La luna e i falò: recensione

La luna e i falò: recensione, struttura e personaggi del romanzo di Cesare Pavese (6 pagine formato doc)

Appunto di donda

LA LUNA E I FALO': RECENSIONE

Recensione La luna e i falò di Cesare Pavese.

Circostanze della composizione. Questo romanzo nasce da un’autentica collaborazione con Pinolo Scaglione (che nel romanzo sarà l’ex partigiano Nuto). Pinolo riceve nell’estate del 49’ molte lettere di Pavese da Torino. Lo scrittore lo invita a chiarirgli avvenimenti del passato e , in modo particolare, i motivi che spingevano certe famiglie di S.Stefano Belbo a chiedere al Comune un trovatello da allevare: un “bastardo”.
La ragione di questo suo interesse la spiega poi Pavese nel romanzo: alla famiglia del ragazzo abbandonato veniva data una certa somma fino a quando la persona accolta non fosse stata in grado di lavorare. Ma il fatto che il protagonista del romanzo, identificabile per una buona parte nell’autore stesso – si proclami “bastardo” ha un significato profondo: probabilmente sta per uomo che ha perduto il senso della propria origine.

La luna e i falò: riassunto e significato


LA LUNA E I FALO': PERSONAGGI

Pavese indirizzò diverse dediche a Scaglione sui libri che scriveva; l’ultima, scritta su La luna e i falò, diceva: “A Pinolo questo libro – forse l’ultimo che avrò mai scritto – dove si parla di lui – chiedendo scusa delle “invenzioni”, da Cesare.” Pinolo non riuscì a capire il significato della dedica che gli fu chiara soltanto dopo il suicidio dell’autore.
Struttura e personaggi del romanzo. In questo romanzo, scritto in prima persona, Pavese immagina di essere un emigrato negli Stati Uniti che ritorna al suo paese; si descrive come “un omone”, o un “uomo grand’e grosso”, pieno di quattrini, che, da bastardo che era ha varcato l’oceano e ha fatto fortuna. Il racconto è centrato su tre personaggi: il protagonista-appena descritto- il falegname Nuto e il ragazzo Cinto. Nuto è ispirato a l’amico di infanzia di Pavese, Pinolo Scaglione, partigiano antifascista. Il protagonista percorre le vie del paese , si inoltra nella campagna, dove tutto è cambiato (anche la vicenda è autobiografica) dalla sua infanzia, incontra il ragazzo Cinto e insieme a Nuto ricorda.

La luna e i falò di Pavese: riassunto


LA LUNA E I FALO': TEMI

Nella mente del protagonista e nei suoi colloqui con Nuto passano le immagini di un tempo: ad esempio le tre belle figlie del sor Matteo con i loro innamorati e la tragica fine. Ma intanto altre cose avvengono che non sono ricordi, come la pazzia di un contadino sfruttato che lascia orfano Cinto. Pavese si identifica con questo povero ragazzo, e lo fa anche prima di partire dal paese: affida questo orfano a Nuto.
Questo è un romanzo che non mi ha trasmesso niente, a parte tristezza. Quest’ultimo è un sentimento , e come tale va rispettato, ma bisognerebbe sempre pensare ‘in positivo’ e sicuramente Pavese, pur essendo giudicato un grande scrittore, non fa questo e riesce a comunicarlo benissimo al lettore. Le vicende sono malinconiche, avvolte da un pessimismo di fondo che si dilaga man mano che si continua la lettura.

La luna e i falò: analisi del testo


LA LUNA E I FALO': COMMENTO PERSONALE

L’autore è infelice e scontento della vita (grande dono, purtroppo non apprezzato da tutti); non avrebbe potuto dimostrarcelo meglio. Sconsiglio la lettura di questo racconto a chiunque ami la vita. La collina piemontese è la geografia poetica di Pavese: i falò accesi verso la luna, la musica suonata da Nuto di villaggio in villaggio, i pensieri sugli amori di donne privilegiate, la desolata vita di un paesello. Pavese è come un reduce che torna in breve licenza al paese sorridendo e piangendo perché sa che gli è concessa una sola notte…una notte tra la luna e falò: ma già attende la morte.