Un sogno di una notte di mezza estate: testo Atto 2

Un sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare: testo in italiano dell'Atto 2 - Scena I, II e III (0 pagine formato txt)

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UN SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE: TESTO ATTO 2 SCENA I

Uno sogno di una notte di mezza estate di William Shakespeare
Sogno di una notte di mezza estate
: Atto Secondo. Scena I

Un bosco vicino ad Atene.

Una FATA entra da un lato e PUCK dall'altro. 

PUCK.

Ebbene, spirito, perché vagate così?

FATA.

Per  colli e per velli, fra boschi e fra paludi, per parchi e giardini, fra i fuochi e le acque, erro per tutto all'avventura, con moto più dolce che non sia quello del globo della luna. Servo la regina delle Fate annaffiando I suoi circoli magici sulla verzura le più belle margherite educo a lei; le macchie rosse che voi vedete, sopra i biondi loro calici, sono i rubini, i gioielli delle Fate: è In quelle macchie che si alimentano i loro succhi odoriferi. Convien ch'io vada a raccogliere alcune sulle di rugiada, e che sospenda una perla sui petali d'ognuna di quelle margherite. Addio, spirito torbido, ti lascio; la nostra regina e tutti i suoi silfi saran qui fra un istante.

Un sogno di una notte di mezza estate: testo Atto 5

UN SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE: TESTO INTEGRALE ITALIANO

PUCK. Il re farà qui i suoi balli questa notte: bada che la regina non si offra agli sguardi suoi; perocché Oberon è assetato di vendetta, a cagione che ella con sè trascina un amabile fanciullo rapito al re dell'india. Non mai ella ebbe un garzoncello più caro; e il geloso Oberon vorrebbe rapirgliene per farlo de' suoi e per correr seco le vaste foreste: ma ella il ritien suo malgrado, lo incorona di fiori e ne ricava ogni diletto. Dopo tale evento essi, non s'incontrano più nei boschi, nei prati, accanto alle limpide fontane, e al cbiaror delle fulgide stelle, che non contendano con tanto furore, che tutti i silfi si riparano nelle spighe del grano e vi si nascondono per isgomento.

FATA, O erro sulla vostra forma e sul vostro contegno, o voi siete quel maligno spirito che si chiama Robin - Buon - Diavolo. Siete voi quello? Non siete voi che spaventate le fanciulle del villaggio, che sfiorate il latte, che impedite al butirro di coagularsi, e cruciate la massaia stanca di batterlo invano, che dirompete le vele al mulino e vietate al lievito di fermentare? Non siete voi che fate smarrire i viaggiatori durante la notte e ridete delle loro ambascie? Non siete voi infine quello che a chi vi chiama folletto, vago spirito, date la buona ventura? Non siete voi quello?

Sogno di una notte di mezza estate: analisi e riassunto

UN SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE: TESTO TEATRALE

PUCK. Al vero vi apponete; io sono quel vispo spirito che erra di notte; sono quegli che celia con Oberon; e lo 'fa sorridere allorché, turgido e pasciuto di favi succulenti, schernisco un destriero nitrendo col tuono di una giovane e vivace cavalla. Talvolta mi appiatto nella tazza di una femminuccia, entro una piccola bolla, e quando essa vien per bere, mi appicco alle sue labbra e spando la sua' birra sul suo seno avvizzito. L'avola più appassionata, raccontando, la più trista istoria, mi confonde talvolta con una seggiola a tre piedi, e allora io mi sottraggo di dietro a lei, talché ella' cade, e grida in un accesso di tosse, mentre tutta la ragunata si stringe le anche, scoppia in alte risa, s'empie di gioia, starnutisce e giura che non mai ha passate ore più belle. - Ma zitto, Fata; viene Oberon.

L'approfondimento su vita, opere e poetica di William Shakespeare