Hitler e la scalata al potere

Le fasi della scalata al potere di Adolf Hitler fino all'instaurazione della dittatura nazista in Germania.

Hitler e la scalata al potere
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HITLER E LA SCALATA AL POTERE

Hitler e la scalata al potere
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Tra il 1924 e il 1928 la Germania conobbe un periodo di relativo assestamento. L'emissione di una nuova moneta, la politica di deflazione, il piano Dawes, nel 1925 la Regione della Ruhr era tornata alla Germania, e nel 1926 era stata ammessa alla Società delle Nazioni. Il problema di fondo rimaneva la questione delle riparazioni di guerra. Nel 1930 entrò in vigore il piano Young che dilazionava il pagamento, ma prevedeva alti tassi d'interesse.

La Germania di Weimar rappresentava un caso di democratizzazione incompiuta a un sistema politico basato su una costituzione avanzata e su un parlamento liberale, facevano da contrapposto la burocrazia e un esercito ostile ai principi repubblicani. Per giunta c'era un elemento intrinseco di debolezza istituzionale, cioè una prerogativa del presidente dello stato di poter sospendere alcune libertà e diritti civili. L'art. 48 prevedeva che in caso di emergenza il presidente potesse nominare un governo senza la necessaria maggioranza parlamentale. In questo contesto entrò in scena il NSDAP (Il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori) ricostituito da Hitler dopo la sua liberazione in seguito all'incarceramento per il Putsch di Monaco. Nel 1925 furono istituite le SS, squadre di protezione e guardie del corpo di Adolf Hitler alle sue dipendenze, poste sotto il controllo di Heinrich Himmler, e avevano il compito di servizio investigativo del partito. Questi reparti andarono ad affiancare le SA (squadre di assalto). Il partito nazista agiva attraverso tre strumenti: partecipazione al voto, azione violenta contro gli oppositori e manifestazioni di massa, orchestrate dal capo della propaganda Joseph Goebbels. Il libro di Hitler, Mein Kampf - La mia battaglia, sosteneva che per far uscire il paese dalla situazione di stallo si dovesse procedere alla liquidazione del sistema democratico, inefficiente e corrotto, e intraprendere un offensiva contro i nemici della Germania, gli ebrei, i socialisti e le potenze straniere. Nella seconda metà del 1920 il NSDAP crebbe al livello elettorale: il nazionalismo, l'anticomunismo, l'antisemitismo e l'antiliberalismo raccoglievano consensi sia tra le classi popolari, sia dalla borghesia. Hitler si assicurò l'appoggio della grande industria e dell'alta finanza, le quali auspicavano ad un regime autoritario che fosse in grado di garantire i loro interessi.

CRISI ECONOMICA E ASCESA DEL NAZISMO

Il crollo della borsa di Wall Street ebbe pesanti ripercussioni in Germania, alle quali i governi che si succedettero (Muller e Bruning) non seppero far fronte. Invece di sganciarsi dal sistema aureo e svalutare la moneta, tagliarono le spese statali confidando sulle imprese private. Nello stesso tempo però i prestiti statunitensi e l'afflusso dei capitali esteri si ridussero. S'innescò una profonda crisi economica: alle continue ondate di licenziamenti e di fallimenti bancari faceva seguito il calo dei prezzi. In questo drammatico panorama i disoccupati disperati diedero sempre più ascolto ai partiti estremisti, come quello nazista. Anche altri partiti conservatori erano favorevoli alla svolta autoritaria, fra questi il Partito Popolare Nazionale Tedesco diretto da Von Hindenburg e si credevano di poter addomesticare Hitler ed eliminare la sinistra.

L'SPD non vedeva la necessità di costituire un fronte unico contro Hitler e il KPD (Partito Comunista di Germania) non avrebbe mai stretto un accordo con i social democratici, anzi una vittoria dei nazisti avrebbe accelerato uno scontro con la borghesia e creato condizioni per la rivoluzione.

LA GERMANIA DI HITLER: LA PRESA AL POTERE

Il cancelliere Bruning non contava su una solita coalizione parlamentare e si reggeva con il sostegno dei decreti legge presidenziali. Nel ‘30 convocò le elezioni anticipate nel tentativo di ottenere la maggioranza alla sua politica di rigore finanziario. Le urne però avevano premiato i partiti radicali, soprattutto quello nazista che era passato da 12 a 17 seggi. Il fallimento dei governi successivi aprì la strada a Hitler che il 30 gennaio del 1933 fu incaricato da Hindenburg di presiedere il governo. Hitler si mobilità subito: il primo febbraio il parlamento venne sciolto, il 27 la sede del parlamento venne data alle fiamme per mano degli stessi nazisti, mentre i comunisti che furono accusati vennero dichiarati fuorilegge. Il 23 marzo fu votata la legge sui pieni potere e Hitler venne autorizzato a promulgare le leggi senza l'approvazione del parlamento. Da questo momento cominciò una nazifiscazione:

  • i governi regionali furono sciolti e la gestione passò al Reich;
  • i partiti politici furono soppressi e il nazista venne proclamato partito unico;
  • i sindacati furono sciolti;
  • all'interno delle forze di polizia vennero inserite le SS;
  • vennero allestiti i primi campi di concentramento;
  • vennero dati alle fiamme in decine di roghi pubblici i libri di autori contro il nazismo;
  • ebbe inizio una campagna antisemita con il boicottaggio dei negozi di proprietà ebraica.

Tra il 30 giugno e il 1 luglio del 1934, durante la notte dei lunghi coltelli, gran parte del gruppo della SA (gruppo paramilitare del Partito Nazista) fu arrestata e assassinata. La stessa sorte toccò a vari esponenti della destra nazionalista e alcuni ufficiali dell'esercito che ormai non gli servivano più.

LA STRUTTURA TOTALITARIA DEL TERZO REICH

Al vertice dello stato Hitler ricopriva il ruolo di Fuhrer (capo supremo della Germania) che riuniva nelle sue mani il potere del Presidente della Repubblica e del Cancelliere. La società tedesca venne indottrinata in base ai principi nazisti, mirava ad assorbire ogni aspetto della vita privata. Gli individui esistevano solo in quanto parte di una comunità di popolo, ossia un insieme di persone unite tra loro dalla comune appartenenza ad un etnia originaria (quella ariana). Di conseguenza, singoli individui potevano essere sacrificati in nome dell'interesse collettivo (questa concezione ideologica costituiva il cardine del regime totalitario nazista). I ragazzi dai 10 anni in su venivano inclusi nella Gioventù hitleriana, indottrinati ideologicamente e addestrati all'uso delle armi, i lavoratori furono raccolti nel Fronte del lavoro e gli intellettuali furono disciplinati. Fondamentale fu l'impiego della Gestapo (controllo e spionaggio dei cittadini), i comunisti si ridussero a gruppi clandestini e socialisti e democratici furono esiliati. Il regime nazista garantì alla classe operaia lavoro a gran parte di coloro che ne erano rimasti privi, grazie alla militarizzazione della produzione industriale tedesca. Nel '33 Hitler stipulò un concordato con la Santa Sede e un accordo con le chiese protestanti che in cambio del silenzio le diverse confessioni avrebbero potuto esercitare il loro magistero.

Coloro che rifiutarono (testimoni di Geova) furono perseguitati. Nel '33 la Germania uscì dalla Società delle Nazioni e nel '35 fu reintrodotta la leva obbligatoria. Hitler diede avvio ad una politica aggressiva ed espansionista, giustificandola con lo slogan nazionale della necessità della ricerca di uno “spazio vitale”.

L'ANTISEMITISMO

1940: immagine di un campo di concentramento in Polonia
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La comunità di popolo concepita da Hitler era una nazione di sangue che doveva lottare per preservare la propria purezza e affermarsi sugli altri gruppi etnici, alla radice di questa idea vi era il concetto di razza: le razze superiori erano destinate a combattere e a trionfare sulle inferiori, gli ariani erano la razza superiore e al gradino più basso vi erano gli ebrei. Nella Germania di Hitler i tedeschi di origine ebraica non erano più di 500.000, integrati con professioni tra medici e avvocati, intellettuali e artisti. L'antisemitismo si trasformò in una politica di stato basata sul boicottaggio delle imprese e sulle discriminazioni che assunsero forma legale con le leggi di Norimberga (Settembre '35) attraverso la quale venne negata:

  • la parità dei diritti agli ebrei che furono ridotti a sudditi;
  • la libertà di lavoro;
  • di iniziativa economica;
  • di insegnamento.

Al processo di emarginazione si accompagnò la violenza che conobbe il suo culmine nella notte dei cristalli (8 novembre '38), le autorità naziste alimentarono un pogrom (sommossa popolare) durante la quale distrussero vetrine di negozi di commercianti ebrei e sinagoghe, abitazioni e centri sociali vennero dati alla fiamme. Circa 30.000 ebrei vennero deportati nei campi di concentramento.

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I LAGER

I campi di concentramento ideati nel 1933 (il primo a Dachau) costituivano luoghi di detenzione senza giurisdizione legale. Furono deportati i cosiddetti “asociali”: zingari, testimoni di Geova, omosessuali, delinquenti comuni ed ebrei. I prigionieri erano sottoposti a vessazioni di ogni sorta, molti di loro perirono tra violenze e stenti e veniva cancellata ogni loro dignità, chiamati sub-umani, l'ideologia totalitaria li classificava come inutili, superflui e nocivi.

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    Domande & Risposte
  • Cos'è la razza ariana?

    Il termine razza ariana ha indicato fino alla metà del XX secolo un raggruppamento razziale per descrivere le persone di origine europea e dell’Asia occidentale.

  • Qual è il significato di nazionalsocialismo?

    Il nazionalsocialismo è stata un’ideologia elaborata da Hitler che si trasformò in un sistema politico totalitario con la presa al potere del Partito Nazionalsocialista.

  • Cosa significa führer?

    Führer, il Capo supremo - dal tedesco “führen” (guidare) - è il titolo dato dai nazisti ad Adolf Hitler.

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