La Grande guerra: riassunto di storia sociale

La Grande Guerra: riassunto di storia sociale sulle famiglie e i soldati. Come cambiarono la società e il rapporto tra sfera pubblica e sfera privata nel contesto della prima guerra mondiale, dati storico-sociali importanti per conoscere la realtà della Grande Guerra dall'interno e capirne meglio le dinamiche (5 pagine formato docx)

Appunto di elisa144

LA GRANDE GUERRA RIASSUNTO

Storia sociale. La Grande Guerra. “Gorizia”: canzone scritta negli anni della Prima Guerra Mondiale dai soldati stessi = denuncia e rabbia dei soldati contro la guerra stessa.
La Grande Guerra è stata una guerra statica. Per conquistare 100 m di terreno ci si scagliava allo scoperto sotto il fuoco delle mitragliatrici nemiche. Nell’estate del 1916 ci furono le battaglie dell’Isonzo: in Italia la guerra è stata combattuta prevalentemente sul fronte orientale, ci furono battaglie sanguinosissime per conquistare Gorizia, battaglie che durarono mesi e che provocarono centinaia di migliaia di morti, per niente.
Questa canzone è una denuncia di questa follia.
 

Riassunto della Prima guerra mondiale

PRIMA GUERRA MONDIALE RIASSUNTO DETTAGLIATO

La Grande Guerra. La Seconda Guerra Mondiale è stata molto più grande e spaventosa della prima, tuttavia la Prima Guerra Mondiale è ancora chiamata la Grande Guerra. Vediamo i motivo. Da subito fu una guerra molto diversa dalle precedenti: la natura stessa della guerra, il modo in cui fu combattuta diedero un valore decisivo di spartiacque della modernità, della contemporaneità, niente fu uguale rispetto a prima da quel momento. Testi molto famosi come “Il secolo breve” fanno cominciare il ‘900 proprio con il 1914, cioè con l’inizio della Grande Guerra. Nella Grande Guerra almeno sul fronte franco-tedesco e austriaco le linee di combattimento furono piuttosto statiche, si spostarono di pochi chilometri al massimo. La guerra comporta uno stravolgimento della vita sociale: questa fu una guerra “totale” il cui ordine abolì qualsiasi concezione di sfera privata. Lo Stato si assunse il diritto di regolare l’intera vita sociale anche dal punto di vista economico. Alcune misure adottate durante la Grande Guerra rimarranno permanenti anche nel periodo del Fascismo (ad esempio, il divieto di sciopero). Tutta la popolazione fu inquadrata da una mobilitazione totale dall’alto. Lo Stato assunse un ruolo direttivo che non aveva mai avuto.
La libera concorrenza era un cardine del liberismo economico; lo sviluppo economico per progredire ha bisogno di essere libero, con il libero mercato aumenta il livello di ricchezza.
 

Prima guerra mondiale: schema riassuntivo

PRIMA GUERRA MONDIALE CAUSE

Nonostante ciò, durante la Grande Guerra anche nei governi non bolscevichi lo Stato pianifica la produzione economica e stabilisce le priorità nella produzione (viene data assoluta precedenza alla produzione dell’artiglieria). Lo Stato orienta dall’alto la vita economica e sociale. Per permettere allo Stato di sostenere questo sforzo economico e sociale vennero ridotti i consumi privati e anche la vita delle famiglie venne condizionata e stravolta da questa condizione di eccezionalità. Cambiò irreversibilmente il clima che si respirava nella società: si esigette la collaborazione di tutta la popolazione a questo sforzo eccezionale, la nazione, i cittadini e le cittadine dovettero comportarsi come un esercito; ovvero ubbidire e lavorare per la patria.
Molte donne entrarono nelle fabbriche, anche occupando i posti lasciati liberi dagli uomini partiti per fronte; nacquero nuovi settori, uffici e servizi. Per questa ragione si diffusero grande preoccupazione e malcontento tra la popolazione maschile: ad esempio, fu un trauma per molti uomini vedere le donne ricoprire ruoli tipicamente maschili. Fu preoccupante, per molti uomini, vedere nel 1915 donne che guidavano il tram a Milano. Questi eventi eccezionali causarono spiazzamento e spaesamento.
 

La Seconda guerra mondiale: riassunto

PRIMA GUERRA MONDIALE SCHEMA

Quando la guerra finì, gli uomini che erano andati al fronte e non avevano digerito questa eccedenza delle donne nella vita pubblica chiesero a gran voce che le donne rientrassero nel loro ambito, nel loro campo di lavoro “naturale”: la casa. In cambio di questo, le donne avrebbero ricevuto un “premio”; in Italia, infatti nel 1919 venne abolita l’autorizzazione maritale. In molti altri Paesi (Francia, Germania, Stati Uniti) le donne ottennero il voto molto più tardi. Fu chiaro da subito, comunque, che il diritto al voto reclamato da molte donne per lunghi anni arrivava con una rassicurazione per i maschi: le donne non ottennero il voto perché si era convinti che ne avessero il diritto, ma come premio per aver continuato a gestire e sostenere la vita economica e sociale del Paese durante la guerra e l’assenza degli uomini.