Giovanni Verga e il verismo

Verga e la poetica del Verismo italiano. (13 pg - formato word) (0 pagine formato doc)

Appunto di puffo79
Giovanni Verga Giovanni Verga La poetica del Verismo trovò la sua più alta realizzazione artistica nell'opera di Giovanni Verga, con Manzoni il più grande narratore italiano dell'Ottocento.
Partito da moduli espressivi tardo - romantici, nei quali tradusse il disagio delle sue inquietudini giovanili, Verga trovò nel Verismo il punto di approdo sia della sua concezione della vita sia della sua esperienza artistica. La sua «conversione» al Verismo lo condusse infatti a porre al centro della sua ispirazione artistica il «mondo dei vinti» della natia Sicilia, le plebi contadine nel cui destino e nei cui valori destinati alla sconfitta egli vedeva confermata la sua personale concezione pessimistica della vita. E così Verga, che non credeva né al progresso né al socialismo, riuscì a dare la rappresentazione più vera e convincente di una realtà che costituiva l'emblema della società italiana del tempo: - costruendo con la sua opera, benché da essa sia assente ogni intento di denuncia, un grande atto di accusa che sale dalla viva voce della stessa realtà sociale descritta; - dimostrando la falsità della fiducia ottimistica nel progresso e nella scienza di cui si nutriva la cultura borghese e positivista.
La sua opera matura suonò sgradita presso il pubblico borghese del tempo e Verga, mentre i nuovi miti dannunziani e decadenti cominciavano a riscuotere successo in Italia, si ritirò durante gli ultimi anni nel silenzio e nel suo isolamento siciliano. La formazione. Verga si orientò fin da giovanissimo, scartando i moduli classicisti della formazione scolastica, verso la produzione narrativa, nella quale espresse via via le sue esperienze di vita con moduli espressivi tardo - romantici. Le prime prove narrative - i romanzi di ispirazione patriottica e di ambientazione borghese - coincisero infatti con le esperienze giovanili: la spedizione garibaldina in Sicilia e il suo entusiasmo liberale; la sua vita brillante ed irrequieta nell'ambiente mondano di Firenze e Milano. Ma il momento centrale della sua formazione, che ispirò la sua narrativa maggiore, furono i primi anni milanesi, durante i quali conobbe e approfondì gli elementi essenziali che determinarono la sua «conversione verista»: la conoscenza dell'opera e della poetica di Zola e del Naturalismo francese, discussa e approfondita con l'amico Capuana; l'incontro con il darwinismo, dal quale trasse l'idea della lotta per la sopravvivenza come elemento determinante nello sviluppo della storia umana; gli studi e le discussioni sulla questione meridionale (le inchieste di Jacini, Franchetti, G. Fortunato) attraverso i quali scoprì la condizione di miseria delle plebi siciliane. La vita. Nacque nel 1840 a Catania, da una ricca famiglia di proprietari terrieri di origini nobiliari. Ricevette un'educazione di impronta liberale, si nutrì di letture tardo romantiche e dei realismo francese (Dumas, Flaubert), iniziò giovanissimo a scrivere romanzi di ispirazione patriottica. Iscrittosi nel 1858 all'università