La poesia prima di Omero: l'epica
Note di letteratura greca sulla poesia antecedente il ritrovamento dell'Iliade e dell'Odissea (3 pagine formato doc)
I primi testi
scritti della letteratura greca sono l'Iliade
e
l'Odissea,
ma le loro caratteristiche contenutistiche e formali mostrano che
entrambi i poemi sono il risultato di una gestazione poetica e di una
tradizione culturale che affondano le radici nel mondo miceneo.
D'altra parte lo stesso esametro,
verso dell'epos greco, è molto elaborato e soggetto a precise
leggi di versificazione che fanno supporre una lunga storia
precedente.
Prima dell'VIII secolo i poemi epici non furono fissati per iscritto ma la loro composizione e trasmissione era orale, affidata alla viva voce di un aedo che recitava in pubblico le gesta degli eroi. In entrambi i poemi si parla della fama degli eroi nel canto, ma se ne parla in modo diverso: nell'Iliade non è presente la figura dell'aedo, ma quella dell'eroe come cantore che accompagna l'esercito sul campo; nell'Odissea abbiamo cantori di professione come Demòdoco alla corte dei Feaci e Femio a Itaca, nel palazzo di Odisseo. L'Iliade ci farebbe conoscere una fase più antica, in cui gli eroi stessi cantavano e dimostra come il poema stesso abbia conoscenza del potere del canto (questo è testimoniato nel passo in cui Elena lamenta che Paride e lei diverrano materia di canto per i posteri).
Molte informazioni sulla posizione dell'aedo e sul modo della recitazione ci sono offerte dall'Odissea. Eumeo definisce l'aedo un <<lavoratore nel popolo>> (dhmioergos) e spesso poteva anche legarsi alla corte principesca e ,conseguenzialmente, acquistarsi una notevole considerazione. Inoltre il cantore cieco, il cui nome indica che egli è affidato alla comunità, è condotto da un araldo; spesso il cantore doveva essere cieco nella realtà: anche Omero era rappresentato cieco e con questo senso ( o mh orwn ) era falsamente interpretato il suo nome.
Prima dell'VIII secolo i poemi epici non furono fissati per iscritto ma la loro composizione e trasmissione era orale, affidata alla viva voce di un aedo che recitava in pubblico le gesta degli eroi. In entrambi i poemi si parla della fama degli eroi nel canto, ma se ne parla in modo diverso: nell'Iliade non è presente la figura dell'aedo, ma quella dell'eroe come cantore che accompagna l'esercito sul campo; nell'Odissea abbiamo cantori di professione come Demòdoco alla corte dei Feaci e Femio a Itaca, nel palazzo di Odisseo. L'Iliade ci farebbe conoscere una fase più antica, in cui gli eroi stessi cantavano e dimostra come il poema stesso abbia conoscenza del potere del canto (questo è testimoniato nel passo in cui Elena lamenta che Paride e lei diverrano materia di canto per i posteri).
Molte informazioni sulla posizione dell'aedo e sul modo della recitazione ci sono offerte dall'Odissea. Eumeo definisce l'aedo un <<lavoratore nel popolo>> (dhmioergos) e spesso poteva anche legarsi alla corte principesca e ,conseguenzialmente, acquistarsi una notevole considerazione. Inoltre il cantore cieco, il cui nome indica che egli è affidato alla comunità, è condotto da un araldo; spesso il cantore doveva essere cieco nella realtà: anche Omero era rappresentato cieco e con questo senso ( o mh orwn ) era falsamente interpretato il suo nome.