Heautontimorumenos, Il punitore di se stesso: riassunto della commedia di Terenzio

Heautontimorumenos, Il punitore di se stesso di Terenzio: riassunto della commedia ispirata dall'omonima opera di Menandro

Heautontimorumenos, Il punitore di se stesso: riassunto della commedia di Terenzio
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Heautontimorumenos: riassunto

Heautontimorumenos di Terenzio: riassunto
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Heautontimorumenos, Il punitore di se stesso, è una commedia di Terenzio, commediografo romano attivo dal 166 a.C. al 160 a.C. e che come modelli d'ispirazione aveva Plauto, Nevio, e la nuova commedia greca. La commedia è ambientata durante la festa delle Dionisie, ma il protagonista, il vecchio Menedemo, non bada al calendario e si accanisce a lavorare, pur con gran fatica, il suo campicello. 

Come spiega al vecchio Cremete, suo vicino, egli intende così "punire se stesso", espiare una grave colpa: suo figlio Clinia si era innamorato di Antifila, una giovinetta senza dote, e lui coi suoi rimproveri lo ha costretto ad arruolarsi come mercenario in Asia. Ma intanto Clinia, in gran segreto, è ritornato: lo ospita l’amico Clitifone, figlio di Cremete. Clitifone è innamorato a sua volta di Bacchide, una meretrice sfrontata e spendacciona. A Cremete fanno credere che Bacchide sia Antifila: gli spiegano che, essendosi data per povertà alla professione, adesso si è arricchita e fa la bella vita. Cremete va a riferire a Menedemo che il figlio è tornato, ma Antifila non è più quella prima: gira con un seguito di più di dieci ancelle cariche di vesti e gioielli.

Heautontimorumenos: trama

Menedemo, ormai ravveduto, consentirebbe egualmente alle nozze di Clinia con Antifila, se Cremete non gli facesse presente l’inopportunità, da parte sua di fornire direttamente il denaro necessario agli sperperi del figlio e della nuora: se vuol salvare la faccia, che almeno finga di lasciarsi raggirare da i dei soliti servi furbi. Mentre Siro, servo furbo di Cremete, escogita trappole per ingannare, oltre a Menedemo, lo stesso Cremete (Clitifone deve infatti parecchi soldi alla costosa Bacchide), la moglie di Cremete scopre, grazie a un anello, che Antifila (quella vera) è figlia sua e, appunto, di Cremete: alla sua nascita il marito, che non voleva figlie femmine per non essa costretto a fornirle di dote, aveva ordinato di ucciderla, ma lei s’era limitata ad esporla. Cremete viene raggirato da Siro e scopre che la donna scialacquatrice non è in realtà Antifila, bensì Bacchide, l’amica di suo figlio Clitifone. Alla fine Clinia sposa Antifila e Clitifone lascia la rovinosa Bacchide dichiarandosi pronto a sposare una ragazza di buona famiglia: Cremete lo pe perdona anche Siro. Dall’omonima commedia di Menandro.

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