I promessi sposi

Relazione del romanzo di Manzoni con riferimenti al testo. (6 pg - formato word) (0 pagine formato doc)

Appunto di bigmiki
I PROMESSI SPOSI I PROMESSI SPOSI Di Alessandro Manzoni Il romanzo è ambientato durante la dominazione spagnola in Italia, più precisamente, come ci fa sapere l'autore nel primo capitolo, nel 1628 è infatti il 7 novembre di quell'anno quando Don Abbondio tornandosene a casa incontra i bravi(pag.2 cap.I).
Oltre alla dominazione spagnola che tratterò successivamente, altri problemi rendevano il periodo ancor più difficile. Basti pensare alla carestia,per la prima volta viene nominata nel palazzotto di don Rodrigo (cap. V) alla presenza di Fra Crisoforo, del conte Attilio e del dott. Azzecca Garbugli e tutti sostengono che essa non è presente ma è solo una speculazione di fornai e incettatori.
Alla carestia Manzoni dedica poi l'intero capitolo XII. In questo prima di descrivere l'assalto ai forni si sofferma sulla storia della carestia, attraverso una digressione con la quale da la colpa di questa prolungata carestia( nelle prime righe del capitolo ci fa sapere che è già il secondo anno di raccolto scarso) in parte al maltempo e in parte agli uomini ed alla guerra che dovevano fronteggiare, che toglieva i contadini dai campi. Il poco raccolto andava poi per buna parte alle truppe alloggiate nelle vicinanze, come viene detto nella terza pagina del capitolo, qui viene poi sottolineata la spregevole condotta di tali truppe che andava accrescendo l'amarezza del popolo. Si può notare poi leggendo il proseguo del capitolo come il tema della carestia sia il nucleo centrale della sommossa, la gente infatti chiede pane, ed è pronta ad andare contro la legge per averlo(fine capitolo) ciò è dimostrato anche nel cap.XV nel quale Renzo viene arrestato per aver partecipato ai tumulti; questo dimostra il livello di povertà e fame a cui si era giunti. Il problema della carestia ritorna poi nel cap XVIII, ma questa volta Manzoni afferma cause differenti per il problema: erano secondo lui stati i danni e lo spreco derivato dalla sommossa a far ricadere nuovamente Milano nella miseria dopo due giorni in cui ogni famiglia aveva potuto godere dei frutti derivati dall'assalto ai forni, quali l'abbondanza momentanea0 di pane, il prezzo basso di esso e l presenza in proporzione di farina ( prime righe cap.XVIII). La nuova ondata di carestia fa il suo arrivo più avanti, dalla prime pagine del capitolo fino alla sua metà, dove si sottolinea il fatto che un economia così è destinata a giungere al collasso in quanto la richiesta di pane, incentivata dal suo basso costo, era troppo elevata rispetto alle reali possibilità dei fornai dove la materia prima scarseggiava. Il panorama della città cambiò così rapidamente e di questo ne fa Manzoni una dura descrizione nelle pagine successive. Ne il governo ne la città erano pronti ad affrontare un problema del genere, Milano perciò decade, botteghe chiuse, fabbriche deserte, mendicanti che litigano per l'elemosina ecc… questa situazione, che durò fino alla raccolta delle nuove messe, portò ad un graduale aumento della mortalità