La fine della seconda guerra mondiale: riassunto dettagliato

Come e quando si concluse la seconda guerra mondiale? Riassunto dettagliato della fine della seconda guerra mondiale.

La fine della seconda guerra mondiale: riassunto dettagliato
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La vittoria degli alleati (1043-1945) e il crollo dell'Italia fascista

Fine della seconda guerra mondiale, riassunto
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Conquistata la Tunisia, gli alleati sbarcano in Sicilia e conquistano l’isola il 10 Luglio 1943. Diedero il colpo di grazia al fascismo che ormai dava segni di cedimento (il malcontento popolare aveva scatenato un'ondata di scioperi di operai che chiedevano l'aumento dei salari: una cosa del genere era impensabile sotto il fascismo).

L'evidente crisi del regime fascista spinse la corona e le componenti moderate del regime a sbarazzarsi di Mussolini per far uscire l'Italia dalla guerra.

L'occasione fu offerta dalla riunione del Gran Consiglio del fascismo, quando il gerarca Grandi presentò un ordine del giorno che auspicava il ripristino della legalità costituzionale e invitava il re a riassumere il comando delle forze armate.

La delibera venne approvata: il re costrinse il Duce alle dimissioni e nominò Badoglio capo del governo.

L'armistizio dell'8 Settembre

Anche se era crollato il fascismo, incombeva la minaccia tedesca. Badoglio rassicurò subito la Germania che l'Italia sarebbe rimasta al suo fianco.

Badoglio passò poi a reprimere le manifestazioni operaie, concesse una moderata libertà di stampa e decretò lo scioglimento del partito fascista.

I tedeschi però, non fidandosi, rafforzarono la loro presenza in Italia. Intanto Badoglio firmava con gli alleati Anglo-Americani un armistizio, con il quale l'Italia accettava la resa senza condizioni.

I tedeschi occuparono militarmente l'Italia e il re e Badoglio furono costretti a rifugiarsi a Brindisi, dagli alleati. Nei giorni successivi si consumò lo sfacelo dell'esercito italiano: i nuclei che tentarono di opporre resistenza furono massacrati.

Con la firma dell'armistizio Badoglio aveva rotto l'alleanza con la Germania ma aveva gettato ancor più nel baratro l'Italia.

L'Italia invasa e divisa: la Resistenza e la liberazione

Nell'autunno del 1943 l'Italia si trovò invasa in parte dagli alleati e in parte dai tedeschi. Anche le entità statali erano distinte: al Sud, lo Stato anarchico; nel centro-Nord il fascismo si organizzò costituendo sotto i tedeschi la Repubblica sociale italiana.

La repubblica sociale italiana

Il 12 settembre venne liberato Mussolini da un comando tedesco. Mussolini comunicò a Hitler di voler continuare a schierarsi con la Germania nazista.

Rientrato in Italia, Mussolini ricostituì il partito col nome di Partito fascista repubblicano dando vita alla Repubblica sociale italiana o “Repubblica di Salò”, dal nome della località dove ebbe sede la capitale.

Con la nuova repubblica Mussolini volle proporre un “fascismo rinnovato”: cercò di guadagnare consensi riesumando il programma di San Sepolcro.

Ma il “fascismo rinnovato” della Repubblica sociale ottenne scarsi successi e fu utilizzata dai nazisti come strumento di occupazione militare. Anche nella repubblica di Salò vennero applicate le leggi razziali della Germania.

Il regno del Sud e la ricostituzione dei partiti

Rimase in vigore la monarchia che il 13 ottobre del 1943 dichiarò guerra alla Germania, ottenendo la qualifica di cobelligerante degli alleati.

All'indomani dell'8 settembre si erano ricostituiti i partiti fascisti: il partito comunista italiano; il partito d'azione; il partito socialista di unità proletaria; il partito liberale italiano; la democrazia cristiana; la democrazia del lavoro.

I sei partiti si unirono nel comune impegno antifascista dando vita al Comitato di liberazione nazionale (CLN). Essi erano ostili alla monarchia e quindi durante il congresso di Bari del '44 chiesero le dimissioni di Badoglio e l'abdicazione della monarchia.

Ma il CLN non era abbastanza forte da imporre il suo governo, mentre il re e Badoglio godevano della fiducia degli alleati.

Il conflitto tra CLN e il governo monarchico fu fermato da Togliatti che propose di rimandare tutto alla fine della guerra e di formare un nuovo stato presieduto da Badoglio con la partecipazione del CLN, cioè un governo di unità nazionale antifascista.

La «Svolta di Salerno» era in sintonia con la posizione dell'URSS che aveva riconosciuto il governo Badoglio. Nel 1944, liberata Roma, Vittorio Emanuele III passava i poteri al figlio Umberto; contemporaneamente Badoglio rassegnava le dimissioni.

Fu formato un nuovo governo presieduto da Bonomi che durò fino alla liberazione. L'antifascismo era salito al potere.

La liberazione dall'occupazione tedesca

Dopo l'8 settembre si formarono sulle montagne del centro-Nord gruppi di partigiani contro i nazifascisti. Mentre nel 1943 i tedeschi fermavano l'avanzata degli alleati lungo la linea Gustav (da Gaeta a Pescara), i partigiani si organizzarono in gruppi.

Quelli più numerosi e agguerriti erano: le brigate Garibaldi, le brigate di Giustizia e Libertà, le Brigate Matteotti. Le varie brigate avevano differenti ideologie: infatti non erano concordi su che tipo di stato dovesse costituirsi dopo la guerra ma erano uniti nella lotta per l'indipendenza e contro i nazifascisti.

I tedeschi risposero agli attacchi partigiani con durissime rappresaglie sui civili (Fosse Ardeatine, il 24 Marzo 1944: i partigiani uccisero 32 soldati tedeschi; furono uccisi 320 civili; Marzabotto, il 29 settembre e il 5 ottobre 1944: trucidati 1830 civili).

Nell'estate del '44 gli alleati sfondarono il caposaldo di Montecassino sulla linea Gustav e liberarono Roma. L'offensiva degli alleati si fermò però sulla linea Gotica (da La Spezia fino a Rimini).

L'inverno ‘44-‘45 fu durissimo per la Resistenza: i tedeschi spazzarono via le repubbliche partigiane e le brigate partigiane dovettero rifugiarsi in montagna, aiutate dai civili.

Il 7 dicembre 1944 venne siglato un accordo con il quale gli Alleati riconoscevano il CLNAI; e le forze partigiane, trasformate in Corpo dei volontari della libertà, si sottoponevano a un comando militare supremo affidato al generale Cadorna.

Nel 1945 gli Alleati sfondavano anche la linea Gotica e le truppe tedesche cominciavano la ritirata. La repubblica di Salò si disgregava; Mussolini, travestito da soldato tedesco, cercò di scappare ma venne riconosciuto, catturato e giustiziato. La guerra in Italia era finita.

L'offensiva degli alleati in Europa: la fine del Terzo Reich

La Germania venne anche sconfitta dalla Russia a Kursk. Intanto gli anglo-americani diedero il via ad una serie di bombardamenti sulla Germania con lo scopo di distruggere le industrie e per fiaccare la popolazione.

Tra il 28 novembre e l'1 dicembre 1943 Roosevelt, Churchill e Stalin si incontrarono a Teheran. Alla conferenza presero importanti decisioni, quali:

  • la divisione della Germania in quattro zone; la sua smilitarizzazione; obbligo di pagare i danni di guerra;
  • definizione delle frontiere della Polonia;
  • il diritto dei paesi liberati a darsi governi fondati su libere elezioni;
  • la decisione di affidare il futuro governo dell'ONU a un Consiglio di sicurezza in cui le grandi potenze avevano il diritto di veto.

L'URSS si impegnava in oltre ad entrare in guerra in cambio della restituzione delle sue posizioni nell'estremo oriente.

Gli anglo-americani si impegnarono ad aprire un secondo fronte con la Germania con uno sbarco in Normandia.

Lo sbarco in Normandia

Sotto il comando di Eisenhower gli alleati allestirono un gigantesco esercito che sbarcò in Normandia il 6 giugno 1944. In Agosto, gli alleati sfondarono le linee tedesche a ovest della Senna; un contingente americano attaccava i tedeschi da Sud. La Germania era allo stremo delle forze ma Hitler rifiutò qualunque ipotesi di resa.

La resa della Germania

Gli alleati ripresero a bombardare la Germania. Da Oriente l'armata rossa chiudeva la tenaglia sulla Germania - a cui aveva dichiarato guerra anche la Turchia - e liberava i prigionieri dei campi di concentramento come Auschwitz.

I sovietici raggiunsero Berlino dove Hitler, nascosto in un bunker volle resistere fino all'ultimo. Il 30 aprile Hitler si suicidò dopo aver nominato suo successore Donitz, il quale avrebbe dovuto continuare a resistere agli attacchi.

Morto Hitler, Donitz si affrettò a chiedere la resa: la Germania firmò la capitolazione senza condizioni.

Curiosità: Durante la Seconda guerra mondiale un team composto da 345 uomini e donne tra cui storici dell’arte, curatori di musei, artisti e architetti, fu coinvolto in operazioni di salvaguardia e recupero di beni artistici trafugati dai nazisti. I Monuments men, così venivano chiamati, si attivarono in una vera e propria caccia al tesoro per recuperare le opere trafugate, evitare che venissero distrutte, evitare ulteriori saccheggiamenti.

L'offensiva degli alleati in Asia: la capitolazione del Giappone

La strenua resistenza del Giappone costò agli americani dal 1943 due anni di guerra. L'aviazione giapponese inflisse gravi danni alla flotta americana con la tecnica suicida dei Kamikaze.

La superiorità dei mezzi americani, però, ebbe la meglio. Gli americani occuparono tutte le isole del pacifico per avere libero accesso al Giappone che ormai stava per essere sconfitto; ma i militari al potere non vollero accettare la resa.

Allora Truman decise di ricorre alla bomba atomica: il 6 agosto 1945 e il 9 agosto 1945 furono bombardate rispettivamente Hiroshima e Nagasaki per un totale di 150.000 morti. Il 2 settembre il Giappone firmò la capitolazione e la guerra si concludeva.

L'inizio di una nuova era

Alla fine della guerra, oltre alle perdite umane, l'economia dei paesi partecipanti era in ginocchio. Di fronte al crollo dell'Europa spiccarono però la Russia e l'America: la Russia concludeva la guerra con un potenziale bellico gigantesco e con il dominio dell'Europa orientale invasa dalle armate rosse.

Gli Stati uniti furono l'unico paese a uscire più ricco dal conflitto: molti erano i debiti nei suoi confronti.

La Seconda guerra mondiale sancì quindi la fine del secolare dominio dell'Europa sul mondo e consacrò la nuova leadership di USA e URSS. La fine della guerra mise poi fine al genocidio della razza ebraica.

Le sofferenze di questa guerra spinsero le nazioni a riprendere l'idea di un organismo capace di evitare nuovi conflitti di guerra: il 26 giugno 1945 venne approvato lo statuto dell'ONU, ultimo frutto positivo della «grande alleanza» tra USA e URSS.

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