L'educatore imperfetto di Sergio Tramma: riassunto

Riassunto completo del libro "L'educatore imperfetto" di Sergio Tramma (31 pagine formato doc)

Appunto di brambillagiulia

L'EDUCATORE IMPERFETTO DI SERGIO TRAMMA: RIASSUNTO

“L’EDUCATORE IMPERFETTO” Sergio Tramma
(Pedagogia generale – Facoltà Scienze dell’Educazione – Università Milano Bicocca)
CAPITOLO 1 – La figura professionale, ovvero: dell’incertezza e della salutare debolezza
La figura dell’educatore professionale è incerta e costantemente in via di definizione.


E’ una figura, come dice Bauman a proposito della società contemporanea, liquida ma non per questo eterea.
La “debolezza” dell’educatore è strutturale e non eliminabile. Questa debolezza è salutare ed è paradossalmente anche la sua forza, se intesa come ricerca sul senso dell’agire educativo e come messa in discussione delle finalità.
Oggi poi la figura professionale dell’educatore è investita di molte responsabilità sia riguardo ai compiti che ai soggetti di riferimento.
Oggi si può dire che tutta l’esistenza di tutte le persone è potenzialmente oggetto del pensiero e dell’azione dell’educatore professionale.

Esperienza di educatore: mansioni svolte

L'EDUCATORE IMPERFETTO: RIASSUNTO

Formidabili quegli anni (anni Sessanta e Settanta)
La condizione di incertezza dell’educatore professionale è il risultato di una lunga storia che ha avuto inizio negli anni Sessanta- Settanta.
Fino agli inizi degli anni Sessanta, gli educatori professionali erano figure che lavoravano in istituzioni  chiuse per l’educazione o la rieducazione dei minori.

Luoghi finalizzati all’adattamento costrittivo dei soggetti alle norme sociali e culturali esistenti, alla prevenzione e alla “riparazione” di comportamenti individuali ritenuti particolarmente “pericolosi”.
Negli anni Sessanta, con il cosiddetto “miracolo economico” e con il passaggio da una economia prevalentemente agricola a una industriale, si viene a  creare una nuova realtà sociale e culturale.
Entrano così in crisi le pratiche educative custodialistiche che avevano lo scopo di provvedere al soddisfacimento dei bisogni vitali (orfanatrofi, manicomi, carceri) e nasce l’esigenza di politiche volte a garantire diritti di cittadinanza al benessere.
I servizi non sono più diretti esclusivamente alle tradizionali frange emarginate della società, ma si orientano all’insieme dei cittadini con l’intento non solo di ridurre il malessere ma anche di promuovere il benessere.

L'educatore professionale, cosa fa

LE COMPETENZE PROFESSIONALI DELL'EDUCATORE PROFESSIONALE

Gli educatori vengono coinvolti in un movimento di contestazione che mette in discussione:
-    La rigida distinzione tra salute e follia e devianza e normalità;
-    L’esclusione e la segregazione come strumenti di controllo sociale;
-    I metodi “autoritari” non più in grado di affrontare i cambiamenti derivanti dalla modernizzazione.
All’operatore educativo che tende alla normalizzazione con metodi autoritari, si affianca l’operatore che tenta tale normalizzazione con metodi non autoritari, fino ad arrivare all’operatore che mette in dubbio il concetto stesso di normalizzazione.
Nascono così nuove figure educative, sempre più specializzate.
Inizia a strutturarsi il dilemma, ancora in parte attuale, se:
•    L’educatore debba essere una figura generalista, cioè in grado di operare a tutto campo,  con tutti gli utenti e in tutti i contesti;
•    Oppure un operatore che si è formato per lavorare con alcuni soggetti e non con altri per rispondere a specifici bisogni.