Giovanni Boccaccio: vita e opere

Riassunto dettagliato della vita e delle opere di Giovanni Boccaccio: il periodo di formazione, le opere del periodo fiorentino, il Decameron, le opere erudite e il Corbaccio (10 pagine formato pdf)

Appunto di spenk2004

GIOVANNI BOCCACCIO: VITA E OPERE

Giovanni Boccaccio.

Ritratto d'autore: la biografia. Giovanni Boccaccio, figlio naturale dell’agiato mercante Boccaccino di Chelino (Michele) e di una donna probabilmente di umili condizioni, nacque nel 1313 a CERTALDO, luogo d’origine della famiglia paterna, O a FIRENZE, dove comunque trascorse con il padre, che lo aveva legittimato, l’infanzia e la fanciullezza. Non ancora adolescente, venne affidato per sei anni a un abilissimo mercante affinché lo istruisse nell’ARTE DELLA MERCATURA E DEL CAMBIO.
Attorno al 1327-28 Boccaccio si trasferì a NAPOLI con il padre, importante collaboratore della potente COMPAGNIA DEI BARDI, i quali, come finanziatori della monarchia angioina, godevano di una posizione di prestigio in ambito commerciale, politico e sociale.
A Napoli Boccaccio completò (con poco frutto) lo sgradito apprendistato mercantesco, e sempre con scarsi risultati fu avviato dal padre agli STUDI DI DIRITTO CANONICO, che dovevano prepararlo all’esercizio di una professione redditizia. Frequentò così lo Studio napoletano, dove insegnava diritto civile, tra il 1330 e il 1332, CINO DA PISTOIA.

GIOVANNI BOCCACCIO: VITA E OPERE RIASSUNTO

Cino influì probabilmente sulla formazione culturale e artistica, più che giuridica, del giovane Boccaccio, sollecitando con la lettura dei grandi poeti in volgare una vocazione letteraria ancora immatura ma già prepotente. Alla formazione dello scrittore contribuirono poi la vivacità dell’ambiente mercantile e gli stimoli culturali della corte angioina.
Grazie alla posizione del padre e ai suoi stretti rapporti con il re ROBERTO D’ANGIO’, Boccaccio poté vivere “intra nobili giovani”, frequentando l’aristocrazia napoletana. Con Roberto d’Angiò, mecenate e colto, la CORTE era diventata un LUOGO D’INCONTRO FRA DOTTI, aperto a varie tradizioni e tendenze culturali. Grande centro di studi e di cultura era la BIBLIOTECA REALE, una delle più fornite del tempo e attorno alla quale gravitava un folto gruppo di notevoli personalità.
Dalla cerchia di questi dotti vennero sollecitazioni e quell’ERUDIZIONE ENCICLOPEDICA che caratterizzerà in varia misura la cultura e la produzione del grande prosatore.

Giovanni Boccaccio: biografia e poetica

GIOVANNI BOCCACCIO: VITA E OPERE BREVE RIASSUNTO

Agli anni napoletani risale anche la nascita del ”MITO” DI FIAMMETTA, cioè l’invenzione di una storia d’amore, prima ricambiato e poi tradito, che si viene evolvendo attraverso le opere giovanili, non senza contraddizioni e varianti, ma secondo uno schema letterario tradizionale. Fiammetta, pseudonimo coniato dall’autore, non indica una donna reale, ma riassume una serie di esperienze sentimentali e ne è l’emblema.
La fine della collaborazione di Boccaccino con i Bardi e le sopravvenute difficoltà finanziarie e familiari costrinsero Boccaccio a rientrare a FIRENZE (tra il 1340 e il 1341), in un ambiente completamente diverso da quello napoletano. Nonostante ciò, lo scrittore s’inserì rapidamente nella vita culturale fiorentina, entrando in contatto con le maggiori personalità.

Giovanni Boccaccio: opere, biografia e poetica

GIOVANNI BOCCACCIO: VITA E OPERE IN BREVE

Egli frequentò, forse alla ricerca di una sistemazione, le CORTI ROMAGNOLE: fu prima a Ravenna (1345-46), poi a Forlì, presso Francesco Ordelaffi (1347-48) e in entrambe le città avvicinò conoscenti di Dante Alighieri e ne raccolse testimonianze e ricordi. Boccaccio era di nuovo a Firenze durante la terribile PESTE DEL 1348, che causò la morte di alcuni suoi amici carissimi.
Agli anni della pestilenza risale anche la morte della matrigna Bice e del padre, che comportarono per Boccaccio nuove responsabilità familiari, alle quali si aggiungeranno ben presto impegni politici e diplomatici. Uno dei primi incarichi ufficiali, che lo portò ancora a Ravenna (1350), fu la consegna di una sovvenzione alla figlia di Dante, Suor Beatrice.