Spitz: la teoria della separazione

Appunti sulla teoria di Spitz (2 pagine formato doc)

Appunto di martinabriguglio
Renè Spitz si occupa di studiare, non tanto lo sviluppo, ma le conseguenze, gli effetti psicologici sulla mente del bambino che deve subire precoci separazioni, precoci carenze a livello quantitativo di cure materne.
La relazione madre-bambino anche per Spitz è il motore dello sviluppo normale del bambino che permette lo sviluppo delle funzioni dell’Io, è il primo approccio relazionale del bambino con l’oggetto ed è anche il precursore delle relazioni future dell’adulto.


Spitz però aggiunge che se le separazioni avvengono in momenti troppo primitivi il bambino potrebbe sviluppare dei sintomi, una patologia chiamata depressione anaclitica. Infatti non è causale che la depressione in età adulta mostri dei pazienti estremamente dipendenti.
In età evolutiva è complicato diagnosticare la depressione perché c’è una sovrapposizione molto netta tra i quadri di ansia e quelli di depressione però sembra che uno degli aspetti caratterizzanti all’interno della famiglia di bambini depressi è una deprivazione quantitativa delle cure materne.


Spitz quindi osserva questi bambini e le loro relazioni sia nell’ambiente naturale che in laboratorio e utilizza gli studi longitudinali, cioè studia gli stessi bambini in diverse fasi della vita. Anche per Spitz il bambino psicologicamente non nasce subito, ma è soltanto grazie alle cure fisiche, concrete della mamma che si possono sviluppare le funzioni dell’Io. Una cosa che aggiunge Spitz è che le conseguenza dell’assenza delle cure materne non sono solo psicologiche ma anche fisiche: i bambini deperiscono, smettono di mangiare, i bambini sembrano lasciarsi morire.