Fascismo e Resistenza italiana: riassunto

Riassunto del periodo del fascismo e della Resistenza italiana (5 pagine formato doc)

Appunto di t10ultras

FASCISMO E RESISTENZA

Il fascismo - L’avvento del fascismo al potere, con l’incarico da parte del re Vittorio Emanuele, a Mussolini di formare il nuovo governo, dopo la marcia su Roma nell’ottobre del 1922, portò l’Italia, dopo 4 anni di agitazioni ed esitazioni, a trovare un assestamento, una soluzione, anche se fu la peggiore possibile.

La “rivoluzione fascista” si verificò in seguito a una sorta di “patto di ferro” stipulato tra agrari e industriali che “nell’ordine” fascista vedevano la loro sicurezza.
Ma come era nato il fascismo?
Le origini. In seguito alla Prima  guerra mondiale l’Italia visse una crisi economica spaventosa che si tradusse in inflazione, disoccupazione, aumento dei prezzi, scontento per la questione di Fiume. Mentre gli operai e i contadini protestavano con scioperi e occupazioni di fabbriche, Biennio rosso, i nazionalisti e l’estrema destra sfruttavano il panico della borghesia per tuonare contro i governi liberali e auspicare “l’uomo forte”. In questa situazione fu fondato da Mussolini a Milano, nel Marzo 1919, il movimento chiamato Fasci italiani di combattimento. Il movimento non si poneva obiettivi specifici, ma conteneva tutto e il contrario di tutto. Mussolini stesso lo proclamava spavaldamente: “Noi ci permettiamo il lusso di essere aristocratici e democratici, conservatori e progressisti, reazionari e rivoluzionari (…) a seconda delle circostanze”.

I PARTIGIANI E LA RESISTENZA

Gli industriali e gli agrari cominciarono a finanziare il movimento ormai chiaramente antioperaio e antibracciantile. Esso si organizzò in squadre: le camicie nere, che operarono incendiando, assaltando le sedi dei partiti democratici e dei loro giornali; aggredendo, picchiando, e talvolta, uccidendo i dirigenti socialisti, comunisti e popolari. Nel 1921 Mussolini entrò in parlamento con 35 deputati e trasformò i Fasci in Partito nazionale fascista. Il 1° Agosto 1922 i sindacati proclamarono lo sciopero generale: esso, pur avendo uno scopo legittimo, libertà politiche e sindacali, avrebbe paralizzato il paese, le sue industrie e i suoi servizi. Le squadre d’azione allora entrarono in campo, scontrandosi direttamente con gli operai e fermando lo sciopero. La loro azione fu vista positivamente dai moderati. Mussolini approfittò di quella fortuna per organizzare la Marcia su Roma, 28 ottobre 1922. In realtà non ci fu nessuna grande marcia e i fascisti giunti a Roma non avrebbero costituito alcun pericolo. Il ministro Facta era comunque pronto allo stato d’assedio, ma il re non volle firmarlo. Anzi, per una sua personale simpatia verso le idee della destra, chiamò Mussolini a formare il nuovo governo.

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LA RESISTENZA: RIASSUNTO

Politica interna. Il primo governo Mussolini fu un governo di coalizione, che comprendeva anche liberali e popolari; successivamente, l’Organo del Gran Consiglio, una sorta di Consiglio dei Ministri, fu fatto di soli fascisti scelti direttamente da Mussolini. Comunque, nei primi anni di governo Mussolini pagò i suoi debiti agli azionisti di maggioranza, ai suoi supporter: abolì la tassa di successione e quella sui titoli azionari, bloccò ogni inchiesta sui profitti dei “pescecani”, cancellò il decreto sull’assegnazione delle terre ai contadini, privatizzò i telefoni, le assicurazioni, l’industria dei fiammiferi. Contemporaneamente istituì “la ricchezza mobile” sui salari e le imposte sui consumi, mentre agli agrari concesse di aumentare i fitti delle terre. Avviò il risanamento delle zone costiere infestate dalla malaria, bonificando le Paludi Pontine e fondando Latina, creò un sistema di opere idriche, aumentò la meccanizzazione e la produzione agricola.