O cameretta che già fosti un porto: testo, analisi e commento

O cameretta che già fosti un porto di Francesco Petrarca: testo della poesia, analisi, parole chiave, figure retoriche e commento

O cameretta che già fosti un porto: testo, analisi e commento
ansa

O CAMERETTA CHE GIA’ FOSTI UN PORTO

O cameretta che già fosti un porto di Petrarca
Fonte: ansa

Nel seguente sonetto il Petrarca compie una attenta riflessione sui luoghi e sugli oggetti che erano a lui cari, per esempio possiamo trovare al verso 1 la parola “cameretta” che rievoca in questo componimento un luogo che fu molto caro al poeta (un tempo amava restare in solitudine nella sua cameretta), aggiungendo al luogo il sostantivo di “porto” che possiamo definire come luogo di rifugio. Altri oggetti che rievocano le memorie passate è il “letticciuol” ovvero come luogo di riposo confortevole, inoltre vi è anche l’espressione “il mio secreto e ‘l mio riposo”, che si riferisce sia alla cameretta che al letticciuol da cui il poeta vuole fuggire per rimanere solo con se stesso per raggiungere alti ideali che anche in passato con lo stesso metodo raggiunse. Infine, egli dice che cerca come suo rifugio la compagnia della gente che ha sempre suscitato in lui ostilità e disprezzo.

O CAMERETTA CHE GIA’ FOSTI UN PORTO: TESTO DELLA POESIA

Il testo della poesia O cameretta che già fosti un porto di Francesco Petrarca:

O cameretta che già fosti un porto
a le gravi tempeste mie diurne,
fonte se’ or di lagrime nocturne,
che ’l dí celate per vergogna porto.

O letticciuol che requie eri et conforto
in tanti affanni, di che dogliose urne
ti bagna Amor, con quelle mani eburne,
solo ver ’me crudeli a sí gran torto!

Né pur il mio secreto e ’l mio riposo
fuggo, ma più me stesso e ’l mio pensero,
che, seguendol, talor levommi a volo;

e ’l vulgo a me nemico et odïoso
(chi ’l pensò mai?) per mio refugio chero:
tal paura ò di ritrovarmi solo.

O CAMERETTA CHE GIA’ FOSTI UN PORTO: ANALISI DEL TESTO

Parole chiave: cameretta, letticciuol, il mio secreto e ‘l mio riposo, mio refugio chero. L’area semantica delle parole chiave appartiene alla sfera emotiva all’Io interiore più volte ricercato dallo stesso poeta nel Secretum.

Per quanto riguarda le esclamazioni possiamo individuarne una principale che è parte dal verso 5 e arriva fino al verso 8: “O letticciuol che requie…solo ver’ me crudeli a si gran torto!”; invece per quanto riguarda le invocazioni c’è né una principale che riguarda tutta la seconda terzina ovvero che parte dal verso 12 e arriva al verso 14: “e ‘l vulgo a me nemico…tal paura ò di ritrovarmi solo”; infine per quanto riguarda le metafore presenti nel sonetto possiamo trovare la cameretta, il letticciuol, la requie ovvero il riposo, dogliose urne ovvero gli occhi del poeta fonte delle lacrime versate per l’Amore, il mio secreto e ‘l mio riposo che sostituiscono la cameretta e il letticciuol infine come metafore vi è anche il refugio chero ovvero il cercare rifugio da parte del poeta anche da chi lo diffamava e gli era ostile.

Nel sonetto appena analizzato possiamo essenzialmente suddividere quest’ultimo in due parti principali riferite a due archi temporali differenti: il primo riferito alle vicende del passato dove il poeta utilizza verbi nella forma passata indicando i posti dove trascorse la sua vita (verbo passato utilizzato nelle due quartine); mentre per quanto riguarda l’utilizzo delle forme verbali al presente sono rintracciabili quando Petrarca volge la sua richiesta di rifugio verso coloro che in precedenza lo disprezzavano e mentre ora egli è costretto a chiedere aiuto.

Il “vulgo” è definito dal Petrarca “odioso e nemico” poiché egli è costretto come detto in precedenza a chiedere aiuto alle persone che per tutta la sua vita non hanno fatto altro che mostrargli ostilità e disprezzo, e non avendo altra soluzione opta per tale scelta infatti nell’ultimo verso mostra tutta la sua insicurezza nella scelta fatta: “tal paura ò di ritrovarmi solo”.

INTERPRETAZIONE COMPLESSIVA E COMMENTO

Il tormento interiore manifestato dal poeta è una delle tematiche, oltre all’amore per Laura, trattate maggiormente dal poeta nel Decameron dove lui esplicita al lettore il suo stato d’animo molto turbato e mai sicuro delle proprie azioni, questa tematica oltre ad essere la principale nel sonetto appena trattato è la principale anche in un sonetto molto importante del Decameron ovvero Solo et pensoso dove il Petrarca tratta la tematica della solitudine e dell’isolamento sociale, infatti egli ha come unico obiettivo quello di guardare dentro di se instaurando una sorta di dialogo astratto con il paesaggio che ha la caratteristica di essere aspro e selvaggio proprio come se fosse lo specchio della situazione sentimentale del poeta. L’intellettuale che si va formando nel sonetto è molto insicuro, ha molti dubbi ed è lacerato dall’insicurezza, basti pensare che il rifugio è da lui considerato come odioso e nemico proprio perché lo considera estraneo a lui e mai ricercato in passato.

ASCOLTA IL PODCAST SU FRANCESCO PETRARCA

Ascolta su Spreaker.
Un consiglio in più