Alfieri

I trattati politici, le tragedie(formato txt) (0 pagine formato txt)

Appunto di mcmento
VITTORIO ALFIERI Poeta e drammaturgo italiano, uno dei maggiori interpreti delle aspirazioni patriottiche in epoca pre-risogimentale.
Nasce nel 1749 ad Asti da nobile famiglia. Intraprende la carriera militare, che subito fallisce. Uscito dal collegio militare, sente una grande ansia di libertà e inizia una lunga serie di viaggi attraverso l'Italia e l'Europa. In questi anni pone i fondamenti della sua formazione culturale, anche attraverso appassionate letture. Determinante, per la sua formazione, è il pensiero degli Illuministi francesi. Egli tuttavia rifiuta il razionalismo scientifico degli illuministi, in quanto soffoca il "forte sentire", quella passionalità sfrenata in cui egli ritiene consista la vera essenza dell'uomo. Tornato a Torino, sente la vocazione di scrivere ed esordisce nel 1775 con la tragedia Cleopatra, che riscuote grande successo.
Da allora si dedica interamente all'attività letteraria, componendo soprattutto tragedie. Si trasferisce a Firenze, dove s'innamora di Luisa Stolberg, contessa d'Albany, con la quale soggiorna a Parigi per alcuni anni. Lo scoppio della Rivoluzione desta il suo spirito antitirannico, ma presto gli sviluppi del processo rivoluzionario suscitano in lui sdegno e disgusto. Nel 1792 torna a Firenze, dove vive gli ultimi anni in solitudine, animato da un odio feroce contro i Francesi che si sono impadroniti delI'Italia con le campagne napoleoniche. Muore a Firenze nel 1803. LE OPERE Alfieri compone alcune opere di carattere autobiografico. Le Rime nascono da occasioni sentimentali e da vicende concrete; il modello petrarchesco è evidente, ma il linguaggio è aspro e il ritmo è spezzato. La Vita scritta da esso è un'attenta autobiografia, alla quale egli lavora fino alla morte. I TRATTATI POLITICI Il pensiero politico dell'Alfieri è dominato dall'avversione alla tirannide. Egli non crede che la tirannide possa essere eliminata attraverso un nuovo assetto della società; sostiene invece la necessità, per l'uomo libero, al fine di non essere contaminato dalla servitù dominante, di ritirarsi nella più totale solitudine. Queste idee sono espresse nelle opere politiche e soprattutto nei due trattati Della tirannide e Del principe e delle lettere, pervasi dall'amore per la libertà, che risveglieranno l'orgoglio nazionale degli Italiani ed alimenteranno il desiderio dell'indipendenza proprio del Risorgimento. LE TRAGEDIE Alfieri, negli anni "migliori" della sua produzione scrive 19 tragedie. La più nota, Saul, riprende il racconto biblico della follia del re d'Israele e della sua gelosia per David; tra le altre inoltre ricordiamo: Filippo, Antigone, Agamennone, Merope e Mirra, incentrata sul conflitto tra istinto e valori morali. Alfieri rifiuta il teatro contemporaneo, ritenuto frivolo e volgare, ed il pubblico comune considerato insensibile e mediocre. Non fa recitare le sue tragedie nei teatri pubblici, e le destina solamente a rappresentazioni private tra gruppi di amici aristocratici. Egli vuol creare ad una