Descrizione delle due opere di Joseph William Turner

Analisi delle opere di William Turner: opere "Regolo" e "pioggia, vapore e velocità". La fusione tra soggetto e natura è spinta sino ai limiti della distruzione dell'immagine figurativa e delle regole prospettiche (2 pagine formato doc)

Appunto di mimma333
Ø Nelle opere di Joseph William Turner la fusione tra soggetto e natura è spinta sino ai limiti della distruzione dell'immagine figurativa e delle regole prospettiche, poiché la carica emotiva del paesaggio per Turner significa la perdita di ogni certezza razionale.
Nella fase matura della sua opera l'elemento naturale si dissolve in una luce abbagliante e colorata, realizzandovi quell'identità dello spazio con la luce che l'artista intuisce e ricerca in tutta la sua attività, ponendo le basi per quel moderno modo di vedere per grandi masse di luce ed ombra. In Turner il dato fenomenico è prevaricato dal sentimento di perdita irrimediabile dell'io, l'effetto pittorico che ne deriva è tale da precorrere l'arte "informale" del nostro secolo.
Il cammino dell'arte contemporanea è infatti spiegabile attraverso il raggiungimento di una sapienza tecnica e intellettuale che, più progredisce, più cerca di tornare paradossalmente "indietro" alle verità elementari della vita dell'uomo su questo pianeta.  William Turner, Regolo 1828 Olio su tela, cm 91 x 124 Londra, Tate Gallery Il quadro appartiene alla serie di opere che Turner dedicò ad episodi storici. In esso è un episodio di storia romana ad essere rappresentato, ma basta confrontare il quadro con una qualsiasi altra opera di un artista accademico dedicata a questo periodo, per capire la profonda distanza che separa il romanticismo di Turner dal precedente stile neoclassico. Non vi è alcuna ricerca di bellezza in forme pure e tornite, nessuna visione di atmosfere chiare e arcadiche, ma la ricerca di un'emozione che sollecita inquietudine e stupore. Nel quadro è rappresentato il porto di Cartagine, la città nemica di Roma. I cartaginesi fatto prigioniero Attilio Regolo, lo rimandarono in patria per convincere i romani a desistere dalla guerra. Attilio Regolo incitò invece i romani a continuare, e, per l'onore della parola data, fece lo stesso ritorno a Cartagine dove i cartaginesi lo sottoposero a crudeli torture, quali il taglio delle palpebre, e poi lo uccisero. Il vero protagonista dell'immagine è la grande luce che proviene dal fondo, punto di fuga ideale nel quale convergono le quinte degli edifici che si affacciano sul canale del porto. Qui, più che altrove, appare evidente la ricerca di Turner di rappresentare direttamente la luce, senza utilizzarla come mezzo strumentale per la visione di altro. Il soggetto segue lo schema compositiva dei porti di Lorrein nelle scene di porto: edifici classici su entrambe le opposte sponde e al centro il sole. Col tempo però il rilievo del sole s'è ridotto, o è stato appiattito da qualcuno che vi mise mano in seguito, ma l'effetto abbacinante della luce solare rimane. Tema dominante dell'opera: l'effetto che produce sull'occhio l'esposizione diretta al sole per un qualsiasi periodo di tempo. Nel dipinto si vedono le truppe di Regolo al momento dell'imbarco per il viaggio di ritorno a Cartagine. La morte tragica di Regolo, colpì l'animo pessimista di Turner che