La concezione del tempo in Seneca e Nietzsche

Due filosofi a confronto, Seneca e in Nietzsche: spiegazione ed esempi sulla loro idea di tempo.

La concezione del tempo in Seneca e Nietzsche
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Il tempo

Concezione del tempo in Seneca e Nietzsche: somiglianze e differenze
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Il tempo è da sempre uno dei temi più importanti per gli intellettuali di tutte le epoche, nonché uno degli argomenti più utilizzati per le tesine scolastiche. 

Non solo: il concetto di tempo è talmente tanto diverso nei vari autori - e nei filosofi, soprattutto - che può essere un ottimo spunto per creare un perfetto tema argomentativo mettendo a confronto più autori.

In questo articolo cercheremo di mettere a confronto due grandi filosofi di epoche diffrenti: Lucio Anneo Seneca e Friedrich Nietzsche.

Lucio Anneo Seneca

Morte di Seneca
Fonte: ansa

Lucio Anneo Seneca nasce a Cordŏba in Spagna, attorno al 4 a.C., ed è uno dei principali rappresentanti dello stoicismo.

Per Seneca la maggior parte degli uomini non è consapevole di quanto sia prezioso il tempo e di come esso debba essere usato in modo da vivere veramente fino in fondo ogni secondo. Per il filosofo, mentre siamo gelosissimi di tutto il resto, il tempo lo regaliamo senza tenere conto del suo valore.

Seneca è infatti convinto del fatto che la vita non sia affatto breve come molti affermano, ma che anzi sia persino lunga, se il tempo viene gestito bene. Il tempo a disposizione è più che sufficiente per compiere anche i più alti e nobili propositi.

Una gran parte del nostro tempo ci sfugge mentre siamo impegnati a fare nulla o a farlo male, quando non ci rendiamo conto che mentre il tempo passa moriamo sempre un po’, perché infatti tutti i giorni che abbiamo già vissuto sono alle nostre spalle e sono già passati.

Quale è allora, secondo Seneca, il modo per vivere bene, in modo positivo e costruttivo, la vita?

Il punto di vista di Seneca è chiaro e di facile realizzazione: è necessario vivere pienamente l’oggi, vivere quindi il presente senza fare grandi progetti per il futuro considerando l’oggi come una vita intera.

Non c’è nulla di più sciocco, secondo il filosofo, che fare progetti a lunga scadenza e rimandare al domani quel che è possibile fare oggi, sprecando la vita nel progettarla. In questo modo finiamo per fare affidamento su ciò che è nelle mani della sorte, facendoci sfuggire ciò che è nelle nostre. Tutto ciò che deve ancora accadere è dominato dall’incertezza, perciò è necessario affrettarsi a vivere. Il rischio, nel non farlo, è di arrivare alla fine del proprio viaggio terreno senza neppure accorgersene.

Lettere a Lucilio

Ecco una parte di testo tratto dalle Lettere a Lucilio di Seneca:

Comportati così,Lucilio mio, rivendica il tuo diritto su te stesso  e il tempo che fino ad oggi ti veniva portato via o carpito o andava perduto raccoglilo e fanne tesoro.Convinciti che è proprio così, come ti scrivo: certi momenti ci vengono portati via, altri sottratti e altri ancora si perdono nel vento.Ma la cosa più vergognosa è perdere tempo per negligenza.Pensaci bene: della nostra esistenza buona parte si dilegua nel fare il male, la maggior parte nel non far niente e tutto quanto nell’agire diversamente dal dovuto.

Puoi indicarmi qualcuno che dia un giusto valore al suo tempo, e alla sua giornata, che capisce di morire ogni giorno? Ecco il nostro errore: vediamo la morte di fronte a noi e invece gran parte di essa è alle nostre spalle; appartiene alla morte la vita passata. Dunque, Lucilio caro, fai quel che mi scrivi: metti a frutto ogni minuto; sarai meno schiavo del futuro, se ti impadronirai del presente.

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Friedrich Nietzsche

Friedrich Nietzsche
Fonte: ansa

Friedrich Wilhelm Nietzsche nasce a Rocken, vicino Lipsia, nel 1844, figlio di un pastore protestante, ed è uno dei filosofi più importanti del Novecento.

Per Nietzsche la civiltà occidentale dell’ottocento soffre di una malattia, lo storicismo. Per il filosofo, infatti, l’eccesso di senso storico è un segno di decadenza perché porta gli uomini a vivere nel passato diventando meri spettatori del presente.

Nietzsche accanto allo storicismo nota che è errata anche la stessa concezione del tempo nella cultura contemporanea: per questo auspica una sorta di rinascita della cultura classica e tragica in particolare. Il tentativo del filosofo tedesco non è quello di fondare una nuova cultura, ma di fare appello alle forze creative della cultura, che sappiano interpretare la crisi della civiltà.

Il metodo del filosofo è:

  • Critico: adotta una diffidenza metodica
  • Storico: non crede a “verità assolute” ma ritiene che tutto sia relativo alle circostanze storiche che lo hanno reso possibile.

Nietzsche propone, per combattere questa “malattia”, che la storia sia al servizio della vita senza essere scienza pura.

Nietzsche distingue quindi tre modi per accostarsi alla storia in modo positivo e costruttivo:

  • Storiografia monumentale: Occorre all’individuo potente che combatte grandi battaglie e che ha bisogno di modelli non rintracciabili nel presente. Il rischio è quello di mitizzare la storia falsandola per renderla degna di imitazione.
  • Storiografia antiquaria: Appartiene a quella specie umana che ha come compito quello di tutelare la propria tradizione. Essa ritrova sé stessa nella stirpe alla quale appartiene. Il rischio è quello di vivere nel passato e perdere di vista il presente.
  • Storiografia critica: Esprime un atteggiamento aperto al presente, utilizzandolo come unità di misura per giudicare il passato.

L'eterno ritorno dell'uguale

Nietzsche, oltre alla concezione della storia, critica anche quella del Tempo dalla quale nasce così l’intuizione dell’eterno ritorno dell’uguale. Secondo questa concezione, il tempo non ha fine e il divenire non ha scopo.

Secondo la tesi sostenuta dal filosofo tedesco, infatti, il tempo non procede in modo rettilineo né verso un fine trascendente (come presuppone la tradizione ebraico - cristiana) né verso una finalità immanente (come ha creduto lo storicismo). L’uomo occidentale è dunque prigioniero di una errata concezione del tempo secondo cui ogni cosa ha un inizio e una fine, un principio e uno scopo e tutto tende a una meta, come se ogni momento fosse inserito in una grande logica.

In questa visione gli uomini sono influenzati sia dal passato, perché concepito come irreversibile, che dal futuro, che è incombente e non lascia agli uomini possibilità di vivere il presente.

Questa concezione del tempo è chiaramente di matrice ebraico - cristiana, infatti presuppone creazione, peccato, redenzione e fine dei tempi.

Tempo circolare e tempo lineare

Nietzsche oppone a questa concezione del tempo un’altra di carattere ciclico, secondo la quale gli eventi sono destinati eternamente a ripetersi in un tempo circolare.

L’aspetto che sembra dominare in questo caso è quello della ripetizione:

tutte le cose eternamente ritornano e noi con esse, e noi fummo già eterne volte e tutte le cose con noi.

Se quindi ogni istante è destinato a ripetersi, se il tempo non è altro che il fatale ricorrere degli stessi eventi, è necessario quindi concludere che nella vita non accade nulla di nuovo e che la vita stessa essendo imprigionata nella circolarità del tempo è inutile?

La risposta di Nietzsche è negativa: non basta abbandonarsi alla ciclicità per superare il nichilismo, ma l’uomo superiore è proprio colui che vuole per sé quella legge universale che tutti gli altri esseri si limitano a seguire ciecamente, come ne fossero schiavi: egli così ha trasformato il caso e la necessità in assoluta, ferma e decisa volontà.

Ne segue una nuova e più moderna concezione dell’agire umano: se nella visione lineare del tempo ogni momento acquista significato solo se legato agli altri, sia a quelli passati che a quelli futuri, nella visione nietzscheana ogni attimo e dunque ogni esistenza singola in ogni suo momento di vita, possiede tutto intero il suo senso. L’attimo presente merita di essere vissuto per sé stesso, svincolato da rapporti di causa-effetto e va vissuto come fosse eterno.

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