Abete: caratteristiche e tipologie

Caratteristiche e tipi di abete: quali e quanti sono gli abeti e come si differenziano tra loro

Abete: caratteristiche e tipologie
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Abete: caratteristiche

Abete: quante tipologie esistono?
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Quante tipologie di abete esistono? Moltissime. In questo contenuto esamineremo due tipologie di abete: quello bianco e quello rosso. Ne vedremo caratteristiche e descrizione, e capiremo quali siano somiglianze e differenze tra i due.

Abete bianco

L'abete bianco è una pianta molto antica, presente sulla terra già cinquantacinque milioni di anni fa e assai longeva (può raggiungere anche gli 800 anni d'età). Ha portamento maestoso e forma slanciata e conica (raggiunge i 50 metri d'altezza), ma la chioma è meno folta di quella dell'abete rosso e lascia perciò al sottobosco maggiore possibilità di espandersi.

I rami sono quasi orizzontali, con le cime rivolte in su. La corteccia del tronco è grigio bruno chiaro, le gemme sono prive di resina, i rametti che portano gli aghi sono rivestiti di peli corti e radi, e i coni (le "pigne"), lunghi 10-18 cm, anziché essere penduli sono rivolti verso l'alto come candelabri. I coni, inoltre, non cadono, ma restano sul ramo dove si sgretolano squama per squama. Gli aghi, che persistono sulla pianta anche una decina d'anni, sono piatti, di color verde scuro sopra e argentei sotto.

Il suo legno giallo chiaro è robusto e molto leggero, quasi senza resina. Dalle sue foglie e dal legno si distilla l'essenza di trementina, usata in medicina per distorsioni e contusioni.

Molte delle grandi foreste pure di abete bianco che si incontrano oggi non sono spontanee, ma sono state piantate dall'uomo. Sugli Appennini, infatti, l'abete bianco cresce insieme al faggio, alle quote più basse di diffusione di quest'albero. Oggi ne sopravvivono solo pochi esemplari sul monte Cimone, sull'Amiata, sul Gran Sasso, sui monti della Laga e in Calabria sul Pollino e in Aspromonte.

Nell'antichità era invece diffusissimo, come ci ricordano molti scrittori latini, tra cui Virgilio. A determinarne la scomparsa è stata la mano dell'uomo. I lunghi tronchi dell'abete bianco sono stati ricercati per secoli per le grandi costruzioni edili e per farne alberi per le navi. Ma anche il faggio, albero molto competitivo nei confronti dell'abete, ne ha definitivamente preso il posto quasi ovunque.

In condizioni naturali, l'abete bianco occupa la fascia altitudinale tra i 700 e i 1200 metri in Liguria, ma procedendo verso sud, addentrandosi nel clima mediterraneo, sale più in alto (in Calabria vive tra i 1000 e i 1700 metri).

Abete rosso

Le più grandi e suggestive abetine delle Alpi, tra gli 800 e i 1800 metri di altitudine, sono costituite quasi esclusivamente da abeti rossi. Conosciuto anche come peccio, l'abete rosso è notissimo anche molto lontano dal suo ambiente abituale perché altro non è che l'albero di Natale, erede di una tradizione antichissima dei popoli scandinavi, legata al ritorno della luce dopo il solstizio d'inverno. La chioma, con notevole capacità di ombreggiamento, è a forma di cono, con rami principali poco inclinati, da cui si dipartono rami secondari penduli.

Ma il portamento di quest'albero può variare a seconda della latitudine e della quota alla quale vive: gli individui isolati hanno in genere una chioma espansa, mentre nelle vallate alpine invece, dove forma foreste densissime, è tipicamente colonnare e molti esemplari possono raggiungere i 30 metri di altezza.

Il sottobosco è quasi assente a causa della densità delle chiome, e quando questi boschi si sviluppano su suoli superficiali molto pendenti possono costituire un pericolo: l'abete rosso diventa un albero pesante ma con apparato radicale poco profondo, e non dà quindi nessun contributo alla stabilità della montagna.

L'abete rosso deve il suo nome alla corteccia di colore bruno-ruggine (che negli alberi più vecchi arriva da assumere un colore violaceo scuro). Gli aghi invece sono verde scuro a sezione quadrangolare e con la punta acuta, e pendono all'ingiù dai rami sottili che si dipartono dai rami primari. Si riconosce facilmente anche per la pigna (che i botanici chiamano più propriamente "cono"), allungata e pendente anch'essa all'ingiù, che cade intera.

Resistente al freddo invernale e ai geli primaverili, l'abete rosso evita gli ambienti troppo umidi e quelli in cui le temperature estive sono troppo alte. Per questo, in Italia, è diffuso nelle valli alpine e discende gli Appennini solo fino alla Toscana. Rispetto ad altre conifere, l'abete rosso è sempre stato favorito dall'uomo sia per la qualità del suo legno, che per la sua maggiore produttività. Particolarmente famose sono le abetine del Cadore, nelle Dolomiti, che nei secoli d'oro della Repubblica di Venezia contribuirono non poco alle costruzioni navali e dunque alla fortuna della Serenissima. Con il suo legno vengono fabbricati strumenti musicali, in particolare le casse di risonanza dei violini.

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