PACS: cosa sono i patti di solidarietà civile per coppie di fatto

PACS: cosa sono e considerazioni sui patti civili di solidarietà che garantiscono alle coppie di fatto diritti che sono prerogative delle sole coppie sposate.

PACS: cosa sono i patti di solidarietà civile per coppie di fatto
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PACS: COSA SONO

PACS: cosa sono i patti di solidarietà civile per coppie di fatto
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La convivenza è una relazione tra due persone che vivono stabilmente insieme more uxorio, ossia secondo il costume matrimoniale, come se fossero marito e moglie, ma senza essere sposati. A volte è considerata come una fase di transizione seguita dal matrimonio con l’arrivo del primo figlio, per esempio. Altre volte, invece la convivenza è una vera e propria scelta alternativa alle unioni legali, un modello di vita indipendente, spesso, in contrasto con il matrimonio. La coppia eterosessuale teme che la vita privata sia “controllata” giuridicamente e che tale controllo possa compromettere la spontaneità della coppia, fino a soffocare l’amore. La convivenza per quanto riguarda la coppia omosessuale è spesso una scelta obbligata perché non in tutti gli Stati è riconosciuto il matrimonio omosessuale. La richiesta di estendere i diritti previsti dal matrimonio anche alle coppie conviventi è un’istanza sempre più frequente che i governi si devono preparare ad affrontare senza dover compromettere l’istituto famiglia. Il 15 aprile 1999 sono nati in Francia i PACS (Pacte Civil de Solidarité): un patto di solidarietà civile che consiste in un contratto sottoscritto tra due persone maggiorenni, eterosessuali o omosessuali, e non necessariamente legati da un rapporto sentimentale in cui vengono stabiliti reciproci diritti e doveri. Le cause della non accettazione da parte della società delle coppie di fatto possono essere: la diffidenza nei confronti di nuovi modelli di vita, difficoltà a staccarsi dalle tradizioni e la condanna della chiesa cattolica di tutte le unioni non sancite dal sacramento del matrimonio.

I PACS E LE RELIGIONI

Ogni religione ha una posizione diversa al riguardo:

  • Il cristianesimo. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “concubinato, rifiuto del matrimonio come tale, incapacità di legarsi con impegni a lungo termine. Tutte queste situazioni costituiscono un offesa nella dignità del matrimonio, distruggono l’idea stessa della famiglia; indeboliscono il senso di fedeltà. Sono contrarie alla legge morale”.
  • L’Induismo. Secondo la religione induista il matrimonio è sacro e ha il fine di far crescere spiritualmente gli sposi; è l’unico luogo in cui si può creare la famiglia; la convivenza non è nemmeno presa in considerazione.
  • Il Buddhismo: il matrimonio non è un unione sacra ma un impegno sociale e personale che sancisce come indivisibile sesso e amore: qualsiasi attività sessuale “estranea”, quindi la convivenza, non è accettabile.
  • Il Confucianesimo: la famiglia coincide con il matrimonio, all’interno del quale deve essere confinata la sessualità, almeno per la donna.
  • L’Islam: ogni unione deve essere sancita da matrimonio, il luogo dove la sessualità può essere controllata e indirizzata alla procreazione.
  • L’Ebraismo: il matrimonio è segno di amore e rispetto: il celibato non è visto di buon occhio, la convivenza assolutamente condannata.

LA CONVIVENZA: I PROBLEMI ETICI

La convivenza non è un fenomeno nuovo perché già in passato, anche se era condannata, rimaneva l’unica soluzione in diverse circostanze (fine del matrimonio - non c’era il divorzio, vedovanza - per non perdere la pensione o altri diritti, per le persone molto povere - si ricorda la “fuitina” del sud Italia che spesso si concludeva con il matrimonio riparatore).

Il fatto che da scelta di necessità sia diventata una scelta consapevole creata per affermare la libertà individuale, ha insinuato il sospetto che possa essere un atto egoistico di fuga dalle responsabilità; è sufficiente il pregiudizio, il “cosa direbbe la gente” a mantenere viva la condanna per queste unioni. I pregiudizi sono spesso più forti della ragione, perché non si confrontano con la realtà e non rispettano ciò che è diverso. L’opposizione più forte e ostinata viene dalla Chiesa cattolica che considera la convivenza una minaccia per la famiglia, l’amore dell’uomo e della donna consacrati da Cristo.

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