Recensione di Uno, nessuno e centomila di Pirandello: trama e significato

Breve recensione dell'opera di Pirandello, Uno, nessuno e centomila: trama e significato (0 pagine formato doc)

Appunto di kirarei

RECENSIONE UNO NESSUNO E CENTOMILA: TRAMA E SIGNIFICATO

Uno, nessuno e centomila di Pirandello.

"Uno, nessuno e centomila" è una narrazione retrospettiva condotta da una prima persona che è nello stesso tempo voce narrante e protagonista della vicenda. Il romanzo narra la storia di un uomo, Vitangelo Moscarda, detto Gengè, figlio di un ricco usuraio, tranquillo provinciale, che grazie all'osservazione della bella e fatua moglie Dida sul suo naso che "pende verso destra" mentre egli si guarda allo specchio, si accorge per la prima volta che la sua vita banale e senza veri ideali né responsabilità, non ha una "forma fissa" neanche nel suo aspetto fisico. Egli propone quindi a se stesso "sette comandamenti" per tentare di scoprire il suo vero io, basati sulle riflessioni chiave che Vitangelo esprime e sono la spiegazione concreta della tragedia del personaggio.
Tra queste le più importanti sono: il sentirsi diverso da quello che aveva creduto di essere fino ad allora e il non potersi veder vivere. Vitangelo Moscarda è un uomo inetto, impossibilitato a realizzare la propria identità e non si ama. Si è sposato per convenzione, si ribella contro il padre e contro l'amministratore Quantorzo che ne è un "fax-simile". Al mondo che lo circonda egli si ribella in maniera attiva, come è provato dal furto degli incartamenti di una casa da cui vuole sfrattare l'inquilino.

UNO NESSUNO E CENTOMILA: TRAMA

Incolpa il padre perchè, come lui, era divenuto un usuraio, spiegando: "Vivevo come un cieco nelle condizioni in cui ero stato messo, senza considerare quali fossero, perchè in esse ero nato e cresciuto e m'erano perciò naturali". Questa,dunque,non è altro che un'ulteriore dimostrazione,assieme a quella del furto,che Vitangelo Moscarda è un esemplare personaggio dei primi del '900 che prova, cioè, rigetto nella figura paterna fino a desiderarne l'omicidio. Non più usuraio; non più Gengè; questi erano i suoi scopi principali.
E li raggiunge liquidando la banca e divenendo un estraneo per la moglie. Finalmente era quello che voleva lui. Il famoso sentimento del contrario si configura anche in quest'ultima opera pirandelliana tant'è che Moscarda finisce col beneficare l'inquilino che ha precedentemente sfrattato e, ferito da Anna Rosa, ne sostiene la difesa presentandosi in tribunale con la divisa dell'ospizio costruito coi propri soldi.

Uno, nessuno e centomila: trama

UNO NESSUNO E CENTOMILA: SIGNIFICATO

Siamo passati, così, attraverso i tre momenti riassunti dal titolo: Moscarda è stato "uno"(l'unicità della persona)cercando di darsi una collocazione convenzionale sociale in cui si riflettono i "centomila"aspetti della massa e finisce col diventare "nessuno" annullandosi per vivere senza identità, adottando una delle sole due soluzioni dell'uomo pirandelliano: la pazzia.
Così, beandosi di non aver più coscienza d'essere, di rinascere attimo per attimo, come una pietra, un albero o una pianta, sdraiato sull'erba a contemplare le nuvole e il vento riuscendo, finalmente, ad acquietare "in lucida follia"il suo tormentoso pensare.