Teorie sullo sviluppo delle emozioni e critiche

Teorie sullo sviluppo delle emozioni e critiche: appunti di psicologia dello sviluppo (7 pagine formato doc)

Appunto di debbbina

TEORIE SULLO SVILUPPO DELLE EMOZIONI

CONSIDERAZIONI CRITICHE SULLA TEORIA di Piaget - La critica di carattere più generale rivolta a Piaget è di aver sviluppato un modello unilaterale, egli è stato interessato allo studio delle componenti cognitive e in particolare all’intelligenza trascurandone altre, come vita affettiva, socializzazione.


Le sue opere sono difficili da leggere e non ha effettuato  sufficienti esperimenti, mancano di adeguata scientificità. 
Sviluppo delle emozioni.
Caratteristiche delle emozioni. Le emozioni si caratterizzano per la presenza di uno stimolo, poi di una valutazione soggettiva della situazione, questa fase è importante perché da il nome all’emozione. Vi è una componente fisiologica e una reazione comportamentale . la funzione è quella di attivare l’organismo, comunicare all’esterno e a se stessi.  Si può distinguere tra emozioni primarie come paura, gioia, rabbia e tristezza e emozioni complesse come gelosia, imbarazzo, orgoglio che richiedono una elaborazione cognitiva e consapevolezza.
TEORIE DELLO SVILUPPO DELLE EMOZIONI
La teoria della differenziazione proposta da Bridges nel 1930  ipotizza che inizialmente vi siano dei precursori delle emozioni che poi si differenziano e diventano vere e proprie emozioni a 3, 4 mesi.  Come ad esempio il sorriso endogeno, che poi diventa piacere, il trasalimento e il dolore che poi si convertono in paura  e lo sconforto che diventa rabbia.
Secondo la teoria differenziale invece, le emozioni sarebbero già presenti alla nascita o farebbero la comparsa nei primi mesi di vita; non sono prototipi, ma vere e proprie emozioni.  Questa teoria enfatizza le componenti innate, infatti grazie a questa dotazione innata il bambino sarebbe in grado di riconoscere le espressioni facciali relative alle emozioni primarie.

Jean Piaget: teoria sullo sviluppo mentale del bambino

SOCIALIZZAZIONE DELLE EMOZIONI

COMPARSA DELLE EMOZIONI
C’è concordanza sulla presenza di emozioni come sorriso endogeno, trasalimento fin dalla nascita, sorriso al volto umano nel secondo e terzo mese di vita. Tra il terzo e il nono compare il riso e nel primo anno di vita compare la colpa e il disprezzo. Non c’è concordanza sulla sorpresa e sulla vergogna; inoltre, gioia, rabbia e collera compaiono quando compaiono le relazioni circolari secondarie ovvero quando le azioni del bambino sono rivolte verso l’esterno.
COMPETENZA EMOTIVA
Per competenza emotiva si intende la capacità di riconoscere le emozioni altrui, di avere una lessico adeguato per esprimere le proprie emozioni, di essere consapevoli di provare una determinata emozione e ad avere la competenza empatica.
A 10 settimane  il bambino ha una comprensione precoce delle emozioni, risponde coerentemente alle espressioni di rabbia, felicità, tristezza delle madri.  A 12 mesi i bambini capiscono le emozioni che le madri rivolgevano all’esterno. Nel secondo anno il bambino cerca di consolare l’altro. A 3 -6 anni  sono in grado di capire che vi sono reazioni soggettive agli stimoli, che ciò che a loro può causare felicità, a un altro può causare un’altra emozione.
L’empatia:   Alla nascita il bambino piange se sente l’altro piangere, fa propria un’emozione dell’altro. Successivamente tenta di consolare l’altro, ma solo per consolare se stesso, nel secondo anno di vita ha piena distinzione tra sé e l’altro; la vera empatia compare quando il bambino vuole consolare l’altro, sentendolo diverso da sé. A 9 e 13 anni l’empatia sarà influenzata anche da esperienze precedenti.

SVILUPPO DELLE EMOZIONI NEL BAMBINO

REGOLAZIONE EMOTIVA
L’abilità di controllare le emozioni è molto importante nello sviluppo. Il neonato può fare ben poco per controllare le proprie emozioni, il ruolo del genitore è importante perché lo aiuta a evitare che il bambino provi emozioni troppo intense. A 8,9 mesi compaiono gli atti intenzionali e il tentativo di regolare i propri vissuti. A 3,4 anni compare la capacità di nascondere le proprie emozioni e mascherarle. In conclusione è possibile fin dai primi anni controllare almeno parzialmente le proprie emozioni.