Medea di Euripide e Seneca a confronto

descrizione della figura di Medea secondo due grandi autori della letterature greca e latina, Euripide e Seneca (1 pagine formato pdf)

Appunto di federicasaporiti

Medea di Euripide e Seneca a confronto.

Confronto tra la Medea di Euripide (431 a.C.) e la Medea di Seneca (61-62 d.C). MEDEA (Euripide, 431 a.C):
- La Medea che si presenta sulla scena è in primo luogo una moglie disperata che denuncia la sua condizione di abbandono. Ella è presentata come una MOGLIE TRADITA e un’ EROINA SOFFERENTE, poiché abbandonata dalla persona che riteneva la sua ragione di vita: Giasone. Tutto ciò che ha fatto in passato, i suoi crimini (uccisione di Apsirto e di Pelia), il tradimento di suo padre e della sua stessa patria, è stato fatto solo per amore di Giasone, per questo forte sentimento che lei provava nei suoi confronti.

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- Medea appare sin dall’inizio come una donna lontana dalla patria, priva di parenti, di protezione e di difesa. Tutto questo concorre a suscitare intorno a lei un sentimento diffuso di partecipazione sofferta, di pietà.
Anche il Coro è solidale a lei.
- Dal modo in cui appare Medea, si capisce automaticamente anche come può apparire Giasone in tutto ciò: egli non può sembrare altro che un uomo crudele e insensibile, ma soprattutto una persona ingrata, poiché dopo tutto quello che Medea ha fatto per lui, egli la ripaga con una duplice offesa, l’abbandono e il tradimento.

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Questo probabilmente era anche quello che pensava Euripide, dal momento che mette in bocca a Giasone parole superbe e meschine, quando questo dialoga per l’ultima volta con Medea e spiega ad ella i motivi del suo comportamento. Egli innanzitutto dice di averla ripagata più di quanto doveva, solo per il semplice fatto che l’ha tolta da un paese barbaro (la Colchide) e le ha fatto conoscere le leggi di un paese civilizzato (la Grecia).