Costantino e l'Editto di Milano

Relazione sulla storia di Costantino e l'Editto di Milano (4 pagine formato doc)

Appunto di gymnast

COSTANTINO E L'EDITTO DI MILANO

Costantino.

Costantino nacque a Naissus nell’illirico, nell’attuale Serbia, figlio di Costanzo Cloro, ufficiale nell’esercito romano, e di Elena, donna britannica. Costanzo Cloro fu nominato cesare da Massimiano, divenuto Augusto d’Occidente con la riforma del 285, e quando Massimiano e Diocleziano abdicarono, divenne Augusto, nominando come suo cesare Flavio. Il giovane Costantino era cresciuto alla corte di Diocleziano dove dimostrò le stesse doti del padre e partecipando a molte campagne militari in Gallia.
Fu un ottimo comandante militare e venne anche paragonato e legato al Dio Apollo, il dio vincitore, come possiamo osservare dalle monete che lo rappresentano, ad esempio,  sul carro solare o addirittura proprio affiancato dal Dio Apollo. Fu proprio grazie alle sue attitudini militari che Costantino riuscì ad ottenere, non solo il consenso, ma anche l’entusiasmo dei suoi soldati. Infatti, quando il padre morì (nel 306) le legioni in Britannia lo elessero come Imperatore, mentre i pretoriani  acclamarono Massenzio, figlio di Massimiano che godeva anche dell’appoggio da parte della classe senatoria romana. Queste classi infatti erano legate all’antico ordinamento dell’impero durante il quale avevano esercitato molta influenza e potere.

Editto sui prezzi di Diocleziano: riassunto

COSTANTINO E IL CRISTIANESIMO

Diocleziano con le sue riforme (lo spostamento della capitale e il suo assolutismo) aveva diminuito il loro peso politico. Massenzio promise di restituire la centralità a Roma e si ritornare alle antiche tradizioni, Così grazie all’appoggio dei pretoriani e ai finanziamenti dei senatori riuscì a radunare un grande esercito. Con la proclamazione di questi due Augusti, fallì il sistema tetrarchico, che infatti prevedeva una successione sciolta dai legami di sangue. Costantino combatté le legioni del rivale scendendo dalla Britannia verso sud-est, vincendole in Gallia Transalpina, a Lione, e in Gallia Cisalpina, assediando le fortezze di Torino e Cremona, ed entrando accolto dalla città a Milano. Poi si diresse verso sud, giungendo presso le mura di Roma a scontrarsi con l’esercito nemico, nella famosa battaglia del ponte Milvio (312). Si narra che durante questa battaglia l’imperatore abbia visto in cielo una croce di fuoco accompagnate dalle parole “in hoc signo vinces” (“Con questo segno vincerai”).

EDITTO DI MILANO: CONSEGUENZE

Questa visione gli ordinò di apporre un segno sugli scusi dei propri soldati, il “krismon”, una X e un P, ovvero le prime due lettere del nome “Khristos” in greco. Vinta quest’ultima in modo prodigioso entrò in città da trionfatore. Il senato gli si sottomise, ed egli non fece vendetta dei suoi antichi oppositori. Lo stesso anno sposò Fausta, figlia di Massimiano, e fu riconosciuto come legittimo cesare d’Occidente dagli altri tetrarchi (una posizione subordinata, dunque. In realtà mantenne il dominio su tutto l’Occidente). Diede quindi vita a un breve regime diarchico col suo collega d’Oriente, l’augusto Licinio. I due sovrani si incontrarono a Milano, capitale d’Occidente, per mettersi d’accordo sulla gestione dei più urgenti problemi dell’impero, nel 313. Licinio voleva espandersi nel territorio del suo cesare; Costantino acconsentì. Egli invece volle che fossero chiarite le nuove risoluzioni prese in materia religiosa. Fu così che in quell’anno fu emanato l’”editto di Milano”.