

L'EDONISMO NELL'UMANESIMO E NEL RINASCIMENTO

Il capitolo è un’esaltazione di quell’edonismo che si afferma largamente nell’umanesimo.

L'uomo viene percepito nella sua grandezza, e poi vengono esaltate le sue qualità. A questa esaltazione è però contrapposto un limite: l’uomo è mortale. Così si afferma l’edonismo, atteggiamento culturale che induce l’uomo a godere e a sfruttare al massimo i piaceri momentanei, non esistendo certezza nel domani. L’atteggiamento di Ruggero è fortemente edonistico: davanti alla corte della maga Alcina, allegoria dei vizi e degli eccessi, Ruggero dimentica i consigli di Astolfo e cade nella trappola della maga.

Lorenzo il Magnifico sembra avere lo stesso punto di vista nella celebre ballata Il trionfo di Bacco e Arianna. Il componimento, scritto in occasione del carnevale, ha uno scenario mitologico, mondo in cui gli umanisti individuano il luogo perfetto del godimento a cui ogni uomo dovrebbe tendere. Bisogna infatti godere dell’oggi perché di doman non c’è certezza.

Angelo Poliziano, nell’opera inconclusa Stanze per la giostra, fa lo stesso: emerge il forte carattere edonistico della vita attraverso l’amore e il vagheggiamento. Qui il giovane Iulio (Giuliano de Medici), troppo intento all’esercizio delle armi viene punito da Cupido che lo fa innamorare perdutamente della ninfa Simonetta.

Il motivo edonistico si manifesta anche a livello figurativo. Esponente massimo dell’edonismo in pittura è ad esempio Sandro Botticelli. Nella sua La primavera è presente un ideale paradiso umanistico immerso nella natura.

L’ambiente è mitologico: sul lato destro del quadro si individuano:

  • Zefiro (vento della primavera)
  • la ninfa Cloris
  • Flora
  • Venere (figura attorno la quale è composta l’opera)
  • le tre Grazie
  • Cupido
  • Mercurio

Le tre Grazie sono l’esempio emblematico della bellezza, della sensualità e del vagheggiamento ai piaceri della danza e della musica.

Ascolta su Spreaker.
Un consiglio in più