Antonio Canova: caratteristiche artistiche delle sue opere

Antonio Canova: caratteristiche artistiche, vita e opere. Descrizione delle seguenti opere: Teseo sul Minotauro, Amore e Psiche che si abbracciano, Ebe, Paolina Borghese come Venere vincitrice, Monumento Funebre a Maria Cristina d'Austria (3 pagine formato doc)

Appunto di stefando

ANTONIO CANOVA: CARATTERISTICHE ARTISTICHE DELLE SUE OPERE

Antonio Canova (1757 – 1822).

Antonio Canova nacque a Possagno, nei pressi di Treviso, il primo novembre 1757. Figlio di uno scalpellino, fece il suo apprendistato a Venezia dove aprì uno studio nel 1775. Nel 1779 Canova era a Roma presso l'ambasciatore della Repubblica Veneta Girolamo Zulian. Nella città dei papi, dove seguì corsi di nudo all'Accademia di Francia, risiedette quasi per tutta la vita.
Si allontanò da Roma solo per alcuno soggiorni nei luoghi natii, specie tra il 1798 e il 1799, a motivo della proclamazione della Repubblica romana e successivamente per viaggi all'esterno, in particolare per un incarico in Austria, per due primi viaggi a Parigi su chiamata dello stesso Napoleone e per un terzo viaggio nella captale francese dopo il Congresso di Vienna del 1815. In quest'ultima occasione era in veste di ambasciatore per ottenere la restituzione delle opere di arte sottratte da Napoleone allo Stato pontificio a cominciare dal 1797. Da Parigi si recò anche a Londra per vedere i marmi fidiaci del Partenone lì condotti da Lord Elgin. Amato e ammirato dagli amici e dai potenti, ebbe incarichi di lavoro dalla nobiltà veneta e romana, da Napoleone e dai membri della sua famiglia, da nobili russi e dotti amici inglesi, dagli Asburgo d'Austria, dai Borboni di Napoli, dalla corte pontificia. Dal 1802 fu Ispettore Generale delle Belle Arti dello Stato Pontificio al quale fece dono della collezione di antichità della nobile famiglia Giustiniani, messa in vendita  e acquistata a sue spese, mentre cedeva il suo intero stipendio di Ispettore al'Accademia di San Luca. Antonio Canova morì a Venezia nel 1822.

Tesina su Antonio Canova: biografia e opere

ANTONIO CANOVA: OPERE

Teseo sul Minotauro (1781-83)  -Antonio Canova- La prima opera scultorea che Canova realizzò una volta arrivato a Roma fu Teseo sul Minotauro. Il soggetto e il modo in cui viene proposto indicano quanto Canova fosse intimamente vicino alle teorie di Johann Winckelmann. L'eroe, seduto sul corpo del mostro che ha ucciso, è rappresentato dopo la lotta: il momento scelto dall'artista, quindi, è successivo all'azione. Ogni passione è spenta, la rabbia e la furia del combattimento sono passate. Nella tranquillità della posizione di riposo Teseo mostra la sua anima grande che è di nuovo in sintonia con il corpo, non più teso o contratto. Perché non più preda delle passioni violente. L'eroe, simbolo della vittoria della ragione sull'irrazionalità bestiale, siede sul Minotauro come un cacciatore su una presa. L'essere semiumano è riverso su una roccia in una posizione a "S" rovesciata. Teseo, appoggiandosi su una gamba del mostro è inclinato indietro, mentre osserva il nemico. I due corpi sono perfetti. Scopo di Canova è il raggiungimento della bellezza ideale, che i Greci avevano realizzato. A tale bellezza si può pervenire tramite la massima padronanza della tecnica scultorea e sempre imitando la scultura classica. L'opera è in marmo di Carrara (definito il marmo scultoreo), unico materiale che Canova riteneva adatto alla scultura, in quanto poteva rendere al meglio la morbidezza e la flessibilità della carne. Anzi, affinché tali caratteristiche fossero esaltate quanto più possibile, molte sculture di Canova vennero totalmente o parzialmente trattate con cera rosata o ambrata dall'artista stesso cosicché il colore del marmo finito fosse simile a quello dell'incarnato, affinché il bianco apparisse meno freddo, più morbido, più caldo. (questo uso era di Prassitele, il quale utilizzava il Ganosis, una cera rosata). Infatti Teseo ricorda Hermes, di "Hermes e Dioniso bambino"; anche se Canova si rifà per certo all' Ares Ludovisi.

ANTONIO CANOVA: AMORE E PSICHE

Amore e Psiche che si abbracciano  (1787-1793). Nel gruppo di  Amore e Psiche che si abbracciano Canova ha ripreso la favola narrata nel romanzo L'Asino d'oro di Lucio Apuleio. L'artista ha rappresentato un episodio della favola, quello in cui Amore rianima Psiche svenuta in quanto, contro gli ordini di Venere, aveva aperto un vaso ricevuto nell'Ade da Proserpina. Canova ha fermato nel marmo un attimo che rimane sospeso: la tensione dei due giovani corpi che non si stringono, ma si sfiorano appena con sottile erotismo, mentre il dio contempla, ricambiato con la stessa dolce intensità, il volto della fanciulla amata, ognuno rapito dalla bellezza dell'altro.