Realismo e Naturalismo in Europa e in Italia: le differenze

Realismo e Naturalismo: le differenze e il contesto storico in Europa e in Italia (4 pagine formato doc)

Appunto di juskywalker

REALISMO E NATURALISMO: CONTESTO STORICO

Quadro storico in Europa e in Italia.

Nel differenziato quadro europeo, sia per sviluppo economico che per organizzazione dello Stato, si abbate tra il 1845 e il 1847 una profonda crisi nel campo dell’agricoltura e nel settore commerciale e industriale.
L’ordine assolutistico e la stabilità dei regimi sorti dopo il Congresso di Vienna vengono profondamente scossi dalla crisi che provoca fenomeni rivoluzionari e sollecita la partecipazione delle masse urbane ai moti in piazza, moti che esplodono violentemente nel ‘48 nell’Europa centro-occidentale, coinvolgendo varie nazioni, Italia compresa, seppur con caratteristiche profondamente diverse.
La fiammata rivoluzionaria contagia immediatamente tutta l’Europa, ad eccezione dell’Inghilterra e della Russia.
A questi moti rivoluzionari partecipano soprattutto forze liberali e forze liberal-nazionali.
Spenti gli ultimi bagliori della rivoluzione quarantottesca, molte nazioni europee portano a maturazione un grande processo di trasformazione economica, sociale e industriale anche vedendo, pian piano, l’ascesa della borghesia.
E’ infatti attorno agli anni ‘50 che le grandi utopie nazionali e sociali subiscono un profondo cambiamento.
Con la caduta delle speranze e dei sogni subentra un’epoca di guerre, autoritaria e realistica.
Al posto dell’idealismo, non più consono alle nuove idee, che si erano diffuse rapidamente in quegli anni, subentra la necessità di un’effettiva attenzione alla realtà delle cose, agli aspetti concreti della natura e della vita.
Anche sul piano letterario (come su quello artistico), dopo i tanti sogni romantici che avevano alimentato gran parte della produzione dell’ ‘800, si avverte l’urgenza di rappresentare il reale.

REALISMO E NATURALISMO, DIFFERENZE

IL REALISMO E IL NATURALISMO IN EUROPA. Nella letteratura francese il passaggio dall’ “ideale” al “reale” viene aperto da un grande narratore romantico, Honoré de Balzac (1799-1850), che trae gli strumenti per leggere in modo nuovo il reale dalla scienza e, specificatamente, dalle teorie di un importante biologo.
Il concetto primario di questa nuova corrente letteraria è che l’individuo esiste solo in rapporto alla società.
Diversamente dagli animali nella natura, l’uomo ha la possibilità di mutare socialmente, di passare da un ruolo ad un altro.
Balzac ad esempio, individua le cause di questo mutamento sociale nei rapporti economici, causa del bene e  del male degli uomini.
Il romanzo così comincia ad avere il ‘compito’ di ritrarre la realtà in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue classi, dalle più umili alle più elevate.
L’operazione culturale di Balzac produce i suoi primi effetti con la ‘scuola realista’ (Francia anni ‘50-’60 c.a.).
I primi grandi autori del realismo furono: Gustave Flaubert (1821-1880), Edmond (1822-1896) e Jules de Goncourt (1830-1870).
Sviluppi interni al più vasto fenomeno del realismo sono da considerarsi le due correnti del naturalismo e del verismo.

Naturalismo, verismo e positivismo: riassunto

REALISMO E NATURALISMO

ZOLA E IL NATURALISMO.

Emile Zola, procedendo sulla linea realista segnata da Balzac, Flaubert e Goncourt, si può definire il vero caposcuola del Naturalismo (nel 1880 nasce ufficialmente la ‘Scuola naturalista’).
Nella concezione del Naturalismo la visione scientifica viene portata all’estremo; il Naturalismo diventa l’applicazione del “metodo sperimentale” alla letteratura.
L’autore del romanzo deve comportarsi come lo scienziato: il suo sentimento personale non deve intervenire nella realtà dei fatti narrati, che non devono assolutamente essere mutati o perfezionati dalla fantasia e dal sentimento del romanziere.
In questa rigida visione il romanzo diviene la riproduzione della realtà, la sua trascrizione mimetica.