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Giustiniano: vita e pensiero politico

Biografia, pensiero politico e riforme di Giustiniano, noto anche come Giustiniano I il Grande, imperatore bizantino dal 527 d.C. al 565 d.C.
Giustiniano: vita e pensiero politico
ansa

1Giustiniano Imperatore

Giustiniano
Fonte: ansa

Giustiniano, chiamato l’imperatore insonne poiché sempre attivo e impegnato nel portare avanti la sua politica di governo, nacque nei pressi di Skopje, nell’odierna Macedonia, nel 482.  

Dal 527 al 565, anno della sua morte, fu a capo dell’Impero romano d’Oriente, noto anche come impero bizantino, con riferimento a Bisanzio, antico nome della capitale Costantinopoli. Giustiniano era stato avvicinato all’opera di governo dallo zio, l’imperatore Giustino I. Quando questi morì, nel 527, Giustiniano gli succedette e come imperatore cercò di realizzare il suo sogno di dare unità territoriale e uniformità religiosa all’Impero.  

Giustiniano era sposato con Teodora, nata attorno al 502 e proveniente da una famiglia di bassa estrazione sociale. La donna, nota per la sua intelligenza, detenne il titolo di imperatrice d’Oriente ed ebbe un ruolo non secondario nell’influenzare e sostenere la politica di governo del marito.  

2Il cesaropapismo e la politica religiosa

Con il termine cesaropapismo si intende la tendenza del potere civile e politico a compiere azioni in campo religioso, subordinando questo al potere secolare. Giustiniano è un chiaro esempio di imperatore che mise in atto una politica cesaropapista, prendendo decisioni inerenti alla sfera della teologia e di competenza ecclesiastica. 

Egli condusse inoltre una strenua lotta in difesa della Chiesa e condannò diversi movimenti eretici, in particolare l’arianesimo, l’ebraismo e il paganesimo. Gli ebrei furono privati di numerosi diritti; i pagani subirono la confisca dei beni in caso di mancata conversione e, se scoperti nuovamente a praticare il loro credo, giustiziati. 

Incisione dell'imperatore bizantino Giustiniano I
Fonte: getty-images

Giustiniano contrastò anche il monofisismo, una dottrina che negava la duplice natura – umana e divina – di Cristo, riconoscendogli solo quella divina. Tale movimento aveva incontrato il favore della moglie Teodora, la quale si impegnò tutta la vita per sostenere tale dottrina e tutelarne gli adepti. Giustiniano però rimase fermo nelle sue decisioni: combatté tutte le posizioni che non apparivano in linea con la dottrina ufficiale della Chiesa e che contrastavano con la sua volontà di dare all’impero una unificazione religiosa. 

La lotta religiosa divenne presto un conflitto che travalicava il dibattito teologico: nel 532 scoppiò a Costantinopoli la rivolta di Nika, una insurrezione durante la quale si fronteggiarono la fazione dei monofisiti contro quella degli ortodossi. Solo la violenta repressione messa in atto dal generale Belisario  riuscì a placare il conflitto e a salvare la vita e il trono di Giustiniano.  

3La politica estera di Giustiniano

Durante il suo governo, Giustiniano condusse una ambiziosa politica estera volta a rafforzare i confini e a ridare unità all’Impero. Per questa ragione, Giustiniano rafforzò notevolmente l’esercito, assoldando numerosi mercenari, soprattutto tra le popolazioni germaniche e illiriche, e intraprese una serie di azioni militari e di guerre.  

1) Guerra contro i Persiani Sassanidi: è il conflitto che, durato tra il 526 e il 532, vide contrapposti l’Impero d’Oriente e gli eserciti dei Persiani sassanidi, una popolazione che premeva da Oriente sui confini dell’Impero. A sancire la fine della guerra fu una “pace eterna” e il pagamento di ingenti somme di denaro da parte dell’Impero d’Oriente.  

Incisione raffigurante il generale Belisario che consegna i prigionieri vandali all'imperatore Giustiniano I. L'imperatrice Teodora si trova dietro il marito Giustiniano. Africa settentrionale, 534
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2) Guerra contro i Vandali. Belisario, forte di un esercito di 15mila uomini, guidò l’assalto al regno dei Vandali, capeggiato dal re Gelimero. Lo scontro, avvenuto tra il 533 e il 534, si risolse con la vittoria dell’esercito inviato da Giustiniano e la riconquista della Sardegna, delle Baleari, della Corsica e dei territori nell’Africa settentrionale. Il re vandalo Gelimero, sconfitto, venne fatto sfilare a Costantinopoli durante la celebrazione del trionfo.  

3) Guerra gotico bizantina. Tale guerra fu estremamente complessa e il suo esito ebbe le maggiori conseguenze per l’Italia. La spedizione, volta a riportare l’Italia sotto il dominio imperiale, fu affidata nuovamente da Giustiniano al generale Belisario.    

Questi sbarcò in Sicilia e, occupata l’isola nel 535, cominciò la risalita della penisola.    

Prima Napoli, poi Roma furono occupate e conquistate dall’esercito imperiale.  

Baduila, noto come Totila. Re degli Ostrogoti
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Gli ostrogoti, guidati dal re Vitige, organizzarono un fortissimo esercito, ma nel 539 le truppe bizantine entrarono a Ravenna e nel 540 catturarono Vitige che morì poi a Costantinopoli. In Italia, intanto, l’imperatore aveva realizzato una politica di tassazione estremamente gravosa che aveva generato un diffuso malcontento, soprattutto tra le classi più povere.   

Gli Ostrogoti sfruttarono questa situazione e provvidero a riorganizzarsi sotto la guida del nuovo re Baduila, noto come Totila. Totila raccolse così le sue forze tra tutti coloro che, schiavi, coloni, contadini poveri, erano stati vessati dal potere bizantino, formò un esercito e partì al contrattacco, conquistando prima Napoli, poi l’Italia centrale. Roma venne assediata nel 545, conquistata poi da Belisario nel 547, rioccupata da Totila nel 549.

Interno della Basilica di San Vitale a Ravenna, costruita nel VI secolo
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In campo bizantino, Belisario fu sostituito da un altro generale, Narsete. Egli vinse gli Ostrogoti nel 552 nella battaglia di Tagina, nei pressi di Gualdo Tadino in Umbria, nel corso della quale morì Totila; Narsete riuscì infine a riportare la definitiva vittoria anche contro Teia, l’ultimo re degli ostrogoti combattendo contro di lui alle pendici del Monte Lattaro nel 553. Con questo atto ebbe fine la guerra gotico-bizantina, sebbene fossero sopravvissute alcune sacche di resistenza ostrogota, abbattute solamente nel 555. 

L’Italia, concluso il conflitto, versava in pessime condizioni: estrema povertà, città distrutte, fiscalismo esoso, epidemie e pestilenze, crollo della produzione agricola e forte calo demografico furono tra le cifre distintive di questo periodo. L’Italia, ridotta a provincia, venne suddivisa in circoscrizioni territoriali guidate da un esarca. Ravenna, che era stata la capitale del regno ostrogoto, divenne la sede della prefettura e poi dell’esarcato. La città fu impreziosita da opere dall’alto valore artistico, come la basilica di San Vitale, nota per i suoi pregevoli mosaici.

4) Guerra contro i Visigoti. L’esercito dell’Impero romano d’Oriente riportò un grande successo contro i Visigoti tra il 552 e il 554, riducendo nuovamente a provincia i territori della Spagna Meridionale.  

4La politica economica di Giustiniano

  • Tutelò la piccola proprietà terriera contro i grandi latifondisti.
  • Diede un forte impulso al settore manufatturiero: la lavorazione dei metalli, della ceramica, della seta furono notevolmente sostenute dalla politica economica imperiale.
  • La posizione di Costantinopoli e dell’Impero permisero a Giustiniano di incrementare gli scambi commerciali. Egli si prodigò inoltre per migliorare la rete stradale per consentire la circolazione delle merci e gli scambi con l’Oriente.
  • Di fronte alle diffuse disoccupazione e miseria, caratterizzanti la vita di diverse popolazioni dell’Impero, Giustiniano investì nella costruzione di numerose opere pubbliche. Trassero giovamento da tale politica solo alcune aree dell’Impero.

5Il Corpus iuris civilis

Frontespizio del Corpus iuris civilis di Giustiniano, 1663
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Tra le opere più note di Giustiniano vi fu la grandiosa opera di riorganizzazione del diritto, per mezzo della stesura del Corpus iuris civilis, noto anche come codice giustinianeo. Recuperare, ordinare e valorizzare la giurisprudenza classica, nonché fornire le basi per uno studio del diritto romano, furono tra gli obiettivi che Giustiniano si era prefissato ispirando e ordinando la stesura di questa ambiziosa opera. Sedici esperti di diritto, guidati dal giurista ed erudito Triboniano compilarono tale raccolta di diritto pubblico e privato finalizzata a raggruppare in un unico testo tutte le leggi e i provvedimenti che avevano segnato la storia del diritto romano e imperiale. 

Tale opera di riordino e stesura, risultò alla fine costituita da quattro parti:

  1. Digesto o Pandette: nel 533 vennero pubblicati in 50 libri tutti i giudizi e i pareri espressi dai giuristi romani più noti; il Digesto è una dunque una sintesi preziosissima della giurisprudenza di epoca classica.
  2. Codice: in dodici libri, compilato a partire dal 528 e sottoposto a una riedizione nel 534; raccoglie in un unico codice tutte le leggi promulgate a partire da quelle elaborate sotto l’impero di Adriano.
  3. Istituzioni: in quattro libri, raccoglie i principi fondamentali del diritto e della giurisprudenza. Tale sintesi era indirizzata principalmente a un uso scolastico. Venne completata nel 533.
  4. Novelle: il testo raccoglie tutte le leggi emanate da Giustiniano a partire dal 534 soprattutto nell’ambito del diritto pubblico ed ecclesiastico.

Passo successivo fu l’emanazione nel 554 di un editto – la Prammatica Sanzione – in base al quale si stabilì l’estensione del Corpus Iuris Civilis anche all’Italia. L’impero dunque venne unificato dal punto di vista legislativo.

6La morte di Giustiniano

Giustiniano morì a Costantinopoli nel 565 e insieme a lui perì la possibilità di unificare tutto l’Impero. Dopo di lui, infatti, molti territori faticosamente conquistati furono nuovamente perduti.

    Domande & Risposte
  • Cosa accade dopo la morte di Giustiniano?

    Dopo la morte di Giustiniano molti territori, faticosamente conquistati, furono nuovamente perduti.

  • Chi era Giustiniano?

    Imperatore dell’Impero romano d’Oriente, noto anche come Impero Bizantino, dal 527 al 565.

  • Quali erano le caratteristiche della politica interna di Giustiniano?

    Giustiniano mise in atto una politica cesaropapista. Intendeva dare unità territoriale e uniformità religiosa all’Impero.

  • Quali terre conquistò Giustiniano?

    Sardegna, Baleari, Corsica, Sicilia, Napoli, Roma, Ravenna, territori dell’Africa settentrionale e della Spagna Meridionale.