L'età del Decadentismo: riassunto

L'età del Decadentismo: riassunto, caratteristiche e autori (2 pagine formato doc)

Appunto di perfectgirl89

DECADENTISMO: RIASSUNTO

Il quadro culturale.

L'età del Decadentismo. Dal declino del razionalismo al rifiuto della società borghese. A partire dagli ultimi anni dell’ 800 la cultura europea era andata allontanandosi dalla filosofia positivistica e dal naturalismo con la loro salda fiducia nella scienza. Conseguenza di questo allontanamento è un ridimensionamento della fede nella ragione per far posto alla ricerca di quello che di non razionale c’è nell’animo di ogni individuo. Questa nuova cultura è detta decadentismo e più tardi irrazionalismo.
Alla sua base sta il disprezzo che molti intellettuali nutrivano per la moderna società industriale colpevole di aver subordinato tutti i valori alle leggi del profitto. A questo rifiuto corrisponde l’abbandono da parte di poeti e letterati delle forme tradizionali di espressione: i poeti rifiutano i modelli razionalistici e cercano un linguaggio che sia in grado di rappresentare con immediatezza le passioni e i sentimenti; i pittori dell’avanguardia contestano la tendenza dell’impressionismo a rappresentare in maniera troppo oggettiva la realtà e preferiscono una forma d’espressione che privilegi la fantasia e l’immaginazione (nascono dapprima il neoimpressionismo e il simbolismo, poi il fauvismo e il futurismo).

DECADENTISMO: RIASSUNTO BREVE

Tuttavia, questo rifiuto delle forme artistiche e di pensiero del passato non corrisponde ad un impegno in campo sociale e politico al seguito delle ideologie socialiste e democratiche. I decadenti si ripiegano in se stessi, oppure nella riscoperta dei valori del passato o, a volte, della fede religiosa, spesso sono alla ricerca di nuovi miti in grado di sostituire quelli del passato e che pongano l’intellettuale come guida spirituale di un mondo che essi vedono sempre più dominato dal profitto.

Decadentismo: riassunto sui concetti e tematiche principali

DECADENTISMO: CARATTERISTICHE

La filosofia di Nietzsche e il mito del superuomo. Un ruolo di grande importanza in questa trasformazione spirituale è svolto dalla diffusione del pensiero di Friedrich Nietzsche. Il filosofo tedesco parte dalla constatazione che “Dio è morto”, in quanto l’illuminismo e la scienza positivista hanno distrutto le certezze del passato e i valori della tradizione. Perciò, se Dio è morto “nulla è vero e tutto è permesso” e spetta all’uomo costruire nuovi valori su cui edificare la sua esistenza. Questi nuovi valori, però, non possono nascere dalle masse, che Nietzsche disprezza, ma da grandi personalità individuali. Egli poi passa a demolire gli ideali della cultura del suo tempo: la fede nel progresso e nella scienza, il cristianesimo, che con la sua morale fatta di umiltà e di rinuncia ha reso l’uomo incapace innalzarsi sulla mediocrità. Come alternativa Nietzsche propone la figura del superuomo che ha compreso come la storia umana sia un “eterno ritorno” e che è capace di imporre la sua volontà e di accettare virilmente il suo destino.

DECADENTISMO: AUTORI

A partire dalla fine del secolo il pensiero di Nietzsche si diffonde rapidamente ed incontra  molti consensi, in particolare per quel che riguarda il suo rifiuto della morale comune e delle ideologie socialiste e democratiche.
In letteratura molti autori smettono di rappresentare la realtà sociale per concentrarsi su grandi personaggi, sui cosiddetti superuomini.
In campo filosofico il pensiero di Nietzsche viene sviluppato da pensatori che ritengono determinante la volontà dell’uomo e l’azione più importante della conoscenza.
In Francia e in Italia abbiamo due fenomeni tipici di questo momento: la rinascita del pensiero hegeliano con il neoidealismo di Benedetto Croce e di Giovanni Gentile, e la riscoperta della fede e del pensiero cattolico che porta a numerose conversioni di uomini di cultura.