Vita di Petronio

Vita di Petronio; riassunto del Satyricon; l'arte di Petronio; l'eros petroniano; il mondo di Petronio, lo spazio, il tempo, lo stile e il linguaggio. (15 pagine, formato word) (0 pagine formato doc)

RIASSUNTO PETRONIO VITA TITOLO RIASSUNTO DEL SATYRICON MODELLI L'ARTE DI PETRONIO REALISMO L'EROS PETRONIANO IL MONDO DI PETRONIO SENACA E PETRONIO AGLI ANTIPODI IL TEMPO E LA MORTE (LA LARVA MECCANICA DI TRIMALCHIONE) LO SPAZIO TRASMISSIONE DEL ROMANZO STILE LINGUAGGIO PROTAGONISTI FORTUNA DEL ROMANZO DIBATTITI LETTERARI IL SIGNIFICATO DEL “SATYRICON” PETRONIO VITA Gli antichi non ci hanno tramandato alcuna notizia intorno all'autore del Satyricon.
Anzi, per trovare qualcuno che parli dell'opera e faccia il nome del suo autore, bisogna aspettare Terenziano Mauro, un metricologo del II o del III secolo. Di fatto, i manoscritti che ci hanno conservato il Sayiricon e che risalgono, almeno i più antichi, al IX secolo, attribuiscono l'opera a un Caio Petronius Arbiter.
Di più la tradizione antica non ci ha voluto dire. Di un certo C.Petronio, però, ci parla diffusamente, senza per altro fare esplicito cenno a lui come all'autore del Satyricon e neppure come a uno scrittore, Tacito. Infatti, trattando nei suoi Annali(XVI,18-19) degli ultimi avvenimenti relativi alla congiura ordita da Pisone contro Nerone (66 d.C.), lo storico cita anche lui delineando un profilo di un cortigiano colto, raffinato e pieno d'inventiva, dai costumi davvero singolari e bizzarri: dedicava il giorno al sonno e di notte si occupava dei suoi affari e si dava ai piaceri della vita. Ciononostante non veniva stimato un gaudente o uno scialacquatore, bensì un raffinato e un aristocratico. Nel suo modo di comportarsi e di esprimersi, era estremamente disinvolto e quanto più mostrava questa sorta di disprezzo verso tutto e tutti, tanto più riusciva simpatico. Tuttavia quando era stato chiamato ad assumere responsabilità politiche, prima come proconsole in Bitinia e poi come console, si era rivelato energico ed era stato all'altezza dei suoi compiti. Dopo la parentesi politica era ritornato alla vita di sempre (difficile stabilire se se conducesse veramente la vita di un vizioso o se egli, piuttosto, non cercasse in tutti i modi di farla parere tale). Proprio per la sua fama di raffinato era stato ammesso alla corte di Nerone. Lì, col suo innato talento era presto diventato un vero e proprio maestro di eleganza (elegantiae arbiter): nulla Nerone considerava piacevole e dolce nella ricchezza, se non fosse stato approvato da Petronio. Però, proprio il suo crescente prestigio gli nocque. Secondo Tacito, infatti, il prefetto del Pretorio Tigellino divenne invidioso del suo successo e del favore che godeva presso l'imperatore. Per sbarazzarsene stuzzicò la crudeltà di Nerone: insinuò nell'imperatore il sospetto che egli, in quanto amico di Flavio Scevino, uno dei principali esponenti della congiura pisoniana, non poteva non essere implicato nella trama. Tigellino provvide poi a corrompere uno schiavo che fungesse da testimone, fece arrestare parte della schiavitù e tolse all'accusato ogni possibilità di difendersi. Petronio nel frattempo era in viaggio con l'imperatore in Ca