Augusto e Nerone: riassunto

Riassunto della storia di Roma antica da Augusto a Nerone (3 pagine formato doc)

Appunto di benedettagasperi

DA AUGUSTO A NERONE

Augusto morì in Campania nel 14 d.C.
e le ceneri furono tumulare nel Campo Marzio, dov'erano sepolti Marcello, Caio e Lucio Cesari. Tiberio, che non contava di riuscire ad assumere tutti i poteri ereditati dal padre, propose in senato di affidare a più persone la cura dello Stato; la proposta fu respinta e Tiberio accetto temporaneamente tutti i poteri. Dopo la morte di Tiberio non si avverarono le previsioni di Augusto, che aveva fatto adottare Germanico da Tiberio per la successione; infatti nel 19 morì anche Germanico e il successore fu Gaio, detto Caligola, figlio di Germanico e Agrippina, che discendeva da Augusto perché la nonna materna era Giulia (figlia di Augusto), dai Claudi perché il nonno paterno era Druso (fratello di Tiberio) e da Marco Antonio perché la nonna paterna era Antonia.
 

Augusto e Commodo: schema

NERONE RIASSUNTO

Morto Caligola il potere passò a Claudio, fratello di Germanico, che prese il nome di Cesare. L'ultimo esponente della dinastia fu Nerone, figlio dell'aristocratico Cneo Domizio Enobarbo, discendente dei GiulioClaudi perché figlio di Agrippina minore (figlia di Germanico e Agrippina) e perché adottato da Claudio, che aveva sposato Agrippina dopo il divorzio di questa da Cneo Domizio Enobarbo.
Tiberio (1437) proseguì positivamente il governo augusteo, mantenne la volontà di rispettare le forme di governo repubblicane come Augusto, era un valoroso uomo militare e un buon governatore, attento alla gestione dello Stato, sia per quanto riguarda la libertà dei magistrati a Roma che nel controllare che le province non venissero sfruttate dai governatori. Durante il suo principato modificò il sistema elettorale, con il passaggio delle votazioni dai comizi alla partecipazione popolare al senato.

DINASTIA GIULIO CLAUDIA

Dovette però affrontare l'opposizione che chiedeva l'autonomia decisionale e la libertas del senato. Si ebbe anche la stabilizzazione della frontiera renana, ma Tiberio non cercò nuovi ampliamenti territoriali in Germania e si accontentò dei successi ottenuti da Germanico nel 16. Tiberio però, per impedirgli di proseguire il piano di conquiste in Germania, inviò Germanico in Siria dove, col proconsole Pisone, dovette comandare l'esercito. Tra i due sorsero dei contrasti e quando nel 19 misteriosamente Germanico morì, Pisone fu accusato di essere l'ideatore dell'omicidio, e prima della condanna si suicidò. Nuovi contrasti tra Tiberio e Agrippina aprirono il problema della successione, alla quale erano candidati il figlio di Tiberio, Druso minore, e uno dei tre figli di Germanico e Agrippina. Nel 26 intanto Tiberio si ritirò a Capri e il prefetto del pretorio Seiano, ottenuto campo libero a Roma, iniziò a monopolizzare i contatti con Tiberio, nel 29, dopo la morte di Livia, dominò la vita politica romana, influenzando le decisioni dell'imperatore e aspirando forse alla successione; chiese infatti la mano di Livilla, vedova di Druso, figlio di Tiberio, e nel 31 fece esiliare Agrippina e imprigionare i suoi due figli maggiori, accusati di tramare contro l'imperatore.